Nacque il 29 agosto del 1958 nella città operaia di Gary, nello Stato dell’Indiana. Nell’articolo successivo parliamo dell’album ‘Off The Wall’

29 agosto 1958. Mentre Elvis Presley aveva già conquistato il mondo da qualche anno, divenendo il Re incontrastato del rock’n’roll, nella piccola cittadina operaia di Gary, nello Stato dell’Indiana, veniva alla luce quello che sarebbe diventato il secondo Re della Musica, ma di genere Pop. Anche lui incontrastato. Venne battezzato con il nome, per esteso, di Micheal Joseph Jackson. Il mondo intero, alcuni decenni più tardi, però, lo conoscerà come Micheal Jackson, il Re del Pop.

MJ come, tutti sanno, morì il 25 giugno del 2009. Semmai fosse sopravvissuto a quella giornata, se avesse svolto le date del suo tour che ne avrebbe sancito il ritorno, definitivo aggiungiamo noi, molto probabilmente starebbe ancora fra noi a godersi le sue sessantaquattro candeline. E chissà come avrebbe festeggiato? E chissà cosa avrebbe pensato del fatto che sua figlia Paris stia muovendo i primi passi nella musica. Di sicuro, da esperto di quel mondo, l’avrebbe indirizzata in un certo modo.

In questo particolare speciale dedicato a lui, come spesso succede in queste occasioni, non ci soffermeremo a raccontare la sua storia. No, nulla di tutto questo. Il 2022 per Micheal Jackson, in fondo e peccato che non ci sia arrivato, è un anno in cui i suoi due long play di maggior successo toccano quota trentacinque e quarant’anni dalla prima pubblicazione. Ovvero ‘Bad’ e ‘Thriller’.

Si, lo sappiamo: abbiamo invertito di proposito gli album del Re del Pop per rispettare le date del calendario ma non gli anni. ‘Bad’ uscì il 31 agosto del 1987, mentre ‘Thriller’ il 30 novembre del 1982. Contrariamente a quanti erroneamente pensano, questi due non sono rispettivamente il secondo ed il terzo long play pubblicato dal cantante americano, al contrario. Ma bensì il sesto ed il settimo, mentre quello che verrà analizzato oggi, per tutto questo lunedì 29 agosto in suo onore, è ‘Off The wall’; ossia la quinta raccolta d’inediti della sua carriera uscita il 10 agosto del 1979.

Oggi, però, è solo la prima parte interamente dedicata all’ultimo album degli anni ’70, dopodomani la seconda parte con ‘Bad’ per poi chiudere questa speciale trilogia a novembre per il quarantennale di ‘Thriller’. Eppure, l’esordio del futuro Re del Pop, come cantante solista s’intende, risale al 24 gennaio del 1972. Il long play in questione era intitolato: Go to be there. Seguirono: Ben, dello stesso anno; Music & Me; Forever, Micheal e poi ‘Off the wall’ sul quale ci fermiamo.

Prodotto da Quincy Jones e composto da ben dieci tracce, ‘Off The Wall’, comunque rappresentava, nella sua essenza, il primo album di Micheal Jackson senza i suoi fratelli, senza il controllo della famiglia. Forse è anche per questo motivo che erroneamente viene indicato il lavoro capostipite della sua carriera.

Ed è anche in questa ottica che dovrebbe essere letto il titolo: ‘Off the Wall’, difatti, tradotto in italiano significa oltre il muro; ossia oltre quel passaggio ormai avvenuto dall’età giovanile a all’età adulta. Nel senso che non c’è più il padre a comandare le scelte professionali.

Anche la copertina parla chiaro: Micheal Jackson è vestito con uno smoking, vestito per le grandi occasioni, ed è fotografato con il muro, appunto, dietro alla sua schiena. Un abbigliamento, un’istantanea e una posizione del corpo che dicono molte cose sul nuovo percorso intrapreso dal cantante in quella fine del decennio 1970. Semmai, lo anticipano. Si, perché ‘Off the wall’ è solamente l’antipasto di quello che Micheal mostrerà al mondo qualche anno più tardi.

Nonostante il genere musicale preferito dal Re della Musica Pop fosse, senza alcuna senza ombra di dubbio lo stile musicale sul quale avrebbe regnato incontrastato fino al giorno della sua improvvisa scomparsa, l’influenza della disco music non lo lasciò indifferente. Il 1979 fungeva l’ultimo acuto di una stagione della ‘Disco’ che aveva travolto tutto e tutti, avendo il suo apice, per non dire culmine, la colonna sonora dei Bee Gees del film cult con John Travolta: La febbre del sabato sera.

Il suo quinto long play è compreso da dieci tracce: Don’t stop ‘til you get enough; rock with you; working day e night; Get on the floor; la stessa Off the wall; Girlfriend; She’s out of my life; I can’t help it; It’s the falling in love e Burn this disco out.

Alcuni brani furono composti e scritti sia da Micheal Jackson che da Rod Temperton, il miglior paroliere in circolazione in quel periodo. A seguire, tornando all’errata convinzione che Off the wall era il suo primo album in assoluto, c’è un ulteriore dettaglio da non sottovalutare: dopo anni sotto al produttore Smokey Robinson, fondatore della Motown, per la prima volta Micheal Jackson realizzò il suo nuovo long play con la casa discografica sudafricana Epic.

Un disco che, come vedremo nell’articolo successivo, presenterà una buona dose di freschezza musicale, che confermerà un ulteriore passo in avanti nella carriera di Micheal, uno step soprattutto fondamentale perché rappresenterà un primo tassello della sua consacrazione che raggiungerà tre anni più tardi. Un disco che iniziò ad essere registrato il 4 dicembre del 1978 fino al 7 luglio del 1979.

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