In questi giorni è stata annunciata l’uscita del sequel: dicembre 2023

Per la rubrica ‘Film Consigliato’ ci riproponiamo la recensione di ‘Ghostbusters Legacy’, il terzo capitolo della saga degli ‘acchiappafantasmi’.

Eredità, che parola pesante. Un termine che indica, quasi, un fardello da portare al posto di un altro. In questa epoca cinematografica sono state molte le varie ‘eredità’ del grande schermo disattese; che hanno provocato delusione agli occhi di coloro che sono cresciuti con i film originali. Sembrava una moda, all’inizio. Adesso è diventato quasi un dovere ripescare dal cassetto dei ricordi storie memorabili per farle conoscere alle nuove generazioni.

Qualcuno userebbe un’altra parola: remake, ovvero rifacimento. Alle volte, però, succede che c’è bisogno di azzerare quasi il tutto ripartendo, comunque, da qualche elemento che ha determinato quel passato glorioso e che allo stesso tempo non fa rimpiangere gli originali.

È il caso, e lasciateci usare una vecchia espressione, della pellicola che uscì questo 18 novembre: Ghostbusters Legacy, il quale tradotto, se non proprio letteralmente, significa l’eredità degli acchiappa-fantasmi. Bisogna ricordare che non era la prima volta che si tentava un’operazione del genere e non ci riferiamo a quello del 2016, bocciato da critica e pubblico.

Stiamo facendo riferimento ad un’idea per un terzo film che avrebbe dovuto essere realizzato negli anni ’90. Sempre scritto da Dan Aykroyd, lo storico Ray Stanz del gruppo originale di questi particolari eroi, in cui il gruppo storico lasciava la responsabilità ad altre giovani leve nell’acciuffare gli spiriti maligni.

Un progetto non solo mai portato a termine in quegli anni, ma nemmeno iniziato anche per la riluttanza da parte di uno degli attori storici di non voler partecipare; soprattutto a causa del seguito realizzato nel 1989 e che non rappresentò un grande successo. Per diversi anni, quindi, il franchise ‘Ghostbusters’ venne messo in naftalina, come si suole dire.

Paradossalmente il progetto viene rispolverato quando uno dei quattro attori storici, Harold Ramis, Egon Spengler per intenderci, muore per un male incurabile nel 2014. Ma, purtroppo, invece di riprende la storia con in mano i vecchi personaggi, si optò per un reboot bocciato da tutti, critica e pubblico. La versione femminile, purtroppo, non convinse.

Tempo due anni più tardi venne annunciato la lavorazione di un quarto film sugli acchiappa fantasmi che, coraggiosamente, grazie al figlio di Ivan Reitman, Jason, scrive una nuova sceneggiatura ricalcandola su quella storica del 1984. Una trama intessuta con un mix quasi perfetto di elementi nuovi e quelli del passato.

Una storia che narra come l’eredità viene conquistata da alcuni ragazzini capitanati, si potrebbe dire, da una giovanissima protagonista che è, di fatto, la nipote di Egon Spengler, l’acchiappa fantasmi scomparso.

Il film è un viaggio nella memoria di tutti coloro che sono cresciuti con quello del 1984. E’ un ponte tra passato e futuro, futuro dei personaggi e futuro dello stesso franchise. E’ una miscela tra remake, rifacimento appunto, e reboot, riavvio. Coraggioso, si potrebbe aggiungere; pensato, molto probabilmente, mille e mille volte da parte di colui che ha sviluppato la sceneggiatura.

Non era facile riproporlo, specie dopo il fallimento del 2016. Le aspettative erano alte, troppo. La formula del ricalcare la struttura originale, ripetendo anche le battute, almeno quelle più iconiche dovrebbe far urlare allo scandalo visto che, i più pignoli, affermerebbero che non è stato inventato nulla. Nel vederlo, non si troverà davanti ad una storia originale, ma ad una sorta di copia del precedente. Un film che, nella sua essenza, sembra addirittura tagliare quello del 1989, a parte quello del 2016.

La formula, come detto, ha funzionato. Ne è valsa la pena, considerando tutte le incognite. Sì, è tenuto fede all’asse portante della famiglia Spengler, anche se nei precedenti film non si era mai entrato nelle questioni private sia dell’uno che dell’altro, tranne Peter Venkman che prende una cotta della ‘loro prima e sola unica cliente’, Dana Barrett, interpretata da Sigourney Weaver.

Chi lo guarda non si può attendere il capolavoro, ma nemmeno un film da buttare. ‘Ghostbusters: legacy’ è un ottimo lavoro, è un ottimo film d’intrattenimento, una storia per ragazzi e su una ragazzina in particolare, una storia spensierata con qualche pretesa: quella di non tradire il passato. Cosa che non è avvenuta.

Se lo spirito del film 1984 non è stato dimenticato, ma valorizzato, ci sono comunque dei difetti. Pecche che, visto che anche in questi giorni si parla della lavorazione di un altro episodio cinematografico, potrebbero essere eliminate del tutto. Per esempio, alcuni momenti in cui qualche scena del 1984 viene ricalcata sembrano un po’ forzate. Attenzione, non si tratta di cercare a tutti i costi la risata da parte del pubblico o l’effetto nostalgia, ma c’è proprio quella sana voglia di omaggiare a tutti i costi.

Un volta uscito, Il film, dal primo giorno di programmazione, rispose molto bene al box office, scalzando persino ‘Eternals’. Potremmo anche esprimere dei giudizi sui giovani protagonisti. Si potrebbe dire che si sono divertiti nel prendere parte a quest’avventura sul grande schermo con la spensieratezza che contraddistingue la loro età. Molto convincente la giovane protagonista, MCkenna Grace.

È riuscita a calarsi in quello che è di fatto il ruolo più complicato: quello della nipotina di Egon Spengler e che dalla quale riparte tutto. In fondo, chi si ricorda bene il film del 1984, fu proprio il personaggio di Harold Ramis a convincere gli altri amici che c’erano le possibilità di catturare i fantasmi dopo la mitica scena della biblioteca.

Un plauso va anche al piccolo Logan Kim, alla giovane Celeste O’Connor, ad uno dei giovani protagonisti di Stranger Things Finn Wolfhard e l’ormai consolidato Paul Rudd. In alcun modo non hanno fatto rimpiangere i predecessori. Senza dimenticare che Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson ed Annie Potts sono presenti, come è anche presente Sigourney Weaver in una scena post credit che sa tanto di Marvel Cinematic Universe. Di più non si può dire, anche perché la loro eredità è salva.

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