Gioele Dix e il suo omaggio a Dino Buzzati. Potrebbe essere questo, senza troppi ripensamenti, al titolo di una serie di spettacoli che partiranno, al Teatro Franco Parenti di Milano, la prossima settimana a partire dal 15 marzo. Invece, il popolare attore ha scelto “La corsa dietro al vento – Dino Buzzati o l’incanto del mondo”. La presentazione si è tenuta ieri, presso lo stesso teatro in cui andranno in scena le prime serate: dal 15 marzo, appunto, al 20 marzo; e poi il 23 marzo a Bolzano, il 27 aprile a Luino ed il 10 maggio a San Giovanni Valdarno.

Un omaggio sentito e voluto da Gioele Dix, il quale parla per una ventina di minuti abbondanti prima sottostare alle domande dei giornalisti. L’attore milanese, in conferenza stampa, si è aperto totalmente, svelando che fin da giovane è sempre stato attratto dalla scrittura e dalle storie del grande scrittore e giornalista, redattore ed inviato del Corriere della Sera.

Un omaggio che affonda le radici nella cultura e nella storia del capoluogo lombardo in cui, lo stesso Gioele Dix, si rammarica di non esser riuscito ad immettere, in questo suo personale spettacolo, tutto quello che avrebbe voluto. Più di qualcosa è stata lasciata fuori. Lo stesso materiale dello scrittore è di per sé immenso, sconfinato. Ed è pur vero che, fra le tante opere realizzate, spicca ancora oggi quel famoso titolo: Il deserto dei tartari, pubblicato nel 1940 e che qualche anno più tardi fu oggetto, anche, di una trasposizione cinematografica diretta da Valerio Zurlini. Nel cast si annoveravano attori come Vittorio Gassman, Giuliano Gemma, Jacques Perrin, Fernando Rey e Philippe Noiret.

In questo spettacolo Gioele Dix, oltre ad averlo scritto e diretto, non sarà solo. Con lui sarà presente, nelle parti femminili, la brava attrice Valentina Cardinali, la quale e nonostante il provino per il quale fu contattata era già stata scelta dal cabarettista di ‘Zelig’.

La trama: sotto il palazzo in cui abita un grande scrittore, piove dell’alto nel cuore della notte una pallottola di carta. Che cosa conterrà? Alcuni appunti senza importanza o versi indimenticabili da salvare? Da questo particolare, tratto proprio da un racconto dello scrittore, prende il via il nuovo spettacolo scritto e interpretato da Gioele Dix.

Ambientato in una sorta di laboratorio letterario, a metà fra una tipografia e un magazzino della memoria lo spettacolo attinge dal ricchissimo forziere di racconti del grande scrittore bellunese, componendo un mosaico di personaggi e vicende umane nel quale spettatrici e spettatori possono ritrovare tracce di sé.

Tale omaggio, però, non capita per caso. Alle volte il destino permette strani incroci. Se il grande scrittore venne a mancare la notte del 3 gennaio del 1972, in quello stesso anno e sicuramente qualche mese più tardi, il Teatro Franco Parenti venne fondato iniziando, così, una storia lunga un cinquantennio.

La particolarità che è emersa nelle storie di Buzzati, caratteristica che non è sfuggita all’attore, è stata sempre quella relativa alla modalità di chiudere le storie. Trame interrotte improvvisamente, lasciando in sospeso non solamente la storia medesima ma anche chi legge. Uno stile, non proprio convenzionale, particolare quasi involontario e riproposto in maniera differente da un altro grande autore conosciuto a livello mondiale: lo statunitense Raymond Carver.

Non solo ha anche detto: “Lui era uno che scriveva tanto. Scriveva di tutto ciò. Ha scritto come saprete certamente ha fatto la cronaca fatto la l’inviato di guerra alla cronaca nera e a scriveva sul Corriere dei piccoli. I bambini gli scrivevano negli anni 50 60 domandogli alcune cose e lui rispondeva perché gli adulti quando dicono forse vuol dire mai; perché quando entra il preside tutti ci alziamo in piedi quando entra il bidello restiamo tutti seduti? Domande difficili anche e Buzzati si peritava nel rispondere e lo faceva con un grande senso della misura, con la capacità di dire cose anche difficili ma con semplicità e garbo. Era era un uomo dell’Ottocento. Dico che era un uomo che somigliava più a mio nonno che a mio padre anche se io avendolo letto, da ragazzo, l’ho identificavo col mondo degli adulti”.

L’operazione di Gioele Dix è coraggiosa ed al tempo stesso anche ambiziosa. Il suo spettacolo permette di fare incontrare due mondi della cultura molto ampi e forti e dai quali non si può prescindere: la letteratura ed il teatro. Ovviamente, come capita spesso, in questi casi non si può trarre un giudizio definitivo. Bisognerà solamente attendere dal 15 marzo in poi per registrare la reazione del pubblico, prima di tutto, e della critica.

FOTO DI VINCENZO PEPE

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