Nuovo appuntamento con la rubrica tra attualità e storia

No, non ci eravamo dimenticati di ‘Road To Usa 2024’ e del percorso che la stessa nazione americana sta attraversando verso la data fatidica. No, non ci siamo dimenticati e, oltremodo, ci appare anche spontaneo partire, dopo la breve pausa, dalla classica frase che abbiamo sempre usufruito dopo qualche periodo di silenzio: dove eravamo rimasti? Ovviamente la citazione è quella del grandissimo e compianto conduttore televisivo: Enzo Tortora.

Eravamo rimasti che Trump aveva asfaltato i suoi diretti avversari, sia direttamente che indirettamente. Eravamo rimasti sul ritiro, quasi inatteso di Ron DeSantis, e della sconfitta, ma non per questo fatale, di Nikky Haley. Questo, ovviamente, è il fronte dei Repubblicani. Ma in quello dei Democratici? La scorsa notte si sono svolte le primarie del suddetto partito e l’attuale Presidente come se la cavata? Meglio del previsto si potrebbe dire, nonostante da tempo fosse già tutto scritto.

La scrittrice Marianne Williamson e il deputato Dean Philips, dello Stato del Minnesota, nella tornata elettorale interna del partito nello Stato della South Carolina, sono stati asfaltati anche loro. Joe Biden ha ottenuto il 97, 4 dei consensi. In poche parole, non c’è stata partita. Dopo la schiacciante vittoria, sempre Biden, ha affermato di essere convinto di vincere per la seconda volta consecutiva contro Trump.

Quindi sarebbe una riproposizione di quattro anni prima? Un revival dell’Election day del 2020? Forse sì o forse no. Non dimentichiamoci che il pronipote di John Kennedy, nonché figlio di Robert Kennedy, ha manifestato la propria volontà di candidarsi come indipendente alla Casa Bianca. In più, fino a dieci giorni fa si parlava insistentemente in una possibile discesa in campo di Michelle Obama nelle primarie americane? Verità o bufala?

Al momento ci fermiamo qui con l’attualità, perché con la storia non abbiamo ancora del tutto terminato. Sempre due settimane fa vi avevamo lasciato la porta aperta per un altro argomento da analizzare sotto la nostra lente d’ingrandimento: quali erano le date ufficiali in cui vengono sancite l’inizio delle primarie?

Partiamo con la prima: 26 settembre del 1831. A dispetto di quello che si potrebbe pensare, i lettori non dovrebbero spaventarsi per il nome che andremo a ricordare: convention nazionale del partito anti-massoneria. In quell’occasione i dirigenti si riunirono per trovare o comunque nominare la persona giusta da proporlo alle elezioni dell’anno successivo, il 1832. Alla fine, la spuntò William Wirt, il quale venne sconfitto da colui che divenne il 7° Presidente degli Stati Uniti, Andrew Jackson.

Sarebbe anche il caso, facendo in modo di avere una maggiore completezza di esposizione storica mediante i nostri appuntamenti, trattare anche un po’ l’evoluzione dei singoli partiti negli Stati Uniti. Sarebbe il caso, appunto. Invece no: perché risulterebbe, in primis, inopportuno e, secondo, per certi versi ci allontaneremmo di molto, anche, dalla traccia dalla quale siamo partiti: raccontare le primarie nella loro essenza.

Appare comunque vero, proprio per dovere di cronaca storica che il menzionato partito, anti-massoneria venne fondato nel 1820 per poi dissolversi una ventina d’anni più tardi proprio a causa della sparizione dell’uomo di punta del movimento avversario. Ma per quanto riguarda la seconda data? Ve ne parleremo la prossima settimana.

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