Dopo un lungo periodo di rinunce a causa della situazione epidemiologica, gli italiani desiderano ritornare a viaggiare. Lo svago è un toccasana per lo spirito di ogni individuo, ovviamente, con le dovute misure di sicurezza come vaccini, tamponi e distanziamento; regole e norme indispensabili per tutelare la salute di tutti. Esplorare nuove mete autonomamente e in compagnia dei propri affetti, tenendo sotto controllo le finanze e i giorni di permanenza nei luoghi di vacanza.

Come per le strutture alberghiere, anche i campeggi sono classificati con un numero di stelle crescente a seconda dell’offerta di servizi, attrezzature, comfort e attività ricreative. Nel 1949 nasce il primo campeggio italiano in località Parco Leopardi di Torino. Si tratta della prima struttura dotata di servizi e sorveglianza con l’accesso a pagamento, oggi campeggiano più di 8,6 milioni.

Una tipologia di struttura turistica, frutto delle esigenze del mercato, e che sta assumendo sempre maggiore interesse da parte degli italiani. Questo modo di viaggiare ha una lunga storia alle spalle: i Romani usavano un carro trainato da
cavalli dove potevano riposare (la carrucola dormitoria). Allo stesso modo per secoli hanno viaggiato gitani e le compagnie teatrali; i legionari romani, invece, dormivano in accampamenti tendati (castra), come i soldati e nomadi.

Il camping come sport risale alla fine del XIX secolo dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dove iniziarono a praticarlo frequentemente.

Nel 1884 il dottor William Gordon Stables, amante della salute, benessere e natura, si fece costruire il primo veicolo Wenderer (vagabondo), un carrozzone lungo 6 m e largo 2 m, trainato da cavalli, discretamente confortevole e pratico. Muoveva i primi passi, allora,la vacanza “on the road” il campeggio, con tende e caravan.

Anche Thomas Hiram Holding inglese, si appassionò a questo modo di viaggiare attraverso le pianure americane nel 1853 con una carovana di carri. Nel 1877 viaggiò in Scozia con tenda e canoa, poi usò la bicicletta come veicolo. Scrisse libri e fondò nel 1901 l’Association of cycle campers (associazione ciclisti campeggiatori), considerato il primo camping club.

Il campeggio fu una formula adottata anche dallo scoutismo, fondato dall’inglese Robert Baden-Powell per insegnare ai giovani organizzati in campi, l’ingegnosità sfoggiati dagli esploratori dell’esercito (in inglese scout). Nel primo campo sperimentale, organizzato da Baden Poell sull’isola di Brownsea i ragazzi dormivano in tende coniche, un modello usato dall’esercito americano e inglese.

Durante il fascismo, in Italia ci furono i campi per ragazzi dell’Opera nazionale Ballila e i “Campi Dux”, raduni nazionali dei migliori Ballila (dagli 8 anni ai 1 anni) e Avanguardisti (dai 1 ai 18 anni).

Il pioniere italiano del campeggio, fu Luigi Bergera, un appassionato alpinista torinese. Per sviluppare questa nuova forma di turismo, puntò sull’automobile per portare persone e attrezzature. Nel 1932 a Torino fondò l’Auto Campeggio Club Piemonte (poi ribattezzato Associazione campeggiatori turistici d’ Italia), club esclusivo riservato ai proprietari di automobili.

La prima associazione italiana nasce nel 1932: è la A.C.C.P. (Auto Campeggio Club Piemonte) a cui segue negli anni successivi la fondazione della F.I.C.C. (Federazione Internazionale del Campeggio e del Caravaning 1932-1933), della A.C.I. (Associazione Campeggiatori Italiani-1939), della A.C.T.I. (Associazione Campeggiatori Turistici d’Italia, nata con decreto del Ministro della Cultura Popolare nel 1940), fino alla nascita di Federcampeggio (1950). A.C.T.Italia – federazione 2000 Il campeggio, per quegli anni, rappresenta una forma di turismo d’elité legato al autovettura e sono
pochi a possederne una.

Negli anni’50 e ‘60 campeggiare in Europa ha rappresentato la vacanza dell’amante della natura dall’utilizzo della tenda ad un maggior utilizzo della roulotte (o caravan), aumentando i comfort avvicinando famiglie e più utenti a questa tipologia di turismo. Con l’evolversi del mercato e della sua capacità di offerta, negli anni’70 i campeggiatori in Italia supera quelli stranieri.

Negli ultimi cinquant’anni evoluzione dei servizi offerti: bungalow, reception, uffici, market, ristoranti, discoteche, impianti sportivi etc. Siamo alla presenza, quindi, di una proposta ricettiva complessa che supera il connotato naturalistico, pur rimanendone strettamente e culturalmente collegata, sono queste le premesse che hanno portato all’evoluzione dal campeggio al camping village (maggiori confort).

Aree adibite a campeggio offrono varie opportunità di soggiorno per periodi più o meno lunghi: l’offerta va dalla semplice piazzola (per tenda/roulotte/camper) fino ai bungalow, o all’affitto di tende o roulotte già montate e pronte per l’uso.

Lo sviluppo dei servizi offerti ha portato ad avere campeggi sempre più grandi e sempre più somiglianti a villaggi vacanze o a città piuttosto che luoghi naturali, facendo così mancare un po’ dello spirito nativo del campeggiatore.
Molteplici sono le associazioni che promuovono il campeggio per avere informazioni nel dettaglio vi sono numerosi siti dedicati al turismo itinerante.

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