Dubai, Amsterdam, Seattle sono solo alcune città dove è possibile scegliere, come propria dimora, una casa galleggiante.

Per far fronte alla progressiva riduzione degli spazi abitativi sulla terraferma, il mercato immobiliare sta trovando nuove soluzioni per espandersi. Inoltre lo scioglimento dei ghiacciai, unito a quello delle calotte polari, sono responsabili dell’innalzamento del livello del mare. Lentamente si sta riducendo la superficie di terra disponibile sul nostro pianeta.

Le case galleggianti offrono una valida alternativa e stanno diventando sempre più popolari in tutto il mondo. Consentono infatti ai proprietari di unire due realtà: l’acqua e la terraferma, integrando spazio e comodità.

Abitare sull’acqua è una tradizione antichissima. La comunità di Gaya vive in case su palafitte, lungo la costa della città di Sandakan, in Borneo. Da sempre ritiene che la terraferma sia solo il luogo dove riposano i defunti.

Analogamente nelle Filippine la popolazione dei Bajau,  geneticamente adattata alla vita in immersione.

Venendo all’Europa, in Gran Bretagna esistono molte comunità che abitano sulle sponde dei fiumi, come i celebri ormeggi di “Little Venice”. Originali e coloratissime sono invece le case galleggianti del grachten di Amsterdam.

Oggi ci sono tante ragioni, ecologiche ed economiche, per scegliere di costruire sull’acqua. Uno dei principali motivi è risolvere, come già accennato, i problemi di spazio di molte città.

Da questo punto di vista, uno dei progetti più interessanti è il “IJBurg” ad Amsterdam. Si tratta di un vero e proprio quartiere, con i moli al posto delle vie, piazze e parchi direttamente sull’acqua.

Nei Paesi Bassi, il crescente entusiasmo per la vita accanto o sull’acqua ha, infatti, due motivi principali. In questi luoghi esistono numerose aree bonificate. In un futuro non troppo lontano, l’innalzamento del livello del mare e l’aumento delle precipitazioni renderà necessario dedicare terreni sempre più vasti con la funzione di bacini di stoccaggio di tali acque. Inoltre vivere – e lavorare – sull’acqua favorisce una sensazione di libertà e di vicinanza alla natura, che ben si coniugano con la filosofia di vita di questi popoli.

In più, è un’ottima alternativa ecologica, poiché consente di ridurre l’utilizzo delle auto. Questo grazie alla disponibilità del trasporto fluviale o all’opportunità di ormeggiare l’abitazione nei pressi del luogo di lavoro.

Anche il progetto “HafenCity” ad Amburgo mira a riunire luoghi di lavoro, spazi residenziali, cultura e tempo libero, turismo e piccoli negozi di vendita al dettaglio. Il tutto in una rete di distretti interconnessi sull’acqua. In questo caso si tratta di un progetto di riqualificazione urbana. La sfida era progettare un luogo con un’ampia gamma di servizi, pur mantenendo l’integrità architettonica del porto antico.

Con un totale di circa 7000 case, connesse a scuole, asili, centri commerciali e nuovi spazi lavorativi, la prospettiva di vivere nel distretto di Hafen diventa ogni anno più attraente, per la popolazione della città. La recente aggiunta dell’Elbphilharmonie è il fiore all’occhiello dello stile di vita moderno e cosmopolita che si è creato in questa zona.

Rimanendo sempre nel Nord Europa, lo studio di architettura Powerhouse Company, a Rotterdam, ha appena rivelato il progetto per il “Floating Office Rotterdam” (FOR). Si tratta di una struttura in legno completamente autosufficiente e neutra dal punto di vista energetico che galleggerà sul porto di Rijnhaven. In questi uffici avrà sede la “Global Commission on Adaptation”, fondata nel 2018 dall’ex segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon.

Diverse le misure sostenibili adottate nella progettazione del FOR. Le acque del Rijnhaven forniranno un’ampia fonte per lo scambio di calore dal basso, e un tetto a timpano aperto sarà suddiviso tra pannelli solari e verde. I pavimenti a sbalzo, in tutto l’edificio, ombreggeranno gli uffici più bassi dal sole, consentendo, al tempo stesso, l’alloggiamento di ampie finestre e molta luce diurna. Oltre agli uffici, il FOR ospiterà un ristorante con una grande terrazza e una piscina galleggiante sul fiume Maas.

Spostandoci in altri continenti, di grande portata sociale il progetto “Makoko” che mira a risolvere i problemi di urbanizzazione selvaggia in Africa e si adatta all’identità del luogo in cui sorge, ovvero le palafitte della laguna di Lagos. Si tratta di una vera e propria scuola galleggiante che non occupa spazio a terra e crea una serie di servizi, senza rischiare di portare la città al sovraffollamento.

Di tutt’altro genere, un altro interessante progetto. Si tratta del “Waterlovt” di Dubai, ancora in fase di realizzazione. Le abitazioni sono state pensate in linea con lo stile di vita di questi luoghi. Sarà realizzato un quartiere di case molto raffinate e dotate di ogni confort, galleggianti sul mare del Golfo Persico.

Spostandoci negli Stati Uniti, a Seattle sono state realizzate, nei pressi del porto, tantissime ville in stile country, che offrono ai proprietari spazio e privacy difficilmente reperibili in centro città.

Il “Water Lodge” è nome di questo progetto antistante il porticciolo. La municipalità ha approvato la costruzione di sole 250 case galleggianti direttamente sul Lake Union, posto iconico del lungomare. Di queste case, trenta ricercatissime sono raccolte nella pittoresca laguna che rappresenta una vera e propria comunità a sé stante in città.

Per tutti coloro che, quindi, cercano uno stile di vita confortevole e sostenibile, a contatto con la natura, il futuro è azzurro. Per quelli che poi, già oggi, vogliano stabilirsi in una città sull’acqua, Amsterdam, Dubai e Amburgo, offrono soluzioni ideali, facilmente raggiungibili, in contesti eleganti ed estremamente innovativi.

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