Fresche, colorate, sfiziose, dure, gommose, tradizionali, innovative le caramelle sono le protagoniste di ogni palato, regalando momenti di piacere. Probabilmente gli uomini delle caverne avevano già inventato qualcosa di simile alla caramella, prelevando il miele dagli alveari con uno stecco per riuscire a succhiarlo.

Le prime vere antenate delle caramelle compaiono solo intorno al XI secolo, quando i Crociati di ritorno dal vicino Oriente, riportarono in patria delle barrette di zucchero

di canna che chiamavano canna mellis. Il nome nel tempo si trasformò in calamellus ed infine, nell’odierna caramella. Alcuni storici ritengono, invece, che sia la Khanda la prima caramella della storia. Prodotta in India nel IV secolo a.C. era ottenuta facendo bollire il succo della canna da zucchero in acqua e, una volta solidificato, veniva mangiato a pezzetti. Da Khanda deriverebbe il termine inglese Candy.

Fino alla scoperta dell’America lo zucchero era un materiale rarissimo, alla portata dei soli nobili e si sa che nella produzione di caramelle lo zucchero è fondamentale. Con la colonizzazione delle Americhe e lo sviluppo della coltivazione della canna da zucchero, divenne merce maggiormente diffusa, ma ancora riservata alle classi più agiate.

Nell’Ottocento, poi, con l’avvento della rivoluzione industriale, cominciarono ad essere prodotte le classiche caramelle avvolte in incarti colorati. Bisognerà, però, attendere la fine delle due guerre mondiali affinché la caramella diventi un prodotto di uso quotidiano.

Il primo passo nella lavorazione della caramella è il pre-scioglimento di acqua, zucchero e sciroppo di glucosio che dà vita ad una soluzione dolce e calda, ancora priva di gusto. Successivamente, questa soluzione passa ad una macchina di cottura che riduce la quantità d’acqua e la trasforma in massa cotta a cui va finalmente aggiunto l’aroma. Dopo di che, il composto subisce un primo mescolamento e un successivo impasto e raffreddamento. Quando la massa è più fredda e solida, passa ad una macchina stampatrice che taglia e sigilla ogni caramella. Seguono le fasi di raffreddamento, controllo al metal detector, pesatura e stoccaggio. La caramella è finalmente pronta per il confezionamento.

Le famose balsamiche Monk’s furono create in Inghilterra nel 1817 dal monaco William di Doncaster mentre preparava un infuso di erbe contro i malanni di stagione

a base di mentolo ed eucalipto, riuscì a ottenere una caramella fresca e salutare.

Il lecca-lecca moderno si deve a un imprenditore americano George Smith che nel 1908 iniziò a produrre un disco piatto di zucchero caramellato a spirale infilato su un

bastoncino con il nome Lollipop (ispirandosi al nome di un cavallo da corsa). Il trionfo di questa caramella “rivisitata” si deve a Enric Bernat e nel 1958 creò delle palline di zuccero adatte ai bambini con il nome chupa chups. Per assonanza al verbo spagnolo chupar (succhiare).

A creare il simbolo grafico una margherita gialla intorno al nome della caramella fu

Salvador Dalì durante un pranzo con Bernat catalano come lui. In Italia grazie all’ingegno di Luisa Spagnoli e Federico Seneca nascono le caramelle Rossana. Il nome prende origine dalla dama amata da Crano De Bergerac Roxanne nella famosa commedia di Rostand. Gli ingredienti sono: sciroppo di glucosio, latte concentrato e zuccherato olio di arachide, burro, nocciole, mandorle e aromi.

Negli anni’ 60 viene rilanciata con il messaggio: “Rossana un amore di caramella”.Nel 2016 la Nestlé, proprietaria della Perugina dal 1987, decide la vendita del marchio ad altro produttore, la piemontese Fida. Nel 2018 la nuova azienda proprietaria lancia sul mercato Rossana al gusto di cioccolato e l’anno successivo una versione di crema in barattolo da 200 g, costituita dal ripieno delle caramelle stesse e nel 2022 la caramella al gusto di pistacchio.

Rossana è la caramella in rosso sempre amata dagli italiani un marchio che si sta espandendo anche all’estero. L’azienda olandese Dutchh rusk ha messo nel mercato le caramelle Dragon sweets , molti consumatori le hanno considerate provocatorie e oltraggiose perché hanno forme falliche non adatte ai più piccoli.

Le famose liquirizie sono tra le più vendute ma devono essere consumate con moderazione. Un eccessivo consumo potrebbe portare sovrappeso, ritenzione idrica, mal di testa è controindicata per le persone con insufficienza renale e ipertensione arteriosa.

Un “mondo” di vivacità e gusto

A Burbank in California c’è la Jelly bean factory una fabbrica dedicata alle piccole caramelle a forma di fagiolo aperta al pubblico.

Il Dylan’s candy bar di New York ha oltre settemila tipi di caramelle, solo di gommose

ce ne sono 300 varietà e forme, oltre a lecca-lecca giganti e un albero di Natale fatto unicamente da caramelle.

A Tokyo esiste Papabubble un laboratorio-negozio dove lo zucchero si trasforma in fantastiche caramelle variopinte davanti agli occhi dei clienti. Il negozio più grande si trova a Londra M e M occupa 3 mila metri quadrati su quattro piani.

A Dubai c’è il Candylicious mille metri quadrati di sfiziose caramelle, all’interno c’è una fontana da cui sgorga un aereoplano-caramella e una piccola automobile che gira

tra gli scaffali.

Il settore dolciario delle caramelle è in continua evoluzione, caramelle innovative con

vitamine e minerali incuriosisce i consumatori, ma c’è chi preferisce mantenere la tradizione e scegliere la caramella amata sin da piccoli.

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