Tra la campagna vaccinale che procede senza sosta, il processo per la morte di George Floyd avvenuta lo scorso 25 maggio ed un piano economico di trecento-quattrocento miliardi di dollari per rilanciare le infrastrutture gli Stati Uniti d’America danno segnali positivi di ripresa. L’ultima volta che avevamo analizzato le notizie provenienti oltre oceano è stato il 4 febbraio 2021. Anche in quel caso si commentammo l’inizio di un altro processo: quello a Donald Trump.

A seguire non abbiamo fatto silenzio sulla deriva del ‘Politically Correct’, seppur collegato alla rubrica ‘Parole Schiette’; per poi trattare un argomento spensierato grazie all’articolo relativo a Monterey. La cittadina californiana divenuta set di una famosa serie televisiva. Dicevamo, dunque, che sono questi i tre temi fondamentali che stanno tenendo banco in America e che al di là ogni di possibile soluzione, forse anche nel più breve tempo possibile, qualche ostacolo è ancora da tenere in conto.

Come l’inaspettato aumento dei contagi in alcuni Stati dove, proprio per effetto per i vaccini effettuati velocemente, ha convinto erroneamente alcuni governatori a riaprire tutto altrettanto rapidamente. Il Presidente Joe Biden, soddisfatto dei risultati, ha comunque invitato la popolazione ad indossare ancora la mascherina, visto che non tutti sono stati immunizzati. Per quanto riguarda i cittadini vaccinati, secondo quanto era emerso lo scorso 11 marzo, sono stati oltre i cento milioni. Si presume, ma è solo un’ipotesi, che per il nuovo mese l’obiettivo dei 200 milioni verrà superato.

Se almeno i vaccini tengono abbastanza tranquillo Joe Biden, il tema che invece gli potrebbe portare un po’ di tensione è proprio il piano d’investimenti di trecento-quattrocento milliardi di dollari che presenterà oggi. Il piano sarà finanziato, oltretutto, da un aumento delle imposte sulle imprese dal 21 al 28 per cento. Un aumento che in sostanza, una volta attuato, rimarrà il più basso dal secondo conflitto mondiale. Una volta presentato il piano, lo stesso Biden, parlerà alla nazione.

Arriviamo al processo di George Floyd. La prima udienza si è tenuta ieri e fin da subito, l’accusa, ha presentato un particolare nuovo sul caso. Sembrerebbe un vero colpo di scena. Forse il tempo in cui il ginocchio dell’agente di polizia Derek Chauvin, è stato tenuto premuto sul collo del povero afroamericano, non è di 8 minuti e 46 secondi. Ma bensì di ben 9 minuti e 29 secondi. Quasi dieci minuti. Quegli attimi tremendi sono stati riproposti in aula attraverso un video integrale ottenuto dalla stessa accusa.

Nonostante fosse il primo giorno non è mancato lo spazio per le testimonianze. Fra le tante c’è né una che ha colpisce, forse, più delle altre. Una delle testimoni, un’operatrice del 911, ha anche dichiarato che per la prima volta, in quella triste occasione, era stata costretta a fare qualcosa che in realtà non aveva mai fatto in tutta la sua vita: chiamare la polizia per fermare altri poliziotti.

Derek Chauvin è accusato di tre capi d’imputazione, che vanno dall’omicidio involontario a quello per disprezzo del valore della vita. Quest’ultimo reato è previsto solamente nello Stato del Minnesota. Se le accuse verranno confermate l’uomo, quarantaquattrenne, andrà incontro ad una condanna di ben settantacinque anni di carcere. Il che dignifica un’unica cosa: ergastolo.

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