Non solo Roma – Manchester, domani anche l’altra semifinale: Villareal – Arsenal

Il giorno 29 aprile si avvicina e la Roma ritrova una semifinale di Europa League dopo 30 anni. Allora era il 1991 e la competizione si chiamava Coppa UEFA. Da Rudi Voeller e Giannini a Dzeko e Pellegrini. Cambia il clima dello stadio, allora carico di passione, oggi deserto per causa di “forza maggiore”. Punto di svolta del torneo, episodio capace di ribaltare pronostici e timori, potrebbe risultare, alla fine, il rigore parato da Pau Lopez nella gara di andata contro l’Ajax.

Va detto che in campo europeo la squadra giallorossa si trasforma, abbandona timidezza e paure per proporre un atteggiamento fresco e spigliato. Che sia l’impostazione tattica di Fonseca più adatta a questo palcoscenico, a questa competizione libera dagli esasperati tatticismi tipici del campionato italiano? Plausibile alla luce dell’impostazione tattica proposta dal tecnico portoghese che risulta chiaramente fondata sul palleggio.

In ogni caso, al netto delle analisi tecniche, sorge spontanea la domanda: dove può arrivare la Roma? Il traguardo è in vista, in tre partite si arriva in fondo alla competizione. Prossimo ostacolo, dunque, sarà il Manchester United. Squadra di blasone ricco di fascino sulla quale convergono i favori del pronostico. Per avere qualche chances la compagine giallorossa dovrà approcciare le prossime due gare alla stregua di una finale, ovvero con cuore e grinta indipendentemente dall’impostazione tecnico-tattica. Questa è, indubbiamente, la ricetta per arrivare in fondo ad un torneo ad eliminazione diretta.

A completare il quadro potrebbe e dovrebbe arrivare l’esperienza internazionale di Dzeko che, nella sua carriera, ha calcato campi importanti quanto e più di questi. Stesso discorso vale per Mkhitaryan e Pedro, la bacheca di quest’ultimo, fra l’altro, trabocca di trofei. Serviranno, poi, la verve di Pellegrini, l’esplosività di Spinazzola e Karsdorp, il carisma di Mancini (che ha già indossato la fascia da capitano), il dinamismo di Veretout e l’attenzione di Ibanez, protagonista della notte magica di Amsterdam.

La partita di ritorno dei quarti di finale, condotta in porto con qualche affanno dalla Roma, ha evidenziato le qualità di Riccardo Calafiori. Romano, diciottenne, proveniente dal vivaio che ha già sofferto molto a causa di un grave infortunio al ginocchio e che speriamo mostri presto il suo enorme talento divenendo una stella del club. Le premesse ci sono tutte e ci auguriamo, dunque, che il ragazzo si riveli un nuovo gioiello nato in casa.

Dall’altro lato del tabellone si giocherà Villareal – Arsenal. Gli Inglesi hanno un ricchissimo palmares ma attraversano un momento di appannamento in Premier League essendo al nono posto. Di più modesta tradizione è la compagine spagnola che, tuttavia, potrebbe risultare comunque avversario ostico e insidioso. Attualmente occupa, infatti, il quinto posto di un campionato competitivo come quello spagnolo.

Alla luce di ciò si potrebbe quasi sostenere che il maggior ostacolo fra la Roma e la coppa sia rappresentato proprio dalla doppia sfida in semifinale contro i “Red Devils”.

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