Difensore nella Grande Inter e Campione d’Europa nel 1968 e Vice-Campione del Mondo nel 1970 con la Nazionale Italiana di Calcio

Un altro pezzo di storia del nostro calcio se ne va. Tarcisio Burgnich, il ‘roccioso’ difensore della Grande Inter del Mago Herrera e della Nazionale italiana di calcio ci ha lasciati nella notte. Considerato uno dei migliori difensori della storia del calcio italiano, Burgnich era nato a Ruda, nel Friuli-Venezia Giulia, il 25 aprile del 1939. E’ scomparso questa notte all’età di 82 anni all’Ospedale San Camillo di Forte dei Marmi.

Grazie alla sua prestanza fisica gli venne attribuito il soprannome di ‘Roccia’ da parte di Armando Picchi, suo compagno di squadra ai tempi della società nero-azzurra. Il suo modo di difendere e quindi di giocare ispirò altri difensori futuri come Claudio Gentile e Pietro Vierchowod.

Con l’Inter giocò esattamente dodici anni. Ovvero dal 1962 al 1974. Arrivò nella stagione del primo successo inaugurale di quel ciclo irripetibile, che permise di conquistare tre scudetti e ben due Coppe di Campioni. Anche se il ciclo ebbe inizio due anni prima, nella stagione 1960-1961. Dopo l’Inter terminò la sua carriera nel Napoli, collezionando in tre anni 84 presenze senza timbrare il cartellino dei marcatori.

La sua leggenda, inoltre, ebbe lustro anche con la Nazionale Italiana di Calcio. Tra il 1968 ed il 1970 Burgnich partecipò a due spedizioni fortunate e ricordate ancora oggi: il Campionato Europeo di Calcio del 1968, vinto contro la Jugoslavia, e gli altrettanti leggendari Mondiali in Messico del 1970. Fu uno dei protagonisti della mitica semifinale di Città del Messico, soprannominata ‘La partita del Secolo’ del 21 giugno 1970, contro la Germania, quando siglò la rete del pareggio, per poi perdere in finale contro il grandissimo Brasile di Pelè.

Tentò anche la carriera di allenatore ma senza grande successo. Si è seduto sulle panchine di Livorno, Catanzaro, Bologna, Como, Genoa, Vicenza, poi di nuovo nel Como, ancora di nuovo nel Catanzaro, Cremonese, Salernitana, una terza volta nel Como, una seconda volta nel Livorno, Foggia, ancora nel Genoa, Lucchese, Ternana e Pescara.

Tarcisio Burnich se ne andato nello stesso giorno in cui cade il cinquantesimo anniversario della morte del suo amico e collega di reparto all’Inter. Proprio quell’Armando Picchi che gli diede il soprannome di ‘Roccia’. La salma verrà esposta nella casa funeraria Ferrante a Viareggio, città dove l’ex – calciatore viveva.

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