Il 15 giugno del 2005 usciva il primo capitolo della trilogia di Nolan interamente dedicata all’uomo pipistrello

Da un supereroe all’altro, si potrebbe dire, ed il rilancio di una nuova rubrica. Si, esordiamo subito così questo pomeriggio e c’è un’unica ragione che ci spinge a farlo: sono più o meno questi i due ingredienti di questo nuovo speciale tutto interamente dedicato ai venti anni di uno dei cinecomic più sorprendenti di sempre.

Un film che riuscì a seguire la scia di un altro supereroe, apparso sul grande schermo un triennio precedente ma pur sempre amato dai ragazzini o comunque dai più piccoli e non solo, diciamo la verità, ma con un timbro ancor più realistico, in maniera del tutto spiazzante, riuscendo a riscrivere, nella sua totalità, le regole del genere cine fumettistico. Dall’altro una rubrica, appunto, che non è mai riuscita a decollare definitivamente da quando l’abbiamo proposta per la prima volta più di qualche settimana fa: tranne oggi.

Si, perché ‘Weekend Movie’ dovrebbe rappresentare il nuovo volano su cui si dovrebbero poggiare un po’ tutte le nostre celebrazioni cinematografiche e che, a sua volta, tende a sostituire per sempre la vecchia rubrica conosciuta come: ‘Film consigliato’. E dunque quale migliore occasione, appunto, per far ripartire questa idea con quello che fu, giusto venti lunghi anni orsono, il primo leggendario capitolo della trilogia voluta, ideata, scritta e portata sullo schermo dal visionario regista inglese Christopher Nolan? E non fa niente che, a dispetto del nome della rubrica, quest’ultima riparte di giovedì.

In fondo, si tratta di una nuova inaugurazione: e proprio per questo iniziamo subito a dire: andiamo con ordine. Era il 15 giugno del 2005 quando nei cinema di tutto il mondo uscì la nuova versione sul grande schermo di Batman. Uscì dopo una pausa durata per ben 8 lunghi anni. L’ultimo avvistamento sul grande schermo dell’uomo pipistrello risale al 1997 e George Clooney, che in quell’occasione prese il posto del compianto Val Kilmer, che lo interpretò giusto due anni prima; ormai trenta anni fa.

Ma a sua volta lo stesso Val Kilmer venne contatto dalla Warner Bros per sostituire Michael Keaton, voluto insistentemente, per i primi due capitoli datati 1989 e 1992, dall’altrettanto e visionario regista: Tim Burton. A distanza quasi trentasei anni esatti, visto che il primo Batman cinematografico uscì, negli Stati Uniti d’America il 23 giugno del 1989, quei due primi episodi tracciarono un solco altrettanto profondo nel genere.

Burton vinse la propria sfida chiamando un attore comico in una parte tremendamente drammatica, a dispetto proprio del genere; nonostante si tratta comunque di un film ispirato ad uno dei fumetti più importanti della cultura pop, il cui primo numero risale al 1939. Anche se molti affermano che la prima pubblicazione o quantomeno la prima apparizione di Batman, in via del tutto ufficiale, risalga ad ottantacinque anni orsono.

Al di là di questo dettaglio, storico, le cronache di venti anni fa ci raccontano l’inizio di quella che sarebbe stata una delle trilogia più sorprendenti della storia del cinema. Per qualcuno, esagerando anche un po’, la considera la miglior trilogia di tutti i tempi.

Nei fatti questa espressione, questo giudizio, molto di parte, è comunque figlio di una convinzione che gli stessi tre film, dalla prima fino all’ultima scena, sembrano non mostrare difetti. Eppure, semmai ce ne fossero, non riguarderebbero questo primo capitolo inaugurale.

In precedenza, abbiamo sostenuto che ‘Batman Begins’ è stato scritto dallo stesso Nolan. In verità le cose sono andate diversamente. Nolan, nonostante tutto, rappresenta il motore, il fulcro di tutto il progetto cinematografico, ma la sceneggiatura, quando venne proposta alla Warner Bors, vedeva la firma di David S. Goyer, anche se su alcuni siti internet lo stesso regista inglese viene indicato come coautore dello script.

Tutto ebbe inizio nel 2003 quando la stessa Warner Bros era intenzionata a contattare Christopher Nolan per proporgli la regia del kolossal ‘Troy’. Dal canto suo, Nolan, declinando l’allettante offerta, propose alla stessa casa di produzione un’idea innovativa su come rilanciare o quantomeno riportare sul grande schermo l’uomo pipistrello.

A quei tempi, Nolan veniva dai successi di film come ‘Memento’ e ‘Insomnia’, in cui diresse due mostri sacri del grande schermo come Robin Williams e Al Pacino. Per quanto riguarda David Samuel Goyer, questo il suo per esteso, era già conosciuto nell’ambiente per aver firmato sceneggiature dal titolo: Colpi Proibiti, film interpretato da Jean Claude Van Damme, il sequel de ‘Il Corvo’ nel 1996, e lo show tv ‘Dark City’, che sarebbe un adattamento televisivo sul personaggio della Marvel Nick Fury.

Non solo: lavora anche alla prima e storica trilogia di Blade, diventando autore del primo capitolo. Successivamente si ripete anche per il sequel; mentre per quanto concerne l’ultimo capitolo ne è direttamente il regista. tutto questo tra gli anni che vanno tra il 1998 ed il 2002. Due anni più tardi gli viene offerta, su un piatto d’argento, la grande occasione proprio grazie a Christopher Nolan.

La sceneggiatura, come detto, Goyer la scrisse insieme al regista britannico per tutto il 2004. L’approccio della storia o comunque la struttura stessa della trama avrebbe ricalcato, non a caso, il ‘Superman’ di Richard Donner, realizzato nel 1978; primo vero capostipite del genere cinefumettistico, raccondando, dunque, le origini del supereroe.

Ci sarebbe da fare una precisazione: nella storica versione del 1989, diretta da Tim Burton, le origini dell’uomo pipistrello non è che non vengono raccontate o non mostrate, semmai viene svelato verso la fine del film prima dello scontro finale con la storica nemesi; il trauma di Bruce Wayne viene proposto con una pesante ma significativa licenzia poetica da parte di Tim Burton.

Una licenza poetica che, come vi abbiamo riproposto da queste immagini condivise da youtube, era riuscito, solo in quel momento, in quel film del 1989, il ancor più evidente il trauma del miliardario che deciderà di combattere il crimine, esaltando, allo stesso, tempo le doti interpretative ed espressive di Michael Keaton. Quella scena permise, allo stesso attore, di venir considerato il Bruce Wayne per antonomasia e sedici anni più tardi il punto era, dopo i fallimenti di Val Kilmer e di George Clooney, chi si sarebbe legato quella patata bollente?

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