Parigi è una città orgogliosa, attenta alle tradizioni e alle regole. L’immagine che, oggi, rimane più impressa nella memoria di tutti i suoi visitatori sono gli ampi boulevard, i monumenti iconici, i parchi di ghiaia, il mare di tetti ondulati. Negli ultimi decenni, tuttavia, la capitale francese ci ha abituato ad improvvisi ed importanti cambiamenti architettonici che hanno sconvolto la normale e secolare visione dei suoi monumenti. Un esempio fra tutti, la piramide di Pei nel piazzale del Louvre.

Quindi potrebbe non sorprendere che Parigi sia ora, in prima linea, nel progettare una visione diversa e altamente ecologica del suo prossimo futuro. Il sindaco, Anne Hidalgo, ha posto le politiche verdi in prima linea nel suo programma e, a differenza di molti altri leader europei, sta mantenendo coraggiosamente le promesse.

Negli ultimi cinque anni, la capitale francese è diventata un gigantesco cantiere. Da quando Hidalgo è entrata in carica, sono state create circa 1500 chilometri di piste ciclabili in tutta la città. Le strade principali, comprese le quais che costeggiano la Senna, proprio in centro, sono state completamente chiuse al traffico. Le famose piazze della Madeleine, Nation e Bastille sono già state ridisegnate per renderle più adatte ai pedoni.

Dal 2024, tutte le auto diesel saranno bandite dalla città ed entro il 2030 anche le auto a benzina.

Questo programma non è stato indolore: i tassisti e altri membri delle lobby automobilistiche hanno organizzato imponenti proteste. Ma la città continua nel suo progetto, approfittando anche del fatto che le strade si sono notevolmente svuotate a causa della pandemia.

Durante il primo lockdown, nel 2020, ad esempio, il sindaco ha trasformato 60 chilometri di strade in piste ciclabili, soprannominate “corona pistes” (“corsie corona”) e vietato alle auto una vasta zona, da Rue de Rivoli sino a Place de la Bastille. A partire dal prossimo anno, i primi quattro arrondissement – circa il sette per cento della città – saranno senza auto.

Allo stesso tempo, sono in corso piani per realizzare quattro nuove “foreste urbane” proprio accanto ad importanti monumenti come l’Hôtel de Ville, la Gare de Lyon e l’Opéra Garnier.

Entro il 2026, il sindaco si è impegnato a piantumare più di 170.000 alberi in tutta la capitale, per arrivare ad avere il 50 percento della città coperto da aree verdi entro il 2030.

Per favorire questo progetto, i regolamenti edilizi sono stati cambiati e tutti i parigini sono ora incoraggiati a piantare alberi nei loro quartieri. L’obiettivo è “costruire una città intorno alle necessità dell’individuo” e un modo semplice per farlo è riportare la natura a contatto della vita di tutti i giorni.

Approfittando poi dei Giochi Olimpici del 2024, Parigi darà un nuovo look verde a molti altri importanti luoghi. L’area intorno alla Torre Eiffel, ad esempio, sarà trasformata in un gigantesco parco. Stessa sorte per Place de la Concorde, la più grande della capitale. Il sobborgo di Seine-Saint-Denis ospiterà invece un nuovo villaggio olimpico “eco-friendly”. Le piscine lungo la Senna, costruite per i giochi e riempite con l’acqua depurata del fiume, saranno successivamente adibite a uso pubblico.

Gran parte dell’impulso alla base di tali progetti deriva da un altro evento internazionale che si è svolto a Parigi, nel 2015. La capitale francese ha infatti ospitato la “Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici” (COP 21). L’incontro è stato il punto di svolta nella lotta contro il cambiamento climatico, con i vari Paesi del mondo che si sono impegnati a limitare il riscaldamento globale a non più di 2°C rispetto ai livelli preindustriali.

Le città, che producono il 60% delle emissioni mondiali di carbonio e utilizzano il 78% dell’energia, dovranno svolgere un ruolo importante nel trasformare l’accordo di Parigi da promessa in realtà. Non sorprende quindi che la città ospitante stia mostrando, al mondo intero, la sua forte operosità in tal senso.

Il progetto più ambizioso riguarda gli Champs-Élysées. Entro il 2030, la strada più famosa di Parigi sarà trasformata in un grande giardino, con un investimento di 250 milioni di euro. I piani includono la riduzione del numero di corsie per le auto da quattro a due, la creazione di nuove aree pedonali e verdi e un innovativo impianto di “tunnel di alberi”, lungo due chilometri e utile a migliorare la qualità dell’aria del quartiere.

Parallelamente alla realizzazione di questi progetti, occorre anche uno sforzo straordinario per rimodellare il modo in cui i due milioni di parigini interagiscono con la loro città. Ovvero riduzione dell’uso dell’auto, spostamenti a piedi e con i mezzi pubblici. Una “città dei 15 minuti” in cui i residenti hanno accesso a tutti i servizi entro un quarto d’ora dalla propria abitazione.

In tutto il mondo, il lockdown dello scorso ha permesso a molti sindaci di sfruttare la mancanza di traffico, per avviare profondi cambiamenti della mobilità cittadina, verso sistemi più sostenibili.

Amsterdam, ad esempio, sta compiendo coraggiosi passi per frenare il turismo di massa, includendo il divieto degli affitti Airbnb in alcuni quartieri. Barcellona sta progettando ventuno nuove piazze pubbliche, insieme a nuovissime “zone verdi” pedonali. Milano ha allargato i marciapiedi, imposto rigidi limiti di velocità e costruito svariati chilometri di nuove piste ciclabili nel suo centro storico. Negli Stati Uniti, urbanisti, architetti, paesaggisti e artisti sono stati incaricati di immaginare una futura Manhattan verde e senza auto.

Eppure, poche città al mondo stanno agendo in modo così veloce e proattivo come Parigi. Tradizionalmente, i due principali parchi a est e a ovest della città – il Bois de Vincennes e il Bois de Boulogne – sono considerati i principali “polmoni verdi” della capitale. Se tutto procede secondo i piani, i parigini avranno presto moltissimi altri luoghi in cui poter “respirare”.

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