Nella storia delle singole trilogie di ‘Star Wars’, in modo particolare per quella classica o per non dire quella originale, la data del 25 maggio rappresenta molto di più di un semplice giorno; rappresenta l’inizio e la fine di un percorso cinematografico che ha tracciato una via, segnando per sempre un’epoca a cui fare riferimento. Perché da quel 25 maggio in poi i film di genere Fantasy non sarebbero stati più gli stessi.

Se nel 1977, nel giorno indicato, George Lucas, stupiva il mondo con il primo film in assoluto della saga, nel 1983, cioè giusto 40 anni fa, si doveva assicurare che il lavoro svolto fino a quel momento non si rivelasse inutile. Un lavoro certosino, paziente, che lo aveva portato a creare un mondo, trasformato successivamente, in un vasto universo sia cinematografico che televisivo.

In fondo lo abbiamo detto più volte in tutti questi anni: l’ultimo film di una trilogia è molto, ma molto importante. E’ l’apice di un discorso finale, rappresenta la parte finale di un racconto complesso che meritava, in tutto e per tutto, una suddivisione doverosamente in più parti.

‘Il ritorno dello Jedy’ ne è ancora l’essenza di quello che stavamo dicendo. Molto probabilmente la saga di ‘Guerre stellari’, dal punto di vista generale, era in tutto e per tutto il più fulgido esempio di come si costruiva un progetto cinematografico. I sequel, dopo il primo capitolo del 1977, non furono frutto della mera improvvisazione, no. Erano la prova di uno studio quasi a tavolino, per una storia molto articolata da proporre in un solo film.

In effetti, come abbiamo anticipato nell’ultimo dei tre episodi precedenti, George Lucas aveva manifestato la volontà di suddividere in ben nove capitoli questa sua opera spaziale e quella raccontata a partire dal 1977, fino a quaranta anni fa, era solamente la parte centrale di un discorso ben più ampio.

In quelle tre sceneggiature, menzionate sempre nell’appuntamento precedente, c’era la volontà del regista di mettere dei punti fermi ad un’idea che inizialmente trovava fatica a sviluppare. Eppure, tutto questo il pubblico mondiale non lo sapeva o quantomeno non se lo immaginava neanche cosa realmente ci fosse dietro.

I vari fans della saga, precisamente dei primi due film, erano solamente ansiosi di sapere come andava a finire quella storia, senza essere a conoscenza che quella era solamente una piccola parte, una parte centrale. A distanza di quaranta anni esatti le attese non furono comunque disattese. I personaggi immaginari di Luke Skywalker, de La Principessa Leia, e non Leila come tradotto in primo momento dai nostri doppiatori, e di Han Solo, e non Ian, entrarono definitivamente nell’immaginario collettivo.

Grazie a loro i tre attori principali Mark Hamill, Carrie Fisher ed Harrison Ford divennero delle star mondiali. Soprattutto quest’ultimo da un paio di anni era già diventato una star per aver inaugurato, due anni prima, un’altra saga cinematografica entrata nella storia: quella di Indiana Jones e di cui vi parleremo nelle prossime settimane.

Carrie Fisher aveva già lavorato in precedenza anche insieme a Dan Aykroyd e John Belushi nel film cult ‘The Blues Brother’, ma aveva bisogno di un’ulteriore spinta. Mentre Mark Hamill, dopo qualche comparsata nei vari telefilm dell’epoca, divenne uno degli attori più famosi del momento. Insomma, la loro vita era cambiata, ma in pochi sapevano del loro scetticismo al momento della formazione del cast. Nelle audizioni sia Mark Hamill e Carrie Fisher erano molto scettici sui dialoghi stessi del primo storico film. Particolare non di poco conto che, nella sua essenza, serve a completare il discorso storico sulla genesi di quella che è di fatto la trilogia madre rispetto alle altre realizzate successivamente.

Se Hamill e Fisher volevano partecipare a quello che era un film molto particolare, Harrison Ford, dal canto suo, non voleva neanche saperne di provare ad entrare a far parte del cast. Il destino, però, volle che fosse lui il contrabbandiere spaziale disilluso e simpatico.

Per dare una mano a Lucas, Ford dava le battute agli aspiranti attori durante le audizioni e il suo modo di entrare nel personaggio rispetto che si era proposto originariamente lo portò ad essere promosso battendo la concorrenza addirittura Kurt Russell. Mark Hamill, invece, superò quella di un altrettanto giovane William Katt, che divenne famoso per la serie televisiva ‘Ralphsupermaxieroe’, mentre Carrie Fisher la spuntò contro attrici all’epoca molto famose più di lei.

Dicevamo del pubblico, dei fans e di tutti gli addetti ai lavori che in quel 25 maggio erano ansiosi di sapere come la storia sarebbe finita, dopo aver scoperto, nel capitolo precedente, un colpo di scena a dir poco scioccante sul protagonista principale, Luke Skywalker: il terzo capitolo doveva in tutti i modi soddisfare la curiosità di chiunque lo guardasse, dopo che il secondo capitolo, seppur più cupo, aveva convinto proprio tutto il mondo; venendo considerato, a sua volta, il migliore della saga.

Un terzo capitolo che aveva visto una lavorazione di sceneggiatura abbastanza complessa e dura. Non tanto per le idee, che erano molto chiare in Lucas, quanto relativa ad alcune problematiche in seno alla conferma di qualche attore nel cast e di alcune scelte da condividere con un suo collaboratore. Ma di questo ne parleremo nel cosiddetto nostro episodio cinque. In effetti, in queste lunghe settimane ci siamo divertiti a suddividere gli appuntamenti con la stessa intitolazione usata da George Lucas per i suoi film. Un omaggio doveroso, si potrebbe dire.

Nel frattempo, per completezza, dopo il prologo del primo film qui sotto vi lasciamo quello de L’impero Colpisce Ancora: Sono tempi duri per la ribellione. Nonostante la Morte Nera sia stata distrutta, le truppe imperiali hanno stanato le forze ribelli dalle loro basi nascoste e le hanno inseguite attraverso la galassia. Dopo essere sfuggito alla temibile flotta stellare dell’Impero, un gruppo di combattenti per la libertà guidato da Luke Skywalker ha stabilito una base segreta sul lontano mondo di ghiaccio del pianeta Hoth. Il malvagio Lord Darth Fener, ossessionato dall’idea di trovare il giovane Skywalker, ha inviato migliaia di sonde fino ai più lontani confini dello spazio… 

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