Il 27 febbraio si è tenuta la sfilata Autunno-Inverno 2021-2022 di Salvatore Ferragamo. Una sfilata virtuale, in streaming sul web, ambientata nella nostra “città del futuro”. Un futuro positivo, ottimistico, spensierato. La sfilata era un invito a plasmare il presente, ispirandosi alla libertà creativa e concettuale dei film di fantascienza pre-millennial.

Ambientata in una città futuristica immaginaria, l’evento è nato dalla sovrapposizione tra il mondo virtuale e quello reale (la passerella fisica si svolgeva nel complesso della Rotonda della Besana di Milano) e ha portato in scena, sia per la donna che per l’uomo, una proposta di “presente che guarda al futuro”.

Un immaginario futuristico ispirato alla cinematografia cult della fantascienza. In cui tunnel luminosi, architetture postmoderne e prismi di cristallo rifrangevano la luce sugli abiti. Nella nuova collezione, intitolata “Future Positive”, le innovazioni e le tecniche proprie della Maison, sono state reinterpretate secondo concept che si rifanno a film capolavori come “Matrix”, “Gattaca” e “Fino alla fine del mondo”. 

“Nella moda, il passato esercita una gravità attirandoci continuamente a sé. Per questa stagione ho voluto invertire il fenomeno. L’obiettivo è quello di creare una collezione “Future Positive” che veda il presente attraverso il prisma del futuro, sprigionando una miriade di prospettive inedite.” ha spiegato Paul Andrew, il Direttore Creativo. “Ho immaginato delle moderne uniformi come reminiscenze di un passato lontano, senza i consueti stereotipi legati alla classe, al colore, alla fede. Nuove uniformi di un futuro utopistico, in cui la diversità e la positività si combinano per un mondo migliore.”

Una città nuova, che assomiglia molto ad una futuristica New York. Una melting pot di culture e stili, ma alcuni fermi immagine sui gargoyle del Chrysler Building, ci riportano anche ad epoche, gli anni ’30, di grande entusiasmo e rigenerazione artistica, dopo i momenti oscuri della Prima Guerra Mondiale. Possiamo oggi immaginarci i periodi che verranno dopo l’attuale pandemia.

Una città giovane e positiva, leggera e sostenibile in tutti i suoi principali processi vitali. Sicuramente una città con una redistribuzione di spazi e funzioni, che vedrà nella mobilità sostenibile il suo principale centro di sviluppo. Una redistribuzione per favorire lo scambio umano e il piccolo commercio, con il portato di tradizioni e cultura che esso genera. 

I centri produttivi e direzionali non più nelle metropoli, concentrati in un’unica zona, ma riposizionati in uno spazio che dovrà consentire di ridurre gli spostamenti quotidiani e utilizzare solamente biciclette e monopattini, oppure camminare.

Alcuni anni fa l’architetto Carlo Ratti, al Senseable City Lab del MIT di Boston, studiò i movimenti dei taxi a Manhattan. Ne emerse un dato sconcertante: le autovetture giravano quasi sempre vuote. Un elemento che si aggiunge allo spazio occupato dalle macchine parcheggiate: le auto di proprietà stanno ferme per il 95% del tempo, con conseguenze negative per il decoro delle strade e per la disponibilità di spazi pubblici.

Per la città immaginata dalla Maison Ferragamo, occorrerà quindi un grande investimento di creatività, tecnologia e organizzazione. Le nostre esistenze dovranno essere immaginate quanto più possibili taylor made: ognuno dovrà spostarsi secondo le sue reali necessità, in maniera sostenibile, non tutti agli stessi orari, e utilizzando, quanto più possibile, anche mezzi in sharing. I grandi uffici – comprese le scuole – dovranno impegnarsi per una rinnovata organizzazione, efficiente e flessibile.

Città come Melbourne, Milano e Parigi stanno già progettando uno sviluppo policentrico della città legato ai “15 minuti”: un modello in cui ogni quartiere tende ad una spiccata polifunzionalità e al mescolamento tra abitazioni, uffici e servizi.

Se negli abiti della sfilata, i codici dell’abbigliamento maschile si relazionano con quelli femminili, con connessioni complementari in termini di design e di cromie, nella nostra “città del futuro” possiamo pensare ad una più profonda connessione (tecnologica). Un’unione quindi non solo tra i suoi abitanti (gli smart citizen), ma anche con tutti i servizi disponibili nella nostra metropoli.

“Come diceva Salvatore Ferragamo a proposito delle sue calzature, questa collezione è dedicata ‘a tutti coloro che devono camminare’, uniti nella determinazione di re-immaginare e ricostruire un nuovo futuro responsabile, positivo e gioioso.”  Ed aggiungerei sostenibile.

(immagini tratte dalla sfilata virtuale Autunno-Inverno 2021-2022 di Salvatore Ferragamo)

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