Male Juventus e Milan, l’Inter esce indenne dal Camp Nou

Un turno di Champions avaro di soddisfazioni per il calcio italiano, quello che si è concluso ieri sera: a parte ormai la consueta goleada del Napoli, che si è già garantito il passaggio del turno con due partite d’anticipo, le altre compagini italiane hanno racimolato poco o nulla.

L’Inter è tra le tre probabilmente quella che sta messa meglio e ha maggiori chance di andare avanti nella competizione, mentre il Milan, alla seconda sconfitta consecutiva nel giro di una settimana, vede il suo cammino complicarsi pericolosamente. Chi sta peggio è chiaramente la Juventus, la cui crisi di gioco e risultati è ormai certificata. Ma, come nostra abitudine, passiamo al racconto dei singoli match.

Ad Haifa, martedì, la Juventus aveva un disperato bisogno di punti per almeno due ragioni: restare agganciata a PSG e Benfica per sperare ancora nel passaggio del turno e ritrovare morale dopo la cocente sconfitta in campionato col Milan. Invece, sul campo del Maccabi si è vista una squadra stanca e probabilmente anche svogliata, con poca voglia di lottare, soprattutto nel primo tempo.

E infatti è stato proprio nella prima frazione che si è decisa la partita, con i padroni di casa in vantaggio subito, al 7′, con un colpo di schiena di Atzili che ha beffato Szczesny. I bianconeri non reagiscono e il Maccabi continua a macinare gioco trovando il raddoppio sul finire del tempo, ancora con Atzili, al termine di un ottimo contropiede.

Nella ripresa ci si attende il ritorno degli uomini di Allegri, ma sono ancora gli israeliani ad andare più vicini al gol con una traversa colpita su calcio di punizione. Il risultato non cambia e ora il cammino, per i bianconeri, si fa davvero difficile, se non impossibile, visto che soltanto la matematica non li condanna ancora alla retrocessione in Europa League. Urge una scossa a tutto l’ambiente per una stagione che sembra ormai compromessa già a ottobre.

Anche il Milan, come la Juventus, aveva assoluto bisogno della vittoria per continuare la corsa verso gli ottavi. A San Siro, doveva essere rivincita contro il Chelsea dopo la pesante sconfitta patita a Londra una settimana fa, ma purtroppo così non è stato. Partenza bloccata per entrambe le squadre, primi minuti di studio e molto tattici, poi il classico episodio che cambia il corso delle partite: al 18′ Tomori commette un’ingenuità su Mount in area, rigore – forse troppo generoso – ed espulsione del difensore.

Jorginho dal dischetto non perdona. L’inferiorità numerica si fa sentire, i rossoneri faticano a rendersi pericolosi, e infatti poco dopo la mezz’ora Aubameyang trova il raddoppio con il classico gol dell’ex. Nella ripresa la musica non cambia, gli uomini di Pioli ci provano, ma il Chelsea gestisce bene il pallone senza mai correre rischi troppo grossi. Gli inglesi portano a casa 3 punti fondamentali in chiave qualificazione, mentre per il Milan nulla è ancora compromesso visto il ritardo di soli 2 punti dal Salisburgo attualmente secondo nel girone.

Mercoledì, nel tardo pomeriggio invece, il Napoli si giocava la possibilità di chiudere con largo anticipo il discorso qualificazione affrontando di nuovo, a distanza di 8 giorni, un Ajax che si presumeva dovesse avere il dente avvelenato per la pesante sconfitta della settimana scorsa. Invece, come al solito, gli azzurri sono partiti fortissimo e dopo un quarto d’ora erano già avanti di due reti, grazie a Lozano, splendidamente servito da Zielinski, e a Raspadori.

Così, i partenopei, senza strafare, in pieno controllo del match, chiudevano la prima frazione. Nel secondo tempo, la partita sembra prendere una piega diversa col Napoli che si abbassa troppo, e con gli ospiti che accorciano le distanze Klaassen dopo soli 4 minuti.

E’ un gol che fornisce una scossa agli uomini di Spalletti che ricominciano a macinare gioco fino a trovare un rigore fischiato per un fallo di mano, che Kvaratshelia trasforma magistralmente. Gli ospiti quindi reagiscono, il Napoli arretra di nuovo e un secondo calcio di rigore, finalizzato da Bergwijn riporta i lancieri in partita soltanto per pochi minuti, visto che poco dopo, il rientrante Osimhen trova di rapina il gol del definitivo 4 a 2.

Inutile sprecare ulteriori aggettivi per definire questo straordinario inizio di stagione dei partenopei. A parlare sono i numeri: 12 punti in 4 partite, 17 gol fatti e 4 subiti, e qualificazione già portata a casa. Nessuno, nemmeno i diretti protagonisti, potevano immaginare una partenza del genere qualche mese fa.
Dopo le accesissime polemiche di una settimana fa, l’Inter era attesa dal clima infuocato del Camp Nou e da un Bracellona che voleva immediatamente vendicarsi per i torti subiti. Ne è venuta fuori una partita spettacolare e ricca di emozioni.

Primo tempo con buone occasioni da una parte e dall’altra (Dzekko colpisce anche una traversa), ma a passare sono i blaugrana al 40′ con Dembele. Nella ripresa, nell’arco di meno di un quarto d’ora, i nerazzurri ribaltano il risultato con due splendidi gol di Barella e Lautaro Martinez, che finalmente interrompe il suo digiuno che durava da troppe partite.

Il Barcellona ovviamente non molla e, a questo punto, si accende la sua stella più lucente, Robert Lewandowski, che prima trova il pareggio e poi, dopo il nuovo vantaggio degli uomini di Inzaghi con Gosens a un minuto dal termine, trova il definitivo pareggio con uno splendido colpo di testa.
Il risultato è comunque positivo per l’Inter, che ora a disposizione un bel match point, visto che basterà una sola vittoria nelle prossime due partite per garantirsi matematicamente il passaggio agli ottavi.

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