Si è svolta al Museo Ferroviario di Pietrarsa dal 2 al 4 settembre

 La locomotiva si muove con un leggero ronzio, trascinando carrozze e vagoni lungo il sinuoso tracciato del binario in muratura.

<<Stupendo>> dice lei.

Molto di più, commenta il dottore. Quello che lì è in scala, aggiunge, rappresenta uno di grandi successi tecnici del genere umano, più degli aerei e delle navi: un’affascinante combinazione di geometria e matematica. Il treno è un simbolo di progresso civile, di esattezza meccanica e oraria. Un prodigio di precisione. (“L’italiano” di Arturo Perez-Revert, Ed. Rizzoli 2022)

Con queste parole intrise di orgoglio e di compiacimento per la propria opera, un modellino ferroviario perfettamente funzionante, il Dottor Zocas descrive ad Elena Arbuès la sua passione per la materia ferroviaria ed in particolare per i modellini.

Le parole del Dottor Zocas sono altresì idonee per descrivere la passione degli organizzatori della fiera del modellismo ferroviario ‘Ferrovie in Miniatura’ tenutasi dal 2 al 4 settembre al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, al confine tra Portici e Napoli arrivata alla III edizione e organizzata in collaborazione con FIMF (Federazione Italiana Modellisti Ferroviari).

La mostra aveva aperto i battenti, esibendo un panorama ricco ed articolato di plastici con treni in movimento, modellini di locomotive, vetture, stazioni ferroviarie di tutte le grandezze e tutte le fogge, frutto di lavoro certosino di mani esperte, mosse da inesauribile interesse e curiosità per il ferromodelismo.

I plastici ferroviari, infatti, sono il frutto di uno scrupolosissimo ed attento lavoro di montaggio, attacco di fili, posizionamento di cavi, binari, tutto basato su una precisione assolutamente maniacale.

Chi oggi si aggirava carico di curiosità tra i padiglioni della fiera ha potuto notare il lavoro degli appassionati che in continuazione provavano, riprovavano, controllavano e ricontrollavano il corretto funzionamento dei fili e dei circuiti elettrici indispensabili per dare movimento e vita alle loro creazioni.

Treni che lasciavano o giungevano in piccole stazioni, sbarre di passaggi a livelli che si abbassavano o si rialzavano al transito dei convogli ferroviari, luci delle stazioni che si accedevano e spegnevano.

Il resto lo fa poi la fantasia di chi osservava le piccole vetture trainate dai modellini di locomotive che hanno la storia dell’ingegneria ferroviaria italiana come le 740.351 FS a vapore oppure le motrici elettriche del gruppo E.625 ed E.626 nonché la mitica E444.001, detta la “Tartaruga”.

Diversi i gruppi presenti di appassionati presenti alla fiera: il ‘Clamfer Napoli’, il ‘Brickanti Mattoncini al Sud’ (con il loro diorama di mattoncini), il VBF Group, il Gruppo Ferromodellistico Tartaruga, il Gruppo Ferromodellistico Romano “Sogliola”, ‘Vivitreno’, ‘TreniChePassione’ (con il loro omaggio a Falcone e Borsellino), L’Associazione Nazionale della Scala N, il Gruppo Opificio del ‘Ferromodelismo’.

Tutti questi gruppi hanno avuto il merito di dare vita a dei veri e propri capolavori di modellismo, il cui merito principale di strappare per qualche attimo i visitatori dalla realtà e di proiettarli verso mondi lontani, immaginari ed irrazionali.

Un vero e proprio invito a viaggiare con la fantasia, allo stesso modo del contabile Belluca, protagonista della novella “Il treno ha fischiato” di Luigi Pirandello.

Presenti, inoltre, alla mostra anche Bit Model e il Model Center Baronissi che hanno esposto i loro pezzi tanto bramati dagli appassionati.

Teatro di questa piccola rappresentazione è Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, posto tra il mare ed il Vesuvio, uno dei più grandi musei ferroviari in Europa, che ospita al suo interno una collezione unica di locomotive, ospitata nei padiglioni dell’antico opificio voluto da Ferdinando II di Borbone.

La conclusione di questo viaggio non può che essere affidata alle parole di Perez-Reverte: Con un gesto soddisfatto Zocas indica gli scaffali alla parete dove sono esposti diversi modelli di vagoni e locomotive in miniatura.

<<Quando scendo qui, entro in un altro mondo>> aggiunge. <<Un posto in cui il caos naturale della vita scompare e tutto diventa regolato e pacifico>>. Guarda Elena con improvvisa ansia.

<<Mi capisci?>>.

Lei sorride, amichevole.

<<Credo di sì>>.

<<Tu hai i tuoi libri no ?..Bè questo è il mio violino di Ingres: un santuario tecnico dove la precisone e l’ordine rendono possibile dimenticare il lato oscuro dell’essere umano. Perfino la guerra>>.

FOTO DI LUIGI SPETRILLO

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