Il primo turno di Serie A ha emesso i suoi verdetti provvisori, molto provvisori. Ad una sola giornata dall’inizio del campionato non si possono ancora emettere giudizi definitivi. Bisogna solamente attendere e vedere come le squadre, nel proseguo di centoventesimo torneo nazionale, si proseguiranno il loro percorso fino alle battute finali.

Che gli stessi Campioni d’Italia in carica dell’Inter, insieme alla Roma, al Napoli, all’Atalanta, alla Lazio e il Milan hanno rispettato il detto: chi ben comincia è a metà dell’opera era quasi scontato. Non scontato e quindi non può dirlo la Juventus, la quale con il pareggio a Udine ha già perso i primi due punti nei confronti dei rivali.

Non vuol dir nulla neanche questo. Un pareggio iniziale, come poteva essere anche una sconfitta, non pregiudica ancora nulla. Come anche le vittorie delle altre squadre, le quali potrebbero rivelarsi un mero fuoco di paglia. Di certo è che, probabilmente, l’incertezza, semmai dovesse regnare sovrano sul percorso del campionato, rappresenterebbe una grossa ‘vetrina’ per il nostro calcio.

L’Inter non ha vinto, ha letteralmente travolto il Genoa. Con un perentorio 4 a 0 ha cancellato, almeno per il momento, tutte le polemiche relative sulle partenze eccellenti. I nuovi arrivati come Chalanoglu e Dzeko non hanno fatto rimpiangere gente come Lukaku e Hakimi. Anche se il turco è stato acquistato per sopperire alla mancanza forzata di Cristian Eriksen.

La Roma di Mourinho e la Lazio di Sarri confermano le sensazioni positive durante il cosiddetto calcio d’estate, partendo dal presupposto, comunque, di essere considerate delle incognite. Il 3 a 1 per entrambe è il sintomo di una rifondazione di progetti tecnici partiti su solide basi.

Come è solido anche il Napoli di Spalletti. Paradossalmente la vittoria della squadra partenopea assume più valore e per un semplice motivo. Prima si rende la vita difficile e nonostante la difficoltà provocata trova, nei suoi giocatori, i guizzi giusti per mettere a tacere, sul nascere, quelle aspre polemiche che sarebbero esplose a causa dell’errore del centravanti Oshimen.

Il centravanti napoletano si è reso protagonista di un gesto molto istintivo che poteva mettere a repentaglio la gara. La sua leggerezza, culminata in un’espulsione che gli potrebbe costare due o tre giornate di squalifica, ha però fatto emergere il carattere della squadra; soprattutto anche del capitano Lorenzo Insigne. Quest’ultimo dopo l’errore dal dischetto, si è presentato nuovamente dagli undici metri mostrando carattere e di voler essere ancora una volta, nonostante i problemi contrattuali, il trascinatore della squadra.

I tre punti sono stati conquistati anche dal Sassuolo che batte un Verona comunque difficile da domare; da una brutta Atalanta che supera un Torino difficile da piegare e dove si rivede al gol anche Belotti. Infine il Milan che batte la Sampdoria grazie ad una rete di Ibrahim Diaz.

Ci sarebbe anche da ricordare la rocambolesca vittoria del Bologna contro una Salernitana che, addirittura, stava anche vincendo in inferiorità numerica ed il pareggio tra Cagliari e Spezia. In totale sono stati 31 le reti segnate, una buona partenza anche in termini realizzati.

È vero che molto probabilmente non siamo più, da diversi anni, il campionato più ricco del mondo, ma se continuiamo così potremmo essere quello più interessante proprio per l’incertezza che regna, come detto, sovrana. Anche perché quelle di oggi sono solamente le prime impressioni. I nostri giudizi saranno ancor di più ampliati dopo il secondo turno di campionato, con l’articolo del lunedì mattina.

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