E’ vero: il protagonista in negativo, come si evince dal titolo da questo reportage, è proprio quell’impianto in cui è avvenuta la tragedia di quella sera. Qualcuno, in tutti questi lunghi quattro decenni, più che usare la parola che abbiamo scritto poc’anzi, senza mezzi termini, la vicenda il dramma dello stadio Heysel lo identifica con la parola strage. Da parte nostra, senza troppi giri di parole, non è esagerato, dopo aver visionato le immagini, sempre grazie a Youtube, di quella maledetta sera; della diretta di quella maledetta sera.
Dicevamo, quindi, che il protagonista è lo stadio e fino adesso non abbiamo ancora speso una parola in merito. Ciò non significa, però, che non lo faremo a partire da questa terza parte di questo; anzi, al contrario. Lo faremo nel corso del racconto drammatico di quegli eventi, addentrandoci sempre di più, senza alcuna intenzione di innescare polemiche, di quello che realmente accadde. Tralasciando, come giusto che sia, l’aspetto puramente ‘agonistico e sportivo’ di quello che era il vero evento: la finale di Coppa dei Campioni Juventus – Liverpool, vinta proprio dalla squadra bianconera per la prima volta nella sua storia.
Lo stadio Heysel venne realizzato tra il 1929 ed il 1930 e solamente oltre sessanta anni più tardi dalla fine dei lavori, esattamente nella stagione 1994/1995 fu oggetto, da parte dell’Uefa di pesanti ristrutturazioni. Prima di quel 29 maggio del 1985, l’impianto sportivo, comunque, venne utilizzato per ben quattro volte prima del match di metà anni ’80.
Una prima volta nel 1958, una seconda nel 1966, una terza nel 1974; senza dimenticare anche le prime le prime tre finali di Coppa delle Coppe: negli 1964, 1976 e 1980; fino ad arrivare all’unica finale dell’allora Coppa Uefa: 4 maggio 1983. La capienza di quello stesso stadio era di 50 mila persone ma quella stessa sera la situazione sfuggì di mano anche per altri piccole situazioni che non furono controllate nei giorni precedenti.
Quindi, se da un lato lo stesso impianto garantiva una certa sicurezza, nonostante in una delle finali ricordate si registrarono diversi problemi proprio di organizzazione, dall’altro lato si cercò di controllare la situazione con appelli alla calma evitando che la situazione, guarda caso, degenerasse. Insomma, furono, semmai, proprio i giornali della capitale a lasciare intendere che qualcosa era stato lasciato troppo al caso.
Un ulteriore dettaglio su tutti? L’aver permesso l’acquisto, da parte dei tifosi di entrambe le squadre, un numero di biglietti oltre la soglia consentita; insomma, oltre la capienza prevista da parte dello stesso impianto. Dunque, quello che accadde fu proprio figlio di tutte queste situazioni, la cui disorganizzazione, ulteriore s’intende, raggiunse il suo culmine anche sotto il profilo della sistemazione degli stessi gruppi di tifosi nello stadio.
Ma anche in questo caso, come vi stiamo ricordando spesso in questo particolare reportage, andiamo veramente con calma e con ordine. Soffermandosi, da questo momento in poi, proprio su quanto accadde quella maledetta sera. Come ricordato in precedenza la finale si doveva tenere alle 20.15, ma i problemi dal punto di vista dell’ordine pubblico iniziarono a registrarsi non solo quasi un’ora prima, ovvero alle 19.20, ma anche durante l’arco di tutta quella giornata.
Nonostante tutto, nonostante le prime avvisaglie di quelle ore, l’ingresso dei tifosi fu mantenuto in questo modo: partendo dal presupposto che ogni stadio è ordinato in settori, le curve erano suddivise in tre parti ciascuna, tralasciando, al momento, sia la tribuna che il settore dei distinti. Al gruppo dei tifosi juventini era stata assegnata la curva suddivisa dai settori: M, N ed O. Gli Hooligans? Ovviamente nell’altra curva, quindi dall’altra parte dell’impianto sportivo. Certo, direbbe qualcuno anche da un punto di vista logico, che la scelta è stata giusta: proprio per evitare il contatto troppo ravvicinato da parte di entrambi i gruppi di tifosi.
Eppure, questa scelta venne pagata a caro prezzo: difatti, nei settori indicati con le lettere X ed Y furono si sistemati gli hooligans ma accanto a chi? Non ci sembra facile scriverlo, perché a distanza di quaranta lunghi anni pare ancora incredibile di quella scelta da parte degli organizzatori: accanto alle famiglie nel settore conosciuto dalla lettera Z. Ovviamente nessuno, in maniera molto superficiale, potesse immaginare quello che sarebbe accaduto.
Quando le televisioni di tutto il continente, per non dire anche di tutto il mondo, si collegarono, come logico che fosse, per mostrare le immagini dallo stadio Heysel di Bruxelles, quello che i telespettatori, tifosi e no, videro fu uno spettacolo che mai avrebbero di assistere.
Con loro, almeno per quanto concerne l’Italia, c’era un attonito e indimenticabile Bruno Pizzul, il quale si ritrovò a commentare di tutto quella sera tranne alla partita di calcio. in verità si, ma non andiamo subito oltre e prima di continuare condividiamo sempre da Youtube alcune immagini…
Immagini che, come avete potuto appurare cari lettori, furono molto eloquenti fin dal principio e, nonostante, non subito si capì o quanto si era a conoscenza della gravità della situazione. La televisione belga, senza neanche avvisare i telecronisti presenti in tribuna stampa, compreso il nostro Bruno Pizzul, lasciava partire alcuni replay, usando proprio un termine calcistico, che mostravano, più o meno, cosa fosse successo.
Le parole di Pizzul furono ampiamente inequivocabili: circa un’ora fa il settore riservato ai tifosi del Liverpool è debordato in un altro settore del campo dove c’erano gli juventini. Sono scoppiati alcuni tafferugli. Poi nella calca della folla sono crollate alcune cancellate… e fermiamoci qui nuovamente.
Proprio attraverso quelle parole, Bruno Pizzul, non si sa ancora quanto consapevolmente, rende edotti gli italiani che sono a casa, con la convinzione di godersi la partita, sul momento esatto della tragedia. Infatti, fu proprio quella calca la causa scatenante di quella che oggi si chiama non tanto la tragedia dell’Heysel, quanto la strage dello stadio Heysel.
Perché da quel momento in poi tutto il mondo del calcio si ritrovò davanti ad uno spartiacque che portò a profondi e radicali cambiamenti…