Qualche settimana fa, sulle note della “Marcia Trionfale” dell’Aida, la statua colossale di Ramses II – 80 tonnellate per 11 metri di altezza – veniva trasportata nella sua sede definitiva: il Grand Egyptian Museum, a Giza. Soprannominato GEM, entro la fine dell’anno questo straordinario luogo accoglierà i primi visitatori e sarà il più grande museo monotematico del mondo. Proprio all’ombra delle piramidi.

Il GEM è destinato a surclassare, in grandezza, quello delle antichità egizie, nella centralissima piazza Tahrir, a Il Cairo. Ospiterà anche il tesoro di Tutankhamon nella sua totalità.

È stato progettato dallo studio Heneghan Peng Architects, di Dublino, che si sono aggiudicati il concorso del 2002. Il museo doveva essere inaugurato nel 2011. L’apertura è però slittata di anno in anno, tra crisi politiche e finanziarie. Grazie ad un importante contributo del Giappone, finalmente il progetto è arrivato nelle sue fasi conclusive: l’inaugurazione è prevista nel 2022. L’obiettivo del governo egiziano è di attrarre 4 milioni di visitatori l’anno, raddoppiando i numeri dell’Egizio del Cairo. L’apertura parziale prevede l’esposizione di circa 5mila oggetti: assieme al colosso di Ramses II, all’entrata del museo saranno collocati altri 87 importanti reperti e 43 statue.

Il GEM è stato pensato come una monumentale porta per viaggiare nel passato dei faraoni. Situato a 25 km dalla capitale moderna e ad appena due dalle piramidi della piana della città storica di Giza, il museo acquista, proprio per la sua localizzazione, una forte identità. Una sorta di rito di passaggio dal presente alla storia.

L’opera è faraonica, da tutti i punti di vista. Impressionanti i numeri del cantiere: 5mila addetti che si alternano in tre turni, su 480mila mq di deserto (una superficie grande quanto un aeroporto internazionale). Questo spazio è distribuito tra il museo vero e proprio, il centro conferenze (oltre 130mila mq) e un complesso di edifici con funzioni ausiliarie. Troveremo quindi laboratori di restauro, una biblioteca e perfino un altro museo dedicato ai visitatori diversamente abili. Inoltre caffè, ristoranti e bookshop per più di 30mila mq. Intorno, in pieno deserto, è stata poi realizzata un’oasi di 300mila mq di verde.

Molto particolare la facciata, strutturata sul modello del cosiddetto triangolo di Sierpinski. Il progetto originale prevedeva una parete di onice traslucido, lunga un chilometro, destinata a essere retroilluminata di notte. Il particolare effetto era stato concepito come un sottile dialogo con i bianchi calcari, lucidi e lisci, che rivestono le piramidi a pochi passi. Il Triangolo di Sierpiński è un frattale, così chiamato dal nome di Wacław Sierpiński, che lo descrisse nel 1915. Il disegno è, in pratica, una figura che parte da un triangolo equilatero e viene rigenerato da una successione infinita di rimozioni, con un procedimento iterativo, su diverse scale.

Moftah, ingegnere specializzato egiziano, ha però modificato il progetto, realizzando un prospetto meno costoso, di gusto forse meno raffinato, che conserva tuttavia il motivo triangolare scelto in origine, ma in vetro e lungo circa la metà di quello originario.

Si stima che l’impatto sull’economia dell’Egitto si avvicinerà al miliardo di dollari, tra la costruzione del complesso e le ricadute sul comparto turistico che deve, però, fare i conti con la pesante incertezza politica. Il nuovo museo accoglierà 100mila reperti. Circa 5mila riguardano la collezione di Tutankhamon, il cui trasferimento è già iniziato, dopo 84 anni di esposizione nelle sale dello storico de Il Cairo. Dai suoi depositi proverranno molti altri pezzi mai esposti prima.

Il GEM nasce infatti per rispondere principalmente all’esigenza di maggiori e più adeguati spazi, oltre a migliori condizioni di conservazione per le collezioni, costrette ora in locali affascianti, ma inadeguati. Basti pensare che proprio la collezione di Tutankhamon è circoscritta a soli due gallerie in un’unica sala: uno spazio davvero esiguo per un repertorio vastissimo di pezzi.

Il museo è strutturato su una serie di livelli che vanno da un parvis monumentale esterno, ad una zona coperta. Due aree che il visitatore attraverserà muovendosi verso una grande scalinata che sale di un livello, vetrato e panoramico, da dove potrà godere della vista delle piramidi, direttamente dall’interno della struttura. Quest’ampia rampa ospiterà una selezione di sculture monumentali distribuite su tutta la sua lunghezza, mentre su entrambi i lati si svilupperanno due vaste zone espositive, le gallerie vere e proprie.

Quella principale ospiterà unicamente la collezione Tutankhamon, presentata attraverso un allestimento museografico avanzatissimo. Le gallerie del faraone bambino, al piano superiore, saranno l’attrazione principale. Esporranno per la prima volta tutti i reperti di questa collezione, ricca di 3.300 pezzi. Quando scoprì la tomba nel 1922, Howard Carter contò 5.398 reperti. Oltre ai tesori in oro (maschere funebri, diademi, sarcofagi, carri, gioielli), i visitatori potranno ammirare gli oggetti di tutti i giorni: i bastoni da passeggio, le vesti di lino, i boomerang, i giochi e le scatole contenenti semi di coriandolo e bacche di ginepro.

L’anno scorso il sarcofago esterno di Tutankhamon, realizzato in legno di cipresso dorato, ha lasciato per la prima volta nella storia, la sua tomba nella Valle dei Re per essere trasportato in un centro di restauro, a 500 chilometri di distanza. Nonostante le proteste locali, il sarcofago non farà più ritorno. Il suo restauro, fumigazione compresa, è durato otto mesi. Farà parte del nuovo allestimento insieme ai due altri sarcofagi interni della tomba. Il GEM voleva anche la mummia di Tutankhamon, che avrebbe dovuto arrivare a maggio, ma la comunità locale ha fatto valere le sue ragioni. Considerano infatti la mummia come un loro antenato e resterà pertanto a Luxor.

ll progetto è comunque quello di portare al museo altre 20 mummie di famiglie reali e i tesori di Tanis, manufatti funerari in oro, rinvenuti nelle tombe reali del Delta del Nilo, dall’egittologo francese Pierre Montet, durante la seconda guerra mondiale.

Un’interessante peculiarità di questo edificio sarà che, nelle sue molteplici zone espositive, distribuite su circa 93mila mq, si rappresenteranno molte tipologie del museo moderno. Il GEM sarà per questo anche un esempio unico di come la museografia contemporanea può proporre la comunicazione culturale, la conservazione, la ricerca e molte altre iniziative, in uno sviluppo continuo ed estremamente coinvolgente.

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