Al termine di una partita interminabile trionfa il Villareal di Unai Emery

La magia del calcio è infinita e la si può trovare in tanti aspetti. Il primo, per esempio, dal ritorno del pubblico sugli spalti, seppur non proprio nella totale capienza della struttura che ospita il match da seguire da vicino. Per non parlare del sano agonismo mostrato in campo dai protagonisti, i quali esaltano ancor di più l’evento già in sé di fondamentale importanza. La finale di Europa League, da qualche anno a questa parte, ormai ha assunto rilevanza quanto il torneo che lo precedeva, la vecchia coppa Uefa. Anche se, in fondo, il trofeo da alzare al cielo è lo stesso.

Adesso in poi questa coppa la identificherà come ‘Unai Emery League’, giocando con l’acronimo della competizione che è terminata ieri, in cui si è visto il trionfo dell’allenatore che ne ha vinte più di tutti. Quattro per la precisione. Al di là dei giochi di parole, il calcio in sé sa essere, quindi, non solo un asfissiante concezione legata all’importanza di tatticismi o schemi.

Ma è, in primis, una mera girandola di emozioni infinite attraverso cui il pubblico, di qualsiasi fede calcistica, si affeziona naturalmente. Il risultato della finale di Europa League porta a dire che ‘Davide ha vinto contro Golia’. Sentenzia che una piccolissima realtà calcistica non ha avuto nessun timore reverenziale nei confronti di un avversario di gran lunga quotato, per non dire esperto.

Appunto, l’esperienza che al Manchester United, per tutto il primo tempo, non ha aiutato. Forse perché ‘la vecchia volpe’, cioè colui che la sa lunga, non sedeva sulla panchina inglese, ma in quella spagnola: Unai Emery.

Solskiaer, allenatore e vecchia gloria dei Red Devils, ha mostrato nervosismo e forse lo ha anche trasferito sui giocatori in campo, facendo agitare persino uno come Edinson Cavani. Il quale a 34 anni suonati ha finalmente giocato la sua prima vera finale della sua carriera.

Il Matador ha comunque fatto il suo. Ha raddrizzato una situazione che si stava mettendo male per sé, per i suoi compagni di squadra e per il mister, ma non è bastato. Il vantaggio di Gerard Moreno, al ventinovesimo minuto del primo tempo, era il preludio che la Coppa si sarebbe tinta di giallo. Il Manchester United era in evidente serata storta, non per l’atteggiamento ma per il troppo nervosismo in campo.

Eppure le statistiche del match hanno registrato il 61% per cento del possesso palla a favore dei ‘Red Devils’ contro il 39% dei ‘Yellow Submarine’. L’elemento psicologico, menzionato nell’articolo di presentazione, è stato di fondamentale rilevanza; dimostrando, per non dire sentenziando, che puoi essere il più forte di tutti ma se non si rimane calmo certi traguardi non vengono raggiunti.

La calma, comunque, ha trovato spazio negli undici metri in cui succede tutto e al contrario tutto. Ulteriore esempio che il match diventi infinito e che la lotteria dei rigori si trasformi, a sua volta, in una gara interna alla partita medesima. Citare tutta la sequenza dei rigori sarebbe doveroso, completerebbe il dovere di cronaca. Ma questo articolo non è una cronaca. È un approfondimento, una riflessione su quanto accaduto.

Per quanto riguarda la lotteria rigori si può ben dire che ci sono stati pochissimi casi nella storia del calcio in cui si è prolungata a tal punto, dove si sono presentati tutti i giocatori schierati in campo. Arrivando persino a responsabilizzare, addirittura, gli estremi difensori. L’errore di De Gea, del Manchester United, è giunto al rigore numero ventidue, certificando comunque che entrambe le squadre, giunte alla serata finale, avevano veramente dimostrato meritare di essere lì in Polonia.

La vittoria del Villareal sentenzia il primo successo di una piccola realtà che non aveva mai trionfato in Europa e che, adesso, entrerà nella Champions League per merito. Ha dimostrato, anche, che anche le piccole squadre se ben organizzate, strutturate e convinte del progetto, nonché portarlo avanti fino in fondo, possono arrivare a traguardi molto ambiti e questo è un monito per tutti quelli che forse pensano che il calcio sia solamente un affare e basta. E’ molto di più: è passione alimentata da una serie infinita di emozioni, quelle regalate ieri sera da Villareal e Manchester United.

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