In tutta la giornata di ieri ci attendevamo che si trovasse un accordo per un quarto negoziato, con la speranza che fosse quello definitivo. Mentre il mondo continua a stare in disparte, pavoneggiandosi sulle cosiddette sanzioni, Putin si è reso protagonista, grazie ad uno dei suoi ordini impartiti ai suoi soldati, di uno degli attacchi più feroci compiuti fino a questo momento in Ucraina.

Che la guerra comporta sempre atrocità non è un segreto e considerare alcuni atti più gravi di altri è puro eufemismo in questi frangenti. Ieri, però, è stato bombardato un ospedale pediatrico nella città di Mariupol violando, di fatto, per l’ennesima volta un’ulteriore tregua per consentire i corridoi umanitari e causando, allo stesso tempo, una strage di bambini e anche di donne partorienti. Per Mosca, all’interno di quegli edifici, c’erano postazioni militari.

La condanna, come ormai ben si sa, è unanime. La diplomazia sta cercando in tutti i modi di fermare una guerra insensata e folle. Ma in fondo lo sono tutti i conflitti, anche se alla base ci possono essere dei forti motivi. Zelensky avrebbe affermato, per l’ennesima volta, di essere disposto a trattare sulla neutralità della propria nazione ma non a cedere alcun territorio; di contro, però, per quanto riguarda il quarto negoziato, Putin dovrà ritirare le sue truppe.

Non si sa se queste condizioni saranno accettate dal leader russo, il quale continua ad essere isolato dal resto del mondo. Anche le grandi aziende si stanno ritirando dalla Russia. Amazon, proprio ieri, ha annunciato di fermare ogni attività commerciale. Anche la Sony e l’Heineken si sono mosse in tal senso. Negli Stati Uniti d’America i cittadini stanno raccogliendo le armi da spedire a Kiev. Frattanto si profila, all’orizzonte, anche il timore che Mosca possa usare anche armi chimiche contro la popolazione.

Sempre nella giornata di ieri la centrale nucleare di Zaphorizhzhia ha smesso di trasmettere dati ufficiale, secondo l’Aeia. Oggi è atteso un incontro tra il Ministro degli Esteri Lavrov e il suo omonimo ucraino, Dmytro Kuleba. Mentre scriviamo la situazione si evolve in continuazione e come sempre non mancheranno i nostri brevi e piccoli aggiornamenti nelle prossime ore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *