Il 15 giugno del 2005 usciva il primo capitolo della trilogia di Nolan interamente dedicata all’uomo pipistrello
Per lunghi sette anni, almeno in via ufficiale, il nome del supereroe Batman non è più apparso sul grande schermo, complice, soprattutto i pessimi risultati degli ultimi due sequel, datati 1995 e 1997. D’altronde, la crisi di quello che fu il primo franchise dedicato all’uomo pipistrello si ebbe per uno strano caso paradossale: fai un sequel che riesce a superare il primo ma non conquisti, nella sua totalità, il pubblico. A dispetto di quello che si potrebbe pensare non fu colpa dello stesso Burton.
‘Batman Returns’, questo il titolo della puntata cinematografica numero 2 e datata 1992, per certi versi anticipo quelli che sarebbero stati i tempi in cui Nolan avrebbe operato per realizzare la sua trilogia; idea che era quella iniziale ma che non venne mai e poi mai ufficializzata. Per confermare l’episodio successivo il regista britannico era solito attendere il successo dell’ultimo film realizzato. In quel 1992, invece, accadde qualcosa di veramente imprevisto.
Dopo aver reinventato lo scontro totale tra l’uomo pipistrello e il Joker, Tim Burton decide che l’alter ego di Bruce Wayne doveva vedersela con altri due acerrimi nemici: Catwoman e il Pinguino, entrambi magistralmente interpretati, rispettivamente, da Michelle Pfeiffer e Danny DeVito.
Rispetto al primo film del 1989 i toni diventano sempre più cupi e malinconici e la campagna pubblicitaria che venne promossa dalla Warner Bros si rivelò essere tutta sbagliata, visto che abbinando il franchise cinematografico a marche di cibo più vicino ai ragazzini, quindi per un pubblico molto giovane, creò non poco confusione anche tra i genitori. Una leggenda metropolitana afferma che dopo la proiezione del i bambini uscivano in lacrime.
Vera o che sia questa versione o quantomeno questa diceria, sta di fatto gli altri due capitoli successivi portarono l’uomo pipistrello, sia come trama e sia come toni, quasi alle serie del 1966: si, quella interpretata da Adam West.
Questo cambio repentino di prospettiva non piacque al pubblico mondiale e i due già citati attori si ritrovarono nel tritacarne delle polemiche per aver rovinato quello che poteva essere una bellissima saga, seppur con toni troppo adulti. Tra i due, tra Val Kilmer e George Clooney, colui che esce di più a testa alta è proprio il compianto attore scomparso qualche mese fa. Mentre per quanto riguarda colui che è stato lanciato dalla serie tv, ideata da Michael Crichton, tutt’oggi si vergogna ancora della sua prestazione davanti alla macchina da prese in quella precisa occasione.
Ma torniamo ad un’espressione usata in precedenza: ovvero quella a cui facciamo riferimento ai toni troppo cupi. Ecco, Nolan si sofferma proprio su questo aspetto che nel 1992 non fece la fortuna per quanto riguarda il proseguimento della saga. Non solo, insieme allo stesso Goyer decide, appunto, di tornare alle origini e come detto in precedenza, ovvero ieri, di ispirarsi allo stesso metodo che portò al successo Richard Donner con il suo Superman, ma su questo particolare ci ritorneremo più avanti.
Quindi, il punto principale era cercare, una volta che la sceneggiatura venne approvata dalla Warner Bros, un attore che non facesse rimpiangere Michael Keaton. Per il duplice ruolo c’erano in lizza: Ashton Kutcher, David Boreanaz, Billy Kudrup e addirittura l’attore Cillian Murphy. Si, proprio colui che oggi è diventato famoso per la serie tv ‘Peaky Blinders’ e che all’epoca, per questo film, venne comunque scritturato per interpretare uno degli avversari dell’uomo pipistrello. Ma la lista non finisce qui.
Nel mazzo di carte c’erano anche Jake Gyllenhaal, all’epoca era sulla cresta dell’onda per il film cult ‘Donnie Darko’ e, leggete con molta attenzione, il sorprendente nome di Henry Cavill. Si, il futuro ‘Man of steel’ del 2013. Ma questa è un’altra storia cinematografica che vi racconteremo più avanti. ma alla fine, tra tutti questi nomi, chi veramente la spuntò?
La risposta è Christian Bale, bambino prodigio si potrebbe dire. classe 1974 e gallese di nascita, per poi venire naturalizzato statunitense. Nel lontano 1987, semplicemente tredicenne, lavorò al film ‘L’impero del sole’ diretto da Steven Spielberg. Durante i suoi primi anni di esperienza davanti alla macchina da presa, ovvero quelli dell’adolescenza, lo stess Christian divise lo schermo con leggende del cinema come Christopher Lee, Charlton Heston e Oliver Reed.
Insomma, al di là dell’età non proprio uno sbarbatello. Dunque, Nolan si affidò ad un attore che all’epoca aveva quasi trent’anni ma che in fatto di carriera ne aveva già una quindicina. Il dettaglio paradossale era che fosse considerato anche un attore sconosciuto non solo nonostante tutti i lavori che aveva svolto in età adolescenziale, per poi trovare un po’ di notorietà nel film di un quinquennio prima, ‘American Psyco’, che proprio quest’anno compie venticinque anni.
Dal canto suo, Bale, già in quel periodo, nell’ambiente, era conosciuto per il suo facile trasformismo fisico nei ruoli. In più, veniva dal successo dell’inquietante ‘Non ho sonno’. Quindi doveva recuperare un bel po’ e per quanto fosse debilitato non ci mise neanche molto. sotto la guida di nutrizionisti esperti, Christian Bale riuscì non solo ad aumentare di peso, di ben 26 chili, mangiando alimenti ricchi di carboidrati come il pane e la pasta.
Solo in un secondo momento riuscì ad ottenere anche massa muscolare e una volta ottenuto la parte aumentò di altri 18 chili. Insomma, un vero e proprio tour de force che lo portò ad essere pronto al momento del primo ciak che si ebbe nel marzo del 2004. Ma prima di raccontare il film non abbiamo ancora completato la scelta degli altri attori.
Da un lato ci sarebbe poco da dire per quanto riguarda il ruolo di Alfred Pennyworth, Nolan andò dritto su Michael Caine. Per quanto riguarda i due antagonisti vennero scelti gli attori Cillian Murphy, come detto prima, e Liam Neeson. Ma per quanto riguarda il Commissario Jim Gordon la scelta apparve più ardua del previsto.
Erano in lizza nomi come: Kurt Russell e Dennis Quaid, ma alla fine virò su Gary Oldman, il quale gli garantiva un’interpretazione più misurata. E per quanto riguarda il personaggio femminile? Ovvero la donna che Batman dovrà salvare…
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