Bilancio dopo 15 anni di oltre venti film realizzati e non solo

Tom Cruise poteva essere della partita, indubbiamente, ma solo fino ad un certo punto. Alla fine, la spuntò Robert Downey, Jr. Quest’ultimo, fino a quel momento, aveva rischiato di vedere finire la carriera per alcuni suoi errori personali.

Quel ruolo non solo risollevò in ambito professionale ma lo fece riportare sull’olimpo dei grandi. Il suo modo, anche naturale, di proporre il personaggio sul grande schermo gli permise di essere eletto, dai fans di tutto il mondo, come l’unico Tony Stark della storia del cinema, indipendentemente da chi sarebbe arrivato al suo posto in futuro. Un po’ come accaduto con Christopher Reeve per Superman.

Robert Downey, Jr, qualche tempo più tardi affermò che lavorare su quel ruolo gli permise di aver avuto maggior raggio d’azione non solo nella creazione del personaggio, ma di averla avuta anche nell’ambito dello sviluppo della sceneggiatura o quantomeno di apportare qualche modifica. Scritta da Mark Fergus, Hawk Ostby, Art Marcum e Matt Holloway, Robert Downey riuscì a proporre meglio le sue idee in merito per il solo fatto di avere il suo ufficio vicino a quello del regista: Jon Favreu.

Oltre al già citato attore vennero ingaggiati Gwyneth Paltrow, nel ruolo di Pepper Potts, e Jeff Bridges nei panni dell’antagonista, Obadiah Stane che si trasformerà in Iron Monger. Nei panni, invece, dell’amico e Colonnello James Rhodes, non era ancora presente Don Cheadle ma Terrence Howard. Non solo, il resto del cast, seppur composto anche dallo stesso regista, da Clark Gregg che presta il volto al personaggio di Philipp Coulson. Mentre la voce di Jarvis era di Paul Bettany. Senza dimenticare il cameo di Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury.

Il film, che era già di per sé un evento, non tradì le attese. Fu un successo sia di critica e di pubblico. L’ironia presente in tutta la trama era una costante non come scelta del regista, ma come elemento cardine del personaggio medesimo; proprio della natura dello stesso Tony Stark. Le scene di azione e di effetti speciali non vennero sviluppate tanto per riempire un vuoto di sceneggiatura o per allungare il brodo, erano congeniali alla storia stessa con una morale implicita.

Se con Stan Lee, nei fumetti, si toccava il tema del capitalismo, ciò avviene anche nel film, ponendo l’accento sulla tecnologia, domandandosi se debba andare sempre contro l’uomo o, alle volte, andare anche a favore dello stesso. Evitando di mietere vittime innocenti, semmai di salvarle. Un concetto, dunque, molto idealistico che raggiunge l’effetto sperato nello spettatore.

Altro piccolo dettaglio che sembrerebbe irrilevante è quella di affidare l’apertura del film allo storico brano degli AcDc dal titolo ‘Back is Black’. Un puro sound di hard rock che non solo attribuisce l’idea di una trasposizione cinematografica dedicata interamente ai giovani, con una riflessione da adulti, ma è soprattutto il modo, se vogliamo anche del tutto originale, di entrare nella totale eccentricità del personaggio di Tony Stark.

Un’eccentricità non adolescenziale, non superficiale e più adulta. Nel senso più matura rispetto a quello che poteva esser mostrato nei fumetti o in qualche altra epoca cinematografica. Costato ben 140 milioni di dollari, il primo Iron Man, ne incassò, in tutto il mondo, 585.796.247 milioni di dollari suddivisi in questo modo: 319.034.126 nel nord America; 266.762.121 nel resto del mondo, infine in Italia: 11.035.006. Ebbe due seguiti, uno già ricordato, due anni dopo, mentre il terzo episodio uscì esattamente dieci anni fa.

Dunque, per Iron Man si potrebbe aggiungere anche un triplice anniversario e per un semplice motivo. Fermo restando che il terzo ed ultimo capitolo uscì, per la precisione, il 27 aprile del 2013. Il primo film vide l’apparizione nei cinema, appunto, il 1° maggio nei cinema italiani e il 2 maggio in quelli statunitensi.

Non solo, il film ottenne anche due candidature agli oscar dell’edizione 2009, esattamente per gli effetti visivi e come miglior montaggio sonoro. Sempre nello stesso anno, comunque, conquisto ben tre Saturn Award per il miglior film, miglior attore a Robert Downey, Jr e alla migliore regia. Questi ultimi sono ancor più significativi, senza togliere alcuna importanza alla statuetta più ambita ovvero gli oscar. Infatti, con il Saturn Award si tende a premiare le migliori opere di genere fantasy, horror e anche di fantascienza.

Tra quell’1° e 2 maggio del 2008, insomma, non tutti si resero conto che stava avvenendo una vera e propria svolta epocale in ambito cinematografico. Non tutti furono coì lungimiranti da accorgersene. Forse, anzi sarebbe più giusto dire molto probabilmente, che qualche alone di scetticismo trovava ragione nella scelta dei personaggi. Semmai fosse stata realizzata un progetto del genere su una qualche opera letteraria di alto livello saremmo stati tutti quanti d’accordo?

Sta di fatto che dopo Iron Man sono state realizzati una ventina di film, diverse serie televisive, vari crossover, introdotti vari e vari personaggi e tutti facenti parte della stessa scuderia, quella della Marvel. A distanza di quindici anni, ora come ora e dopo vari fallimenti sul grande schermo, questa scia è stata seguita anche da James Gunn nel rinverdire i fasti della Dc Comics, come vi abbiamo annunciato qualche mese fa. Molti si chiedono se funzionerà, scalzando nei fatti la stessa Marvel.

Operazione fotocopia, insomma, è svolta nel momento peggiore della stessa casa editrice di Stan Lee. Non in fatto di vendite di fumetti, ma proprio nel proporre le storie in formato serie tv e cinema. Molti imputano questo decadimento di livello dopo ‘Averngers: Endgame’. Dopo l’uscita di scena dei protagonisti principali: lo stesso Iron Man, Thor e Capitan America. Non è un’osservazione superficiale, ma il frutto di anni di visione dei film della Marvel da parte anche dei fans più attenti, per non dire anche i più accaniti.

Quindici anni, comunque, non sono ancora nulla nonostante l’universo condiviso cinematografico della Marvel ha già fatto la sua storia e la storia del grande schermo in generale, attraverso affluenza di pubblico, di incassi e favori della critica. Resta solo da vedere se il futuro riuscirà ad essere se non superiore ma almeno allo stesso livello dei primi anni.

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