Un nuovo cult sulla scia de ‘L’attimo fuggente’

Nella New England degli anni ’70, Paul Hunham è un impopolare professore di lettere classiche presso la rinomata Barton Academy, un famoso collegio al maschile pieno di rampolli dell’alta società. Al professore viene affidato il ruolo di supervisionare gli studenti che rimarranno nel collegio durante le vacanze di Natale, impossibilitati a trascorrere le feste con la propria famiglia.

Dopo l’abbandono di alcuni ragazzi, recatisi altrove per celebrare le feste, il gruppo si restringe ad Hunham, il ribelle ma intelligente Angus Tully e la capocuoca Mary. Le vacanze, iniziate nel peggiore dei modi, tra noia e tentativi di ribellione, si trasformeranno in un viaggio d’introspezione, nel quale ognuno dei viaggiatori si legherà indissolubilmente all’altro.

The Holdovers è una commedia dal sapore intimo e caldo, che trova la propria forza nella scrittura dei suoi personaggi. Si tratta di protagonisti molto particolari, ognuno dei quali ha una propria debolezza, dei punti di frattura e forze attraverso le quali riesce a compensare le fragilità dell’altro.

Sembra quasi che questa sia la pellicola di coloro che vengono lasciati indietro e che hanno il compito di mostrare cosa si celi al di sotto della superficie: il professor Hunham, interpretato da un magistrale Paul Giamatti, sembra un uomo arrabbiato col mondo, a causa della corruzione del sistema scolastico, che premia chi paga e non chi merita, che preferisce lasciare indietro chi fatica, anziché aiutarlo. La sua rabbia spesso coinvolge anche gli studenti stessi, colpevoli, secondo lui, di non prestare la dovuta attenzione allo studio, non sfruttando a pieno il loro ingegno.

Il giovane Angus è un ribelle, che vuole mostrarsi forte davanti a tutti e non accetta le imposizioni. A uno sguardo più profondo, l’atteggiamento del ragazzo, diviene un chiaro segno di una sofferenza per la disgregazione della sua famiglia e della ricerca di comprensione. Mary, interpretata dal premio Oscar Da’Vine Joy Randolph, infine, è una donna forte e sofferente per la morte del figlio in Vietnam.

Una sofferenza carica di rabbia e frustrazione, in quanto il giovane è costretto ad arruolarsi per potersi pagare gli studi. Queste persone sono riunite in un luogo, non perché volgiano trascorrere insieme il Natale, ma perché non hanno alcun posto dove stare. Questa convivenza forzata dà vita alla possibilità di apertura e comprensione tra i diversi protagonisti, complice anche la magia del paesaggio e del periodo natalizio nel quale la storia è ambientata.

The Holdovers è la storia di un incontro di solitudini e di emarginazioni, che attraverso lo scontro fra caratteri uguali e contrari permette ai protagonisti di abbassare lentamente le loro corazze, di accettare le loro cadute e di evolvere in direzione di una vita più serena e consapevole.

The Holdovers segue la scia di film come L’Attimo Fuggente, opera di formazione intensa, nella quale il rapporto tra il professore e l’alunno diviene motore cardine della storia. Hunham e Angus non potrebbero essere più diversi, per età e carattere. Eppure, attraverso gesti semplici come il solo confronto e il viaggio, riescono a tirare fuori i lati positivi l’uno dell’altro, migliorandosi. Il viaggio (sia fisico che interiore) in macchina di Angus, Paul e Mary, in un paesaggio suggestivo, scandito da una colonna sonora emozionante, dona una sensazione di nostalgia ed emozione che arricchisce il film.

La pellicola si rivela un’opera delicata, una storia dei buoni sentimenti. Non punta dare reali lezioni di vita, ma a mostrare come l’uomo, imperfetto e grigio, attraversi momenti di disillusioni e crisi. Non c’è un colpo di scena, c’è una storia delicata e reale, di persone reali, nelle quali immedesimarci, inseriti negli anni ’70 che noi guardiamo da lontano.

Una menzione speciale la merita il cast. Paul Giamatti riesce a reggere il peso di una storia intera, mantenendone sempre la costanza. Il giovane Dominic Sessa si dimostra una valida promessa, con un’interpretazione intensa come lo è il suo personaggio. Infine, Da’Vine Joy Randolph vince meritatamente l’Oscar con un personaggio carico di amore e disperazione e di cui percepiamo la sofferenza e il tentativo di ricominciare a vivere.

The Holdovers è un film delicato, potenzialmente collocabile come cult Natalizio e giustamente candidato agli Oscar 2024. Per chiunque voglia farsi una coccola durante le vacanze, questo è il film perfetto.

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