Una produzione durata anni dovuta alla scelta dell’attore principale

Un soldato americano, un tipo di mela ed un romanzo. Questi tre elementi sembrerebbero non avere nulla in comune, invece se si presta attenzione si scopre che un piccolissimo punto in comune c’è anche se non è evidente fin da subito, ed è quello di un personaggio inventato dalla penna di uno scrittore poco conosciuto. Attenzione, però, sarebbe opportuno indicare anche un quarto elemento. Anche questo apparentemente sconnesso con gli altri: quello del conflitto in Viet-Nam; si, proprio quella maledetta guerra che rischiò di spaccare in due una nazione intera.

Da quella spedizione moltissimi giovani americani partirono per tornare direttamente in una bara o talmente sconvolti da quell’esperienza da non riprendersi mai più nella psiche. Inutile ad andare indagare ulteriormente su un evento quanto divisivo ed epocale che tenne banco per tutti gli anni Sessanta, fino all’inizio del decennio successivo e sicuramente anche un po’ oltre.

Dunque, considerando proprio il particolare del soldato che torna a casa cinquanta anni fa lo scrittore canadese, David Morrell, riesce a far pubblicare un romanzo che non susciterà, fin da subito, grande interesse o quantomeno un’attenzione che non lo porta ad ottenere il successo sperato.

Gli elementi della trama nella loro essenza sono molto semplici: un reduce della guerra in Viet-Nam ritorna in patria vagabondando per i piccoli centri. Un giorno viene fermato davanti alla pompa di benzina da uno sceriffo zelante che lo provocherà a tal punto da innescare una reazione che nessuno si sarebbe mai immaginato di subire: quella di un uomo che agisce come una perfetta macchina da guerra. In via generale è questo il soggetto di quello che poi sarà uno dei film più famosi nella storia del cinema e, successivamente, ed uno dei franchise cinematografici più amati e seguiti da diverse generazioni.

Il nome del personaggio, secondo lo scrittore canadese, gli sarebbe stato suggerito, per puro caso, da una marca di mela. Eppure, sul Memorial Washignton Viet-Nam, dove sono incisi tutti nomi di coloro che perirono o non tornarono mai più da quella maledetta guerra del Viet-Nam appare il nome di un certo Arthur J. Rambo. Per alcuni la J starebbe per John ed ecco a voi il veterano più famoso del mondo: Rambo.

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Ma è proprio così? Per lo scrittore, invece, tutto gli è dovuto, appunto, da quel nome particolare di mele che, chissà, se le mangiava oppure no. Ma al di là di questa curiosità quasi ironica, se si pensa alla natura tragica del personaggio, tra la pubblicazione del romanzo e il film passarono, esattamente, dieci lunghi anni: fino al 22 ottobre del 1982

Un decennio in cui la ricerca dell’attore principale divenne tanto complicata che non era tanto per l’interprete degno di tale ruolo, ma proprio qualcuno disposto a volerlo impersonare. Addirittura, la produzione cercò d’ingaggiare il nostro Terence Hill il quale, proprio a causa dell’eccessiva violenza insita nel romanzo di Morrell, rifiutò. Ci fu persino qualcuno che cercò di proporsi ma senza successo. Fu il caso del leggendario Steve McQueen, ma per evidenti problemi di età fu scartato.

Gli attori che vennero ugualmente contattati dalla produzione e che rifiutarono furono: Tomas Milian, Clint Eastwood, Al Pacino, Robert De Niro, Micheal Douglas, Paul Newman, Dustin Hoffman e Nick Nolte. Insomma, sembrava non esserci proprio speranza, quando all’improvviso apparve colui che, in quegli anni sul grande schermo, stava spopolando con un personaggio di sua creazione: il pugile di Philadelphia più famoso del mondo: Rocky Balboa.

Sylvester Stallone, in quel lontano 1982, veniva dal successo del terzo capitolo della saga di Rocky. Nonostante tutto, quel ruolo del veterano vessato da un gruppo di sceriffi di una piccola cittadina sperduta degli Stati Uniti lo intrigava e non poco. Gli stessi produttori, anche se forse sarebbe un’espressione abbastanza esagerata, vennero salvati dallo stesso attore.

Sly collaborò molto con gli altri due sceneggiatori, Micheal Kozoll e William  Sackheim, apportando modifiche significative, non tanto però legate alla stessa trama; quanto alla stessa natura del personaggio. John Rambo, durante il suo addestramento, prima di partire per la guerra divenne una vera e propria macchina da guerra come indicato prima; capace di qualsiasi tipo di atrocità contro il suo nemico.

Questa è di fatto come Morrell lo ha ideato. Paradossalmente, dopo l’uscita di ‘Rambo V’ lo stesso scrittore canadese si era quasi addirittura risentito di come il suo personaggio è stato mostrato nell’ultimo capitolo della saga. Stallone, da par suo, non perse tempo a rispondere che quel tipo di natura era perfettamente descritta nel romanzo. Ma di questo ne parleremo più avanti.

Tornando al casting, trovato l’attore protagonista, di fondamentale importanza era trovare gli altri due attori per gli altri due personaggi: quella carogna di sceriffo di Will Teasle e il colonnello dell’esercito americano Trautman. Per il primo si pensò a Robert Duvall per poi virare su quello che si pensava essere il più credibile Gene Hackman, che aveva più l’aria da duro, rispetto a colui che qualche anno prima aveva prestato il volto a colui che consigliava la famiglia Corleone nella saga de ‘Il Padrino’. Alla fine, la spuntò Brian Dennehy.

Per quanto riguarda l’ingaggiò dell’attore che doveva interpretare il colonnello amico del reduce del Viet-Nam corre una leggenda sotto la collina di Hollywood: l’attore scelto, infatti, non doveva avere, in nessun caso, un nome altisonante da oscurare quello dello stesso Stallone. Tale discorso, forse, valeva anche per il ruolo dello sceriffo?

Comunque: Lee Marvin, Rock Hudson e nientepopodimeno ché Kirk Douglas. Nessuno dei tre la spuntò. Sempre secondo la leggenda fu proprio Sly a suggerire l’anonimo attore, fino a quel momento, con il nome di Richard Crenna, scomparso quasi venti anni fa.

Durante la visione del film, ciò vale solamente per i più attenti e per quelli che sono appassionati di serie televisive e non solo vintage, si possono riconoscere due attori alle prime armi. Entrambi nei panni dei vice di Teasle. Il primo è Micheal Talbott, ‘Miami Vice’. Il secondo: David Caruso, il detective John Kelly della prima stagione di New York Police Department e il tenente Horatio Caine in ‘Csi: Miami’.

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