Ad aprire la settimana ci pensa la sfortunata cantante scomparsa nel 2011

Quando il cinema incontra la musica, quella vera, o viceversa. In fondo, l’appuntamento de ‘La canzone del Lunedì’ sembra volerci dire proprio questo in questo primo giorno della settimana, in cui, sul grande schermo, approda il biopic tanto atteso sul talento cristallino e fin troppo sfortunato di Amy Winheouse. ‘Back to Black’ è il titolo del lungometraggio diretto da Sam Taylor-Johnson e che, come molti sanno e ricordano, è anche il titolo del sorprendente album d’esordio che la lanciò, sia nell’immediato e sia definitivamente, nell’olimpo del mondo musicale. Che la lanciò nella musica che conta.

Sono trascorsi oltre quindici anni e la stessa giovane stella che era molto di più di una semplice promessa è scomparsa da oltre tredici anni, quasi. Era il 23 luglio del 2011 quando la cantante britannica lascò questo mondo a causa dei suoi problemi di alcolismo, almeno per quanto è emerso in tutti questi anni. Aveva 27 anni come alcuni altri prima di lei che avevano lasciato questo mondo: Janis Joplin, Jimmy Hendrix e Kurt Cobain, di cui lo scorso 5 aprile sono stati trent’anni esatti dal suicidio, tanto per citarne qualcuno

Una voce particolare quella di Amy. Una voce tra la potenza e la classe. Una voce che semmai fosse sopravvissuta al suo tragico destino non solo avrebbe scritto pagine e pagine di musica indelebili, ma avrebbe ricevuto il plauso e il raffronto, più che positivo, con altre e storiche ugole d’oro delle sette note.

Difatti, il suo timbro vocale era tipico delle talentuose della musica black e il suo album, oltre che per diversi motivi introspettivi, era totalmente impregnato di blues. Tra le singole hit che lo componevano ci dobbiamo soffermare su una particolare, come sempre accade nella prima rubrica del lunedì: Rehab. Con tale termine è solito indicare un luogo ovvero il cento di disintossicazione, per droghe o, per l’appunto, da alcool. Non a caso questa piccola parola è solamente l’abbreviazione di rehabilitation center.

I versi di questa canzone, scritta in parte proprio da Amy e da una poetessa americana, fanno proprio riferimento a questa particolare struttura adibita per tali necessità in cui la stessa Winheouse avrebbe dovuto recarsi per cercare di uscire dalla dipendenza dall’alcool. In verità, Amy ci andò: la sua permanenza durò solo quindici minuti e se ne andò, affermando che lei beveva solo perché era innamorata. Ci andò solo su invito, indiretto, di suo padre il quale, quest’ultimo, tentò di salvare la figlia non riuscendoci.

Tornando al brano, ‘Rehab’ è singolo che contiene delle perfette contaminazioni di ben tre generi musicali: il soul, il contemporary R&B e addirittura il Jazz. Una triplice miscela vincente che vide la mano, in fatto di produzione, del lungimirante Mark Ronson, il produttore di Bruno Mars, per intenderci.

Uscito il 23 ottobre del 2006, la canzone ottenne due dischi d’oro; otto dischi di platino, tra cui uno proprio in Italia. Del disco d’esordio e di tutta la sua vita ve ne parleremo meglio nello speciale – recensione di sabato in occasione dell’uscita del film. In quell’occasione si uniranno tre rubriche: Recensioni e Retrospettive in Musica per un appuntamento davvero speciale. Per il momento vi lasciamo alla sua canzone che apre la settimana.

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