Ciò che è stato scoperto ieri a Bucha, da parte dell’esercito ucraino, inasprirà ancor di più il conflitto e, molto probabilmente, azzererà ogni tentativo di dialogo fra le parti. Da quando ormai circolano le immagini della strage di civili attuata dai russi in quella città lo scambio di accuse, tra il Cremlino e il resto del mondo, si è fatto sempre più fitto e sempre più acceso. Vengono rinvangati anche evidenti errori storici da parte della Nato, nella ex Jugoslavia, e da parte della degli Stati Uniti, in Iraq.

Un vortice di attacchi verbali, minacce velate, che non si sa dove effettivamente ci porterà. La volontà delle istituzioni europee, insieme a quelle di Kiev, è quella di inviare alcuni investigatori per fare luce su quanto accaduto. Joe Biden, invece, senza mezzi termini ha manifestato la volontà di processare Vladimir Putin per crimini di guerra e Zelensky?

Vladimir Zelensky continua ad apparire, instancabilmente, davanti ogni telecamera, lanciando appelli a sostenere e a non lasciar solo il popolo ucraino; cercando di convincere l’Unione Europea, la Nato e gli Stati Uniti d’America di chiudere i cieli del suo territorio. Ma sappiamo cosa comporterebbe tale scelta.

Oggi, il Premier ucraino parlerà direttamente alle Nazioni Unite. Molto probabilmente ribadirà i concetti espressi in tutto questo tempo, parole ormai conosciute e che vengono ripetute con la speranza che questa follia si possa finalmente fermare.

È vero, in più di un’occasione in questi lunghi quaranta giorni di guerra abbiamo paventato la possibilità dello scoppio del terzo conflitto mondiale, forse quasi accettandola come unica soluzione di questa tragica soluzione per fermare un capo di stato chiaramente fuori controllo. Eppure, nonostante tutto il non essere partiti in quarta ha salvato molte vite ma a quale prezzo, però?

Quello di stare a guardare mentre una piccola parte di Europa viene distrutta? Che viene massacrata per delle mire espansionistiche che sembravano essere ingoiate nei meandri più oscuri della nostra storia? certo, la nostra sembra una provocazione bella e buona.

Nessuno vuole la guerra, indipendentemente se sia mondiale o ristretta in un piccolo angolo di mondo, ma rimanere inermi e convinti che le sole sanzioni, le quali verranno inasprite ulteriormente a causa di questo massacro, possano servire a qualcosa o comunque bastano solamente questo tipo di soluzione ci si sbaglia di grosso. Servirebbe qualcosa di più.

Se estendere il conflitto non è una soluzione, quasi sicuramente far cadere Putin dall’interno sarebbe l’ideale. Per avvenire ciò servirebbe la volontà di tutto il popolo russo. Una vera e propria rivolta, insomma, contro l’uomo che sta facendo pagare colpe ad un popolo che in realtà non è responsabile di quello che sta succedendo in Ucraina.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *