L’Unione Europea intende diventare climaticamente neutra (a zero emissioni di CO2) entro il 2050. Ciò richiederà l’abbandono dell’utilizzo del carbone in tutti i processi produttivi, compreso il settore delle costruzioni edilizie. Questo settore è responsabile di circa il 40% delle emissioni di CO2 a livello globale. L’acciaio e il calcestruzzo, in particolare, richiedono enormi quantità di energia per essere prodotti. È necessario quindi un cambiamento di paradigma per sostituire questi materiali con altri naturali e più ecologici. Il legno, per esempio, offre una valida alternativa.

Inoltre, l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e il riciclo delle acque e dei rifiuti prodotti, contribuisce ulteriormente alla realizzazione di abitazioni eco-sostenibili. Questa tendenza si riflette nella sempre maggiore diffusione delle “tiny house”, termine inglese per definire le mini-case.

Queste abitazioni possono essere mobili o fisse. Autonome al 100% oppure con la necessità di essere collegate agli scarichi fognari e alla rete elettrica. In ogni caso, la caratteristica comune è quella di essere piccolissime (anche meno di 10 metri quadrati) e di contenere tutto il necessario per garantire uno stile di vita comoda e a diretto contatto con la natura.

Questo concetto di casa è già molto amato negli Stati Uniti e nel Nord Europa. In questi anni, la moda si sta diffondendo anche in Italia, pur avendo, il nostro paese, una regolamentazione piuttosto complicata.

C’è chi sceglie le mini-case perché́ vuole vivere viaggiando (e con lo smart working questo sogno si può̀ oggi realizzare più facilmente) e chi le acquista come casa per le vacanze. Ma la scelta ricade su questo genere di abitazioni anche perché sono un conveniente mezzo per evadere dalla città e stare vicino ad un lago, una spiaggia, in campagna o in montagna, ma comunque sempre immersi nella natura.

Le dimensioni partono dalle più piccole, pari a circa una stanza di 7/8 metri quadrati, fino ad arrivare ai 50 mq per le versioni più grandi. Occorre però tenere in considerazione che, trattandosi di abitazione che possono e devono essere spostate, la loro grandezza non può essere elevata.

Le pareti dell’abitazione vengono realizzate sempre con materiali naturali, dalle elevate performance, sfruttando anche i concetti derivanti dalla bioedilizia, termine usato per indicare certe modalità di progettazione, costruzione e gestione di un edificio volte a preservare l’ambiente, riducendo l’impatto negativo su quest’ultimo. Oggi si realizzano mattoni anche con gli scarti del riso.

Il modello di mini-casa, che sembra poter diventare dominante in futuro, è quello “scandinavo”. Un prefabbricato molto funzionale, dalle linee pulite, immerso in una natura incontaminata, e costruito con un grande uso di materiale riciclato, in legno e metallo.

Tra i migliori esempi mai costruiti c’è quello progettato e realizzato dall’architetto Pekka Littow, che ha usato abete finlandese e compensato di betulla per realizzare una casa straordinaria. L’ha chiamata ‘Majamaja’. Si trova a strapiombo su una costiera rocciosa, appena fuori Helsinki.

L’abete usato per gli esterni, dipinto di nero, attira il sole (che da quelle parti non abbonda) e questo serve a ricaricare i pannelli fotovoltaici che, in maniera del tutto ecologica, producono acqua calda ed elettricità. Un sistema di trattamento delle acque reflue, a circuito chiuso, fornisce il resto.

I rifiuti delle toilette a secco vengono compostati e riutilizzati come fertilizzante.

La bellezza della struttura sta, soprattutto, nel progetto minimale, in stile nordico. La veranda, per esempio, sembra un piccolo balcone di legno affacciato direttamente sul mare del nord.

All’interno, un angolo cottura e un bagno con doccia e toilette a secco. I mobili sono “salvaspazio”, visto che si ripiegano sul muro quando è necessario, per massimizzare ovviamente l’uso degli spazi.

‘Majamaja’ è un’unità abitativa completamente ecologica e funzionante a zero emissioni. L’unità è prefabbricata, trasportabile e può essere montata in luoghi anche remoti ed isolati.

Un altro esempio di architettura in legno e altamente sostenibile è la cabina-ufficio, realizzata dallo studio di architettura Hello Wood Studios di Budapest.

La cabina è una minuscola casa isolata e insonorizzata che può funzionare come postazione di lavoro, stanza giochi o luogo tranquillo dove rilassarsi o fare esercizio fisico.

L’obiettivo dell’abitazione è creare uno spazio altamente funzionale. L’interno, molto accogliente, è caratterizzato da pannelli in legno di pino silvestre naturale e grandi finestre. La cabina ha l’interno completamente isolato e offre comfort in inverno, mentre l’aria condizionata integrata protegge dal caldo estivo.

Una presa elettrica assicura che gli utenti possano caricare laptop e telefoni. La cabina è prodotta utilizzando tecnologie all’avanguardia. Grazie al basso consumo energetico, potrebbe diventare il modello per l’ufficio del futuro.

Majamaja e le “tiny-house” potrebbero diventare molto diffuse in futuro in Europa. Il motivo, oltre alla crisi abitativa e al bassissimo costo, è la ricerca di soluzioni che siano sempre più ecologiche e a zero impatto sull’ambiente. Inoltre, queste case offrono la possibilità di vivere in luoghi oggi impensabili e a contatto immersivo con la natura.

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