Grazie al marchio IKEA, la multinazionale svedese fondata da Ingvar Kamprad, l’architettura e il design nordico è, oggi, conosciuto in tutto il mondo.

Vengono normalmente scelti materiali grezzi, come legno e pietra, e i progetti massimizzano ovunque l’impatto della luce naturale.

C’è anche la convinzione che gli spazi debbano essere adattabili e gli edifici facili da smontare. Ogni cosa sembra imitare colori e contorni ereditati dal mondo naturale. È un’estetica basata su semplicità, minimalismo e funzionalità, quasi sempre rappresentata da edifici altamente sostenibili.

Il legame tra natura e business, nei Paesi del Nord Europa, è fortissimo e fa parte di una eredità culturale accresciuta sempre più a partire dalla seconda metà del ‘900. Non è un caso che Greta Thunberg sia svedese. Per questi popoli, “la sostenibilità è parte di ogni cosa”.

È riduttivo pensare che dietro questa attenzione, ci siano fattori climatici. Potremmo infatti pensare che l’assenza di luce per la maggior parte dell’anno e le temperature molto basse, abbiano favorito il comune senso di danesi, finlandesi, svedesi, norvegesi e islandesi di creare spazi che esaltino la luce e trattengano il calore.

In realtà le politiche sociali, adottate in questi territori, sono state altrettanto determinanti. La crisi petrolifera degli anni ’70 è stata infatti un elemento decisivo che ha portato questi Stati a modificare il sistema fiscale e a trasformare i regolamenti edilizi in modo che gli architetti si concentrassero sul risparmio energetico sin dalle fasi iniziali della progettazione.

Non a caso i costruttori nordici sono stati i primi al mondo ad individuare i vantaggi dell’uso del “Building Information Modeling” (BIM) e dei principi di “generative design”.

Sostenibilità, riciclo e gestione dell’intero ciclo di vita di un oggetto e di un edificio, vengono considerati prioritari già nelle prime fasi di disegno.

Vediamo tre progetti che incorporano al meglio questi straordinari concetti.

La clinica psichiatrica di Nuuk.

Situata appena fuori dal centro della città di Nuuk, capitale della Groenlandia, la clinica psichiatrica gode di una splendida posizione di fronte alla baia e offre vedute spettacolari sulle isole del fiordo.

Lo studio svedese White Arkitekter, vincitore dell’appalto per la progettazione della nuova struttura, ha dovuto valorizzare al meglio l’ubicazione artica del sito. Temperature sottozero, venti sferzanti, clima umido, lunghi periodi di oscurità invernale, tempi di costruzione brevi e materiali di origine locale insufficienti o assenti.

Inoltre, nonostante le condizioni avverse, il progetto doveva realizzare un edificio in grado di migliorare il contatto con la natura, sia per i pazienti sia per il personale. Ogni stanza, corridoio e area pubblica è stata pensata per avere un aspetto rilassante e naturale, al fine di ridurre lo stress e favorire i risultati terapeutici.

Il team si è avvalso quindi della posizione sul mare del sito e ha utilizzato l’illuminazione dinamica per rimanere in sintonia con i ritmi naturali della luce del giorno e favorire la sensazione di calore prodotta dal breve sole nordico.

La struttura offre ai pazienti esperienze all’aperto che contribuiscono a ridurre la sensazione di restrizione. Un giardino interno, affacciato sull’atrio, semi-climatizzato e acusticamente indipendente dal resto dell’edificio, è stato concepito per permettere ai pazienti di avvicinarsi alla natura e può essere adattato, anche, al mutamento delle stagioni.

Il carcere di Holmsheidi.

Quando si parla di carceri e sostenibilità, bisogna trovare un equilibrio tra le sfide ecologiche, la cura e il comfort dei detenuti e le regole e le restrizioni giudiziarie legate alla detenzione.

La sicurezza dei detenuti e del personale è ovviamente l’obiettivo principale. Ogni elemento costruttivo, a partire dalle cerniere e dagli elementi di fissaggio, deve essere contemporaneamente inespugnabile e compatibile con i principi di sostenibilità del progetto.

Il carcere di Holmsheidi, alla periferia di Reykjavik, ha ottenuto numerosi riconoscimenti grazie ad un design innovativo che associa obiettivi architettonici complessi e non convenzionali con principi eco-sostenibili.

Holmsheidi ospita tre tipi di detenuti con esigenze e prescrizioni giudiziarie diverse. Inoltre, essendo la prima prigione costruita in Islanda, dalla fine del 1800, ha rappresentato un progetto di alto profilo e particolarmente delicato nell’intervento.

Il governo islandese aveva tre obiettivi di sostenibilità. Oltre a quelli ecologici per ridurre al minimo l’impatto ambientale, si doveva garantire l’efficienza in termini di costi di gestione dell’edificio, soprattutto per quanto riguarda il consumo energetico e la manutenzione. Inoltre, il fabbricato doveva promuovere la sostenibilità sociale attraverso miglioramenti proattivi della vita dei detenuti.

Holmsheidi ospita detenuti che scontano condanne brevi, detenuti in attesa di giudizio o del completamento del processo, ed è la prima prigione femminile di Islanda. Questi tre gruppi hanno ognuno esigenze specifiche e devono essere rigorosamente separati gli uni dagli altri. La detenzione deve essere controbilanciata da un trattamento umano adeguato e dalla successiva riabilitazione.

Il carcere è composto da una stazione di guardia, di forma cilindrica, costituita da un grande lucernario. La stazione, posta al centro del complesso, accorcia le vie di comunicazione e aumenta la sorveglianza.

Il secondo elemento distintivo sono i cortili interni. Quest’ultimi lasciano entrare la luce del giorno nelle celle, consentendo la possibilità, ai detenuti, di trascorrere del tempo all’aperto. Il terzo elemento caratteristico sono le particolari sporgenze delle celle. Queste hanno il duplice scopo di garantire, a ciascun detenuto, la vista e la luce del giorno, limitando contemporaneamente il cono visivo, in modo che non sia possibile vedere da una cella all’altra.

Particolare attenzione è stata posta anche ai materiali di costruzione, che si fondono perfettamente con i colori del paesaggio circostante.

L’edificio Kaj 16 di Göteborg.

Il nuovo edificio multipiano, attualmente in costruzione sul lungomare di Göteborg, in Svezia, eviterà il tradizionale vetro e acciaio a favore del legno, diventando la più grande struttura in legno d’Europa.

Adagiato su una base trasparente che collega la banchina con i negozi e la zona pedonale, il Kaj 16 è composto da uffici, hotel e unità abitative. Il progetto utilizza diverse varietà di legnami svedesi, oltre ad erbe e arbusti che prosperano nei microclimi presenti alle diverse altezze.

La base dell’edificio è stata in gran parte recuperata dalla costruzione già esistente nel sito.

Il gruppo di progetto ha ideato opzioni modulari che consentono di convertire facilmente gli spazi interni da commerciali a residenziali e viceversa.

Gli strumenti di “generative design” semplificano l’analisi dell’impatto della luce solare, del vento, del freddo e dell’acqua piovana sul fabbisogno energetico dell’edificio e aiutano a prevedere l’effetto degli agenti atmosferici sulla struttura esterna, in legno.

I progettisti stanno anche pianificando un eventuale smontaggio, per permettere la trasformazione del sito in una destinazione d’uso del tutto nuova, in futuro.

Anche questo progetto, come gli altri, fornisce un esempio perfetto di come il design possa promuovere i valori nordici e esprimerli in modo innovativo, con una specifica attenzione ai costi e alla sostenibilità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *