Difficoltà di esprimersi mediante la parola o di comprendere il significato delle parole dette o scritta da altri, causata dall’alterazione dei centri e delle vie nervose superiori. Con il termine ‘difficoltà’ ci siamo andati leggeri, perché la parola esatta sarebbe ‘incapacità’. Con questa nozione si identifica il disturbo dell’afasia che, in base alla notizia fatta rimbalzare ieri attraverso tutti i mass media, ha colpito Bruce Willis, una delle star indiscusse di Hollywood.

Il popolare attore, nato in Germania il 19 marzo del 1955 e che ha compiuto da poco 67 anni, ha annunciato di ritirarsi dalle scene. Una botta per tutti i fans ma, soprattutto, un colpo anche per lui, con la speranza che affronterà questa sua sfida personale come all’eroe che lo ha consacrato sul grande schermo nel 1988: il poliziotto di origine irlandese, John MacClane, protagonista della serie cinematografica ‘Die Hard’, duro a morire.

“Questo è un momento difficile per la nostra famiglia e apprezziamo davvero il vostro persistente affetto, compassione e sostegno. Agli straordinari fan di Bruce, vogliamo condividere che il nostro amato Bruce ha avuto dei problemi di salute e di recente gli è stata diagnosticata una afasia, che ha compromesso le sue abilità cognitive e per questo metterà da parte la sua carriera che significa tanto per lui”. Tale dichiarazione, pubblicata sui social, è stata firmata dai familiari dell’attore, compreso anche dall’ex moglie Demi Moore.

Ora, mai come adesso, tutti quanti si chiedono se uno dei duri di Hollywood riuscirà ad uscirne fuori da questa particolare situazione. Dall’afasia, comunque e come per la maggior parte di alcune malattia, si può guarire. Il punto è, però, come ciascun individuo risponde alle terapie. Non è solamente una questione soggettiva, tutto dipende anche in che modo la malattia si manifesta nei confronti dell’individuo.

L’afasia, la cui etimologia proviene dalla lingua greca, colpisce le persone in età avanzata. Una malattia comune che, mai come adesso, attirerà maggior interesse proprio perché ad essere affetto è un personaggio famoso. La traduzione della parola richiama il termine mutismo e questo per chiunque, indipendentemente se sia un attore o no, rappresenta sempre un dramma.

Per molti ufficialmente, Willis, diventa una stella del cinema americano a partire dal 1988, come già ricordato in precedenza. Invece i suoi esordi risalgono, esattamente, a 40 anni fa con la pellicola: ‘Delitti inutili’, al fianco di Frank Sinatra, nel 1980.

Due anni più tardi lo vediamo ne ‘Il verdetto’ e nella metà sempre di quel decennio prende parte ad un episodio della leggendaria serie di ‘Miami Vice’ e diventa protagonista del telefilm ‘Moonlighting’. A seguire è storia del cinema, con titoli come ‘Pulp Fiction, del 1994, e ‘Il sesto senso’, del 1999.

Non ci resta che augurare a Bruce Willis, dunque, una pronta guarigione, così da poter tornare per farci divertire in uno dei suoi film con i quale, in tutti questi anni, ci ha attirato, intrattenuto e anche divertito.

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