Il 15 giugno del 2005 usciva il primo capitolo della trilogia di Nolan interamente dedicata all’uomo pipistrello

In effetti il personaggio femminile in ‘Batman Begins’ merita, di fatto, quasi un capitolo a parte, considerando anche come sarà sviluppato nel corso non tanto dell’intera trilogia, semmai nei primi due capitoli. Infatti, Rachel Dawes, viceprocuratore distrettuale della città di Gotham City non è mai stata menzionata in nessuna storia a fumetti dell’uomo pipistrello. Come ormai è risaputo, l’uomo di legge che combatte il crimine, oltre al Commissario Gordon è Harvey Dent, il quale, poi, nel proseguo delle storie a strisce diventerà un acerrimo nemico dello stesso Batman, diventando ‘Due facce’.

Ma secondo Goyer, oltre che Nolan, lo storico personaggio di Harvey Dent non avrebbe avuto giustizia, un bel paradosso per una persona, seppur fittizia, la cui responsabilità era l’applicazione della legge. Così si decise di puntare tutto sulla donna che avrebbe fatto battere il cuore a Bruce Wayne. In lizza per il ruolo c’erano: Sarah Michelle Gellar, all’epoca famosa per la serie televisiva ‘Buffy – L’ammazzavampiri’ e Rachel McAdams. Alla fine, la spuntò Katie Holmes, in cui quello stesso periodo era altrettanto famosa la serie tv ‘Dawson Creeck’.

La ciliegina sulla torta, per quanto riguarda il completamento del cast, furono i nomi Tom Wilkinson, con il quale lo stesso Bale aveva recitato in tempi non sospetti, e l’attore americano più istituzionale della storia del cinema moderno: Morgan Freeman.

Delineato il cast, come già ricordato nella prima parte di ieri, il primo ciak del film venne battuto nel marzo del 20024 e la prima scena che venne girata fu proprio questa.

Il motivo per cui girarono prima questa sequenza era dovuto dal fatto che il ghiacciaio si sarebbe poi sciolto, mentre la Batcaverna venne, come logico che fosse, ricostruita in studio con una cascata artificiale grazie allo scenografo Nathan Crowley. Nonostante tutti questi sforzi economici, rappresentati da ben 150 milioni di budget, il punto fondamentale era un altro. un elemento che abbiamo solamente sfiorato fino adesso e che ora è il momento di approfondire non attraverso la solita struttura della recensione.

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A distanza di venti anni dall’uscita è inutile sviluppare attraverso cui si cerca di capire se sia o no un capolavoro una certa opera cinematografica, apparirebbe pleonastico. Semmai è più importante comprendere il perché non solo è considerato un caposaldo del genere ma, allo stesso, tempo è diventato anche un fenomeno di culto. Infatti, ‘Batman Begins’, anche se prende spunto da un altro cinecomic già citato in questo articolo, si trasforma come punto di riferimento per tutti gli altri che verranno realizzati.

La versione di Nolan, nella sua essenza, gioca molto non proprio esattamente sulle origini del supereroe, ma semmai sull’aspetto psicologico che nel 1989 non venne considerato. Certo, come raccontato nella prima parte, il trauma, seppur romanzato, di Bruce Wayne viene mostrato ma non approfondito come nel reboot di venti anni fa avviene.

Con un montaggio veloce, dialoghi diretti e mai banali, con una sceneggiatura che mira a non stancare ma semmai a tenere alta la concentrazione, il film si pone non come un classico film da supereroe. È, per dirla con linguaggio di un tempo, un blockbuster di alta classe. Un film d’azione intelligente, con una trama che nasconde molti messaggi sia impliciti che espliciti; toccando un problema di fondo, sociale, quello della ‘povertà voluta’ che sfocia in delinquenza dettata dalla disperazione e non solo.

Un film in cui le musiche non completano le emozioni mostrate dagli interpreti, ma le accompagnano in un viaggio fatto di paura, follia, malinconia, di tempi che potevano essere e che non sono stati, di oscurità, di rabbia, di coraggio e di speranza. Un cinecomic che alla fine non sembra neanche appartenere a questo genere del grande schermo. è un’opera cinematografica a sé stante, un gioiello in cui non un solo genere ma diversi tipi di generi trovano spazio: l’action, come già indicato, il drammatico, il fantastico, il thriller e, non è tanto per scriverlo o per abbellire ancor di più questo reportage, il sociale.

In ‘Batman Begins’, nonostante i punti di riferimento provengono dalla fantasia di Bob Kane, sono proprio gli antefatti ad essere presi in prestito o quantomeno ispirati da alcune tristi realtà che ci circondano. Bruce Wayne, nella sua essenza, è una persona traumatizzata quando aveva solamente undici anni o quando lo sostiene moralmente, anche se non manca l’ironia e

Ironia, dunque, non solo come questa ma anche frasi e massime che non sono solamente utili per lo spettacolo o comunque per rendere più appetibile il film, no. Sono tutti pensieri attinenti alla trama e pronunciate nel contesto giusto, ma di questo ve ne parleremo più avanti. dicevamo, dunque delle origini mostrate dallo stesso Nolan, fin dall’inizio.

Il punto di riferimento era il ‘Superman’ di Richard Donner, interpretato dal compianto Christopher Reeve’. Ebbene, quando il regista inglese volle un attore semisconosciuto, come detto già prima, fece centro scegliendo Christian Bale e per le prime scene, seppur con un andamento più celere rispetto al film del 1978, Nolan fa in modo che, proprio come Donner, Batman esce a metà film.

La sua prima azione è talmente rapida che le veloci inquadrature non sempre aiutano nel farci capire cosa stia facendo veramente l’uomo pipistrello. Ma di fatto è una scelta ben ponderata, coerente con quanto appreso dallo stesso personaggio grazie alla cosiddetta ‘Setta delle Ombre’, con il motto: teatralità ed inganno sono armi potenti agli occhi dell’avversario’.

Non solo, l’addestramento è solo un ulteriore dettaglio che ci riporta sempre all’elemento psicologico. Un dettaglio che ha permesso sia allo sceneggiatore che al regista di approfondire il concetto della paura e, per quanto riguarda, Christian Bale, di mostrarla, in relazione alla scena della grotta; quella paura mista a rabbia, la quale, a sua volta, stava quasi per sfociare nel gesto più estremo possibile prima di essere una luce per sé stesso, per la sua oscurità e per rappresentare la luce per la città in cui vive.

D’altronde: se vuoi instillare la paura verso gli altri, prima devi controllare la tua o quantomeno ‘devi bearti delle paure degli altri’; come detto frasi non proprio scelte a caso.

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