Seconda parte di questo piccolo speciale

Guardarsi indietro non sempre è la cosa migliore da fare nella vita. Alle volte il passato ci schiaccia e condiziona le nostre scelte future, perché dello del futuro stesso si ha sempre paura. Ma cosa accade quando è il passato stesso a spaventare? Viviamo in un’epoca la riscoperta o la rilettura di opere, di eventi e perché no anche personaggi storici vengono visti con troppo sospetto e contestualizzati con la mentalità di oggi bollando, per non dire condannando come un tribunale di ultima istanza e quindi di ultimo grado di giudizio, come la Corte di cassazione del nostro ordinamento, che condanna a priori, asetticamente e senza confronti tutto quello che ci ha forgiato e rappresentato fino adesso.

Con la parola confronto s’intende il dibattito tra l’una e l’altra persona attraverso cui si scambiava la propria opinione su un problema sociale o altra tematica interessante per la società. Da un po’ di tempo a questa parte conoscere il nostro stesso passato comporta alimentare un pregiudizio nonostante, ed è questo il paradosso, che lo stesso pregiudizio si cerca di abbatterlo o cancellarlo.

Ecco, è proprio questo il punto: il ricordo del passato, intenso come ogni evento, viene visto più come una sorta di processo alla storia, intesa come analisi della sua essenza, e non tanto come una riscoperta della scoperta di quello che c’è stato. nel senso di mantenere e salvaguardare il significato e la cronaca storica, sia in positivo che in negativo, di ciò che è stato senza alcun bisogno del cosiddetto revisionismo storico o cancellazione della storia stessa.

È vero e avete anche ragione, cari lettori: in questa seconda parte dello speciale per dare in Benvenuto al 2024 la stiamo prendendo un po’ troppo larga e non sappiamo, esattamente, fino a che punto stiamo facendo bene. vogliamo dire: nel prenderla così alla lontana. In effetti, in questi ultimi tre anni, da quando il giornale online ha effettuato il passaggio da semplice blog a magazine online, si è inasprita una tendenza a bollare, una determinata parte della storia, come negativa e quindi, per molti versi, avanzando più il tentativo di cancellarla.

Motivo? Per restituire alle nuove generazioni una verità storica che di fatto è, dichiaratamente solo di parte, non lasciando spazio, di fatto, a possibili repliche da parte di chi, verso alcuni e determinati fatti storici, la vede, nel bene o nel male, in maniera diametralmente opposta. Tale visione, inquietante più che lungimirante, ricorda molto un’opera letteraria entrata nella storia.

L’autore di tale romanzo, senza mezzi termini, immaginava un mondo o comunque una società in cui la libertà di pensiero, e poi di parola, non esistesse più: cancellata per oscurare, appunto, ciò che è stato fatto, sia nel bene che nel male. Il volume a cui stiamo facendo riferimento è ‘1984’ di George Orwell. Un anno che semmai si fosse materializzato realtà non sarebbe stato da ricordare nella rubrica ‘Forever 80s’. perdonateci l’ironia, comunque.

Un romanzo, quello di Orwell, scritto nel 1948 e pubblicato, da quest’anno, 75 anni fa, nel 1949 esattamente. Di sicuro ne parleremo e ve ne parleremo con uno dei tanti anniversari da ricordare e da celebrare attraverso le rubriche di FreeTopix Magazine. Perché non ricordare un’opera letteraria così equivarrebbe ad un vero e proprio delitto, quello relativo alla violazione del diritto della manifestazione del pensiero, sancito dall’articolo 21 della nostra Costituzione.

Come equivarrebbe un delitto non ricordare, seppur brevemente, che ben 104 anni orsono nasceva un altro grande scrittore, che il mondo della letteratura non ha di certo dimenticato: J. D. Salinger, l’autore americano entrato nel mito con ‘Il giovane Holden’, del 1951, ed esponente di spicco della cosiddetta Beat – Generation, il movimento giovanile che trovò la sua massima espressione e sviluppo attraverso le singole attività artistiche a partire dalla seconda metà del Novecento.

Con Salinger siamo entrati nella fase dei ricordi, l’attività preferita del giornale ovviamente. Una sorta di viaggio nel tempo, perché il giornale possiede la stessa funzione di una classica macchina del tempo. Come quella di Wells? Forse, ma magari potremmo dire come quella del Dottor Emmett Brown nel trilogia cult, degli anni ’80, ‘Ritorno al Futuro’.

Ma in questo primo giorno dell’anno non c’è solamente da ricordare la nascita di uno scrittore, anche dell’entrata in vigore dell’euro. Moneta che avrebbe dovuto portare più benefici che problemi. Della scomparsa di Giorgio Gaber, dei 160 anni di Pierre De Coubertin e della nascita dell’attrice italiana Valentina Cortese. Nata ben 100 anni fa. Date importanti, celebrazioni rilevanti che non è detto che menzionati oggi ci dimenticheremo, poi, per tutto il corso dell’anno. Non è detto e quindi chissà.

Tale discorso vale anche per gli eventi del 2 gennaio: i quali non arrivando alla classica cifra tonda o quantomeno ai cosiddetti quindicinale non saranno tanto trattati durante questi lunghi dodici mesi e, molto, probabilmente, ci sarà più giusto non menzionarli. Ma il passato non serve a nulla semmai non facessimo tesoro anche del presente e di quello, purtroppo, sta accadendo sia in Ucraina e sia in Terra Santa.

FreeTopix Magazine non era stato a guardare, sia nel 2022 e sia nel 2023. Ma non basta, alle volte, forse, dovremmo osare ancora di più. poi ci rendiamo conto che la nostra missione non è quella di cavalcare l’onda ma, semmai, di proporre un certo tipo di cultura lontano e distaccato da una o più visioni cristallizzate in qualche ideologia che, proprio grazie alla storia, si possono considerare morte e sepolte.

Dicevamo del futuro. non pensiamo a quello lontano, magari è più facile considerare a quello che si aspetta più in quello prossimo, quello che si svelerà a noi nei prossimi dodici mesi. Eventi, eventi e sempre eventi: dal calcio, alla politica, dalla serie tv al cinema, dalla letteratura dagli altri tipi di eventi che faranno la storia di questo Benvenuto 2024.

Eppure quello che ci aspetta non deve essere analizzato già oggi, perché è, di fatto, impossibile: è come avere una palla di vetro. No, non è questo che intendiamo, semmai è svelare, almeno per sommi capi come il giornale procederà in tal senso. Ma di questo vene parleremo nella terza ed ultima parte di questo speciale.

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