Un sequel, come il primo, molto all’avanguardia e che ha spianato la strada tutti i cine-fumetti prodotti in seguito

Al giorno d’oggi sono meno rare le occasioni in cui un sequel sia meno scadente del primo capitolo. Nei decenni precedenti quando si lanciava un primo film di un franchise il sequel era d’obbligo. La trama, molto spesso però, nasceva e si sviluppava senza poca convinzione. Quanti esempi si sono susseguiti nel tempo? Troppi. Un primo capitolo da favola, con incassi record, che metteva addirittura d’accordo critica e pubblico; per poi buttare, dalla finestra, tutto quello che si era fatto di buono precedentemente con un secondo film scadente.

Per questo motivo quando il 4 dicembre del 1980, in quasi tutti i cinema del mondo, tornò a volare il personaggio dei fumetti ideato da Jerry Siegel e Joe Shuster ‘Superman’, l’attesa era maggiore; visto il ‘super’ successo del primo capitolo uscito il 10 dicembre del 1978. Diretto da Richard Donner, ‘Superman’ raccontava le origini dell’unico superstite del pianeta Krypton confrontarsi, per la prima volta, contro il suo più acerrimo nemico: Lex Luthor.

Nei panni del supereroe l’indimenticato Christopher Reeve, circondato da star di prim’ordine come Glenn Ford, nel ruolo di Jonathan Kent; Marlon Brando, nei panni di Jor-El e Gene Hackman, proprio nei panni di Lex Luthor. E’ inutile dire che fu un incredibile successo di pubblico e di critica. Con quattro nominations agli Oscar ed una sola statuetta ottenuta, quella relativa per gli effetti speciali.

Ma forse in pochi sanno che durante la lavorazione del primo capitolo, contemporaneamente, si stava realizzando anche il secondo episodio cinematografico, uscito proprio il 4 dicembre del 1980. ‘Superman II’. A questo punto penserete che il cast medesimo rimase invariato? In parte sì, precisando che Glenn Ford, proprio per rispettare la storia originale, lavorò solamente a poche scene viste nel primo.

Invece attori come Jackie Gleason, il mitico caporedattore Perry White; Margot Kidder, Lois Lane e Marc McClure nei panni del giovane fotografo Jimmy Olsen; come lo stesso Gene Hackman erano presenti. Ed erano presenti anche Terence Stamp, Sarah Douglas e Jack O’halloran nei rispettivi panni dei tre supercriminali apparsi in apertura sempre del primo film.

Chi doveva essere presente e non solo davanti alla macchina da presa, ma anche chi avrebbe dovuto dirigere questo secondo ed esplosivo capitolo, erano lo stesso Marlon Brando e Richard Donner. Quest’ultimo sostituito da Richard Lester. I motivi erano i più disparati e non solamente legati dalla classica questione economica. I contrasti erano sorti per motivi prettamente creativi. Alcune scene non furono inserite nella prima uscita ed inserite solamente ventisei anni più tardi.

In particolar modo c’era un momento particolare che legava il primo ed il secondo film e che in un momento successivo venne modificato: chiunque si ricorda la famosa scena dei missili che provocavano il terribile terremoto nella faglia di San Andreas. Uno si schiantava nel punto indicato, l’altro invece Superman lo fece esplodere nello spazio. Proprio quell’esplosione avrebbe dovuto liberare, originariamente, i tre super avversari dalla cosiddetta ‘zona fantasma’, nel quale erano stati rinchiusi dal padre del supereroe.

Dunque il primo intervento di Superman, in questo secondo capitolo, venne riscritto per l’occasione e, nonostante tutto, si può definire ottima la scelta di spostare l’azione, almeno per pochi minuti, a Parigi con il pericolo di una bomba nucleare nell’ascensore della Torre Eiffel. Questo stratagemma per evitare clamorosi buchi di sceneggiatura.

Tuttavia il ‘backstage’ fatto di aspri contrasti non incise sulla riuscita del film, il quale divenne un ulteriore successo planetario e commerciale tra il 1980 ed il 1981. Paradossalmente, ‘Superman II’, non uscì immediatamente, in quel lontano 4 dicembre di quaranta anni fa, negli Stati Uniti d’America ma in Australia. Ma cosa ha decretato la vittoria al botteghino? I tanti elementi mantenuti tra il primo ed il secondo film.

Elementi come la leggendaria colonna sonora, l’ironia mai pungente e superficiale, dialoghi spensierati, effetti speciali migliori dei precedenti ed una sceneggiatura che solo in alcuni momenti sembra calare d’intensità di ritmo. Ma è solo apparenza. La particolarità è stata anche quella, durante i titoli di apertura, di far rivivere al pubblico le immagini del primo film, creando un’ulteriore attesa per quello che aspetta allo stesso pubblico nelle sale.

A differenza del primo cine-fumetto del 1978, ‘Superman II’, non sarà mai mai candidato agli oscar per nessuna categoria prevista. Otterrà però ulteriori premi: come un Saturn Award nel 1982, seguito da altre tre candidature. Gli incassi? Il primo raggiunse la cifra monstre di 300.451.603 milioni di dollari; il secondo, invece, incassò 190, 4 milioni di dollari.

A distanza di 40 anni e a differenza di tutti gli altri cine-comic attuali, il film, tiene ancora il passo. Non è invecchiato male, come si dice in certe occasioni. Anzi, sembra ancora avanti per la realizzazione di alcuni effetti speciali che oggi, proprio grazie alla tecnologia, sono un vero gioco da ragazzi. Per esempio per il volo del supereroe al quale vi rimandiamo all’articolo, dedicato a Christopher Reeve, nel quale la nostra Serena Lamolinara spiega benissimo la tecnica usata in quell’occasione.

Di sicuro, dopo quel 4 dicembre del 1980, più di qualcuno iniziò a sussurrare che Christopher Reeve si era perfettamente incarnato nel ruolo. Ancora oggi, dopo un reboot non proprio convincente di questi due primi film del 2013, l’erede dell’attore scomparso nel 2004 ancora deve essere trovato.

In conclusione, si può sostenere che il ‘Superman’ di Christopher Reeve avanti nei tempi. Non solo per gli effetti speciali, ma anche per la concezione della trama, dalla quale molti nei decenni successivi hanno attinto.

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