Un singolo in cui le differenze fra gli schieramenti emergono sui semplici luoghi comuni

Era il 2001 e l’indimenticabile Giorgio Gaber si fece sentire con un brano che ancora oggi, possiamo dire, è molto attuale. Il titolo? ‘Destra-Sinistra’. Provocazione? Ma neanche per sogno. Il suo fu solamente un modo scherzoso con lo scopo di stemperare la tensione in quel periodo di campagna elettorale. Sia, anche ventuno anni fa l’Italia si apprestava a recarsi alle urne.

Soprattutto, con questo singolo, Giorgio Gaber, intese anche ridicolizzare, sempre in maniera ironica, i due modi d’intendere e fare politica in maniera diversa, rappresentanti da ideologie ormai, da tempo, morte e sepolte. Almeno così doveva essere.

Si, perché per dirla con il grande cantautore scomparso quasi venti anni fa, l’ideologia forse ancora esiste e con la quale si vuole sottolineare una diversità che non si sa bene dove sta e che forse, ormai, da tempo non esiste neanche più come anni prima.

È vero, oggi ‘Parole Schiette’ la mette sullo scherzo, sull’ironia, sulla voglia di stemperare gli animi, la tensione e i toni di una campagna elettorale che, in questo lunghissimo mese, non è stata all’altezza delle aspettative. Avevamo intenzione di commentare, analizzare e prepararvi dell’arrivo delle elezioni che si terranno domenica 25 settembre.

Invece, anche questa volta abbiamo deciso di soprassedere, di non buttarci nella mischia di una contesa che ha visto volare solamente stracci tra gli sfidanti, senza proporre soluzioni logiche e reali per risolvere i problemi che affliggono questo nostro paese.

Tornando al singolo di Gaber, ‘Destra-Sinistra’ era compreso nella raccolta d’inediti di quell’anno dal titolo ‘La mia generazione ha perso’. In quello stesso album era presente anche la canzone ‘Io non mi sento italiano’. Quasi a voler rimarcare lo scontento di tutti coloro che in quel periodo non si sentivano rappresentati dalle stesse istituzioni che governano il Belpaese.

Il ritmo pop, miscelato al funk, viene esaltato dal testo giocoso e spensierato in cui la critica emerge non maniera pesante implicita. Il messaggio del cantautore è molto diretto. Più che sottolineare le vere e proprie eterogeneità tra la destra e la sinistra, Gaber, affonda le radici della sua critica mediante la metafora dei luoghi comuni.

Piccolezze rispetto alle differenze storiche dei due schieramenti, in cui le diversità vengono ostentante, si per ideologia, ma soprattutto per ossessione e per passione ma che non vengono applicate nel concreto, ma solamente di facciata.

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