45 anni fa usciva il musical più improbabile della storia del cinema, tanto criticato quanto osannato successivamente
Dal trattamento alla sceneggiatura, forse come pochi sanno, sussiste una sostanziale differenza. Con il primo s’intende lo sviluppo più ampio del soggetto, con un ampio sviluppo della storia e la descrizione dei personaggi e degli ambienti. La struttura del trattamento è quasi quella di un racconto. Con la sceneggiatura, invece, rappresenta la versione finale della storia suddivisa in scene, appunto, e a ciascuna di esse gli viene dato un titolo. È chiaro che la sceneggiatura è fondata solo sull’essenziale e solamente su quello che vedrà il pubblico.
Solo quello che decide il regista, quindi, e alle volte si sa, non sempre le figure dello sceneggiatore e quella del regista combaciano. Specie, quando ci sono due persone diverse che sono entrambi autori ed hanno, a loro volta, prospettive eterogenee sullo sviluppo non tanto della storia, quanto sulla fruizione di alcuni dettagli. È ciò che accadde tra Dan Aykroyd e John Landis. Il primo si vide rimaneggiare il suo trattamento di ben 200 pagine. Le 324 pagine di trattamento diventarono ben 125 di sceneggiatura.
Landis eliminò diversi elementi, come abbiamo sempre detto, anche quelli che spiegavano lo strano e particolare funzionamento della Bluesmobile. Proprio su questo punto lo stesso Aykroyd cercò di controbattere, di averla vinta lui, temendo che il pubblico non avrebbe intuito alcune sfumature. John Landis, invece, da vecchio volpone qual era non solo non si smosse dalle sue convinzioni ma riuscì a dimostrare di aver ragione. Ma su questo punto ci ritorneremo di nuovo più avanti.
Ma torniamo, dunque, alla parte principale, torniamo alla parte musicale e ai tempi di lavorazione che, come spesso succede in questi casi, durante la produzione di film leggendari come questo, non vengono mai rispettati. Il punto, però, era anche un altro e a sua volta molto rilevante allo stesso tempo. Innanzitutto, le riprese iniziarono nel luglio del 1979 con un budget, caso strano rispetto a tutti gli altri, che era totalmente in via di definizione.
Ovvero non fu mai stabilito fin dal principio, nonostante si pensò ad un tetto di ben 17,5 milioni di dollari. Le speranze erano quelle di non sforare e di terminare entro settembre di quello stesso anno svanirono per una serie di inconvenienti i quali, per certi versi, avevano un solo nome e cognome: John Belushi.
L’attore era diventato da tempo incontrollabile, i suoi eccessi con la droga, le sue stranezze lo avrebbero fatto capitolare molto presto. Su di lui, proprio in quel periodo, circola una leggenda metropolitana e riguardante sempre durante le riprese di questo leggendario film.
Si racconta che la troupe era pronta a girare una determinata scena e il cast e, non si sa come, lo perse di vista. Diciamo che fu abbastanza inspiegabile, visto che venne organizzata, quasi, nei confronti di Belushi, una sorta di rete non solo di controllo e di protezione. Senza perdere altro tempo, Landis e Dan andarono a cercarlo nelle case del circondario bussando alle singole porte.
Dopo un bel po’ di tempo, alla fine, lo trovarono e nel modo più ironico possibile; meno male, aggiungiamo. Si era rifugiato all’interno di una villetta familiare il cui proprietario disse, prima che Dan potesse rivolgergli la domanda, ‘tranquillo, sta qui da me: sta dormendo sul mio divano dopo che ha svuotato l’intero frigorifero’. Come faceva a saperlo? Semplice, John Belushi si era allontanato con i vestiti di scena e Dan era andato cercarlo vestito come il suo collega e amico.
Ripetiamo, certamente c’è molto d’ironico in questo, dettaglio che tendono ad aumentare l’alone di leggenda attorno al film, ma come sappiamo la situazione era ancor più drammatica di quello che si potesse veramente pensare. Oltre a John c’era anche un altro componente del cast che presentava, quasi, gli stessi problemi dell’ex stella del Saturday Night Live. Il mondo si era accorto di lei già tre anni prima nei panni, iconici, della Principessa Leia del primo e sorprendente film della sa di ‘Guerre Stellari’, ideato e diretto da George Lucas, ovvero Carrie Fisher.
L’attrice, che all’epoca era la compagna di Dan Aykroyd, riuscirà ad apparire, totalmente nel film, solo cinque minuti. Il motivo? Troppa droga, fortunatamente si rifarà, sempre nel 1980, con ‘L’impero colpisce ancora’; ma di questa storia ne parleremo quando sarà il momento giusto.
È vero, cari lettori: ci siamo dilungati anche abbastanza su questi dettagli, senza mai giungere alla materia prima, ai vari momenti clou del film che non solo solamente rappresentati dalle leggendarie performance dei nomi che nelle parti precedenti di questo reportage vi abbiamo menzionato, ma anche bizzarri e spettacolari inseguimenti caricaturali di una certa realtà americana.
Ecco, proprio su questo aspetto ci sarebbe un dettaglio da non dimenticare e che richiede una certa attenzione. Il film, come tutti sanno, è ambientato a Chicago e in quella città dagli anni 50 in poi non si potevano girare certe scene con le auto e per un semplice motivo: per un caso di corruzione che riguardava una determinata produzione cinematografica ed alcuni agenti di polizia.
Con l’arrivo della nuova sindaca, che sarebbe stata eletta di lì a poco, si aprirono di nuovo le porte per tale possibilità. Ma la scena di quell’iconico inseguimento lievito ulteriormente il budget. Alla fine, i giornali parlarono che la produzione de ‘I Blues Brothers’ costò ben sedici milioni di dollari. Una cifra fin troppo ragguardevole per quello che doveva essere solamente un film comico e nulla di più o almeno così si credeva.
Altra leggenda metropolitana riguarderebbe anche un’altra scena che, secondo alcuni sarebbe stata ispirata da un film uscito dieci anni prima. Ma andiamo con ordine e vediamo prima la scena che avrebbe fatto da fonte di ispirazione. Ebbene sì, sono proprio loro: Bud Spencer e Terence Hill nel secondo e leggendario ‘Trinità’ del 1971 e adesso soffermati su questa.
Notate qualche differenza? In realtà non ce ne sarebbero. Ovviamente non stiamo dicendo che in Blues Brothers hanno copiato i nostri beniamini, semmai sono stati omaggiati. Adesso veniamo alle chicche musicali, quelle relative alle grandi performances che hanno contraddistinto il musical.