Il 1977 è l’anno della sua consacrazione definitiva e non si

fermerà più

Siamo giunti a quelli che sono gli ultimi appuntamenti. Alle due ultime due parti di un viaggio musicale tanto affascinante quanto vasto e complicato da raccontare in soli sei parti. La vita e la produzione di Lucio Dalla è talmente ampia che era impensabile di ripercorrere passo dopo passo ogni anno analizzando, persino, ogni disco. Consapevoli, comunque, di non aver detto tutto, ma proprio tutto, sul cantante nato ottanta anni fa.

C’è comunque ancora un bel tratto da ricordare, un grosso periodo della sua carriera che decolla, una volta per tutte, durante un anno particolare per la musica. Riprendendo il racconto c’è bisogno di dire, prema, che per antonomasia il 1977 è l’anno de ‘La Febbre del sabato sera’ e non solo dal punto di vista cinematografico. I Bee Gees inondano ogni radio della loro frizzante musica, monopolizzando ogni discoteca del mondo.

Stanno cambiando i tempi e di conseguenza anche le mode e non solo passeggere. Dopo la trilogia con Roberto Roversi, l’epoca, sia personale che professionale, inizia a mutare anche per Lucio Dalla con l’arrivo, finalmente, della consacrazione tanto cercata quanto desiderata.

Il suo successo definitivo, quello che gli garantisce una carriera più in discesa, avviene grazie ad un disco le cui sonorità e testi lo riportano agli inizi. Sempre in via di sperimentazione, in fondo Lucio Dalla lo farà per tutto il resto della sua vita, ma con il ritorno della musica d’autore. Quando nel settembre di quello stesso anno uscì ‘Come è profondo il mare’ tutti si accorsero, ancor di più, delle potenzialità del cantante bolognese. Con otto tracce, Dalla, conquistò non solo i palati fini della musica, gli esperti e la critica, ma anche quelli un po’ difficili di gusti musicali.

La tracklist era composta da: Come è profondo il mare; Treno a vela; il cucciolo Alfredo; Corso Buenos Aires; Disperato erotico Stomp; Quale Allegria; … e non andar più via; Barcarola. Di questi undici brani appare giusto segnalare sia come testi, melodia ed ironia due canzoni in particolare: la canzone omonima del disco e Disperato Erotico stomp. Quest’ultima dedicata al controverso moralismo della sinistra dell’epoca.

Due anni più tardi, con il vento in poppa, e fino al 1981, Lucio Dalla realizza e pubblica altri tre album: l’omonimo Lucio Dalla del 1979; Dalla del 1980 e Q disc del 1981. Pausa nel 1982, almeno per quanto riguarda il proporre un nuovo disco al pubblico italiano e nel 1983 ritorna con un disco intitolato proprio come l’anno di pubblicazione: 1983, seguiranno Viaggi Organizzati; Lucio Dalla Marco di Marco; Bugie.

Ancora una pausa nel 1987, a seguire il disco evento con Gianni Morandi. In quell’occasione lo stesso Dalla rilancia, in tutto e per tutto, la carriera dell’altro cantante rappresentativo della città di Bologna ed icona nazionale. Il decennio successivo parte con il botto, ma la produzione di dischi, rispetto al passato, è meno frequente: Cambio, il titolo del 33 giri del 1990, è sinonimo di un’altra grande rivoluzione della sua carriera.

Sin dalla metà degli anni ’70 e per tutto il resto del suo lungo percorso professionale, Dalla pubblicò anche varie raccolte e dischi registrati dal vivo. In uno di questi, intitolato ‘Dallamericaruso’, pubblico una delle canzoni, forse, più rappresentative del suo vasto repertorio, ‘Caruso’. Dedicata al grande cantante degli anni ’20, Dalla stupisce tutti con la sua melodia carica di passione e malinconia. Facendosi anche apprezzare per il suo ottimo tentativo di cantare in napoletano.

Con ‘Cambio’, il cantante bolognese decide, appunto, di cambiare ancora. La sua incontenibile voglia di sperimentare di continuo lo porta, addirittura, verso la musica rag. I produttori discografici dell’epoca glielo sconsigliarono categoricamente. Ma con ‘Attenti al lupo’ fece nuovamente centro. Spiazzando di nuovo addetti ai lavori e il pubblico italiano.

Con questa canzone stupisce, soprattutto, per la sua semplicità. Il ritornello è fondato tutto sulla frase che attribuisce titolo alla canzone. Tre parole semplici, appartenenti all’epoca infantile, che diventa, per molto tempo, un tormentone musicale veramente indimenticabile. Come è indimenticabile deve essere considerato il brano dal semplice titolo: Le rondini. Una poesia su musica, una melodia che richiama la primavera ma con una forte vena malinconica.

Si è detto, che negli anni ’90, la produzione del cantante bolognese non sarà più continua. Ogni disco sarà pubblicato con una cadenza triennale: ‘Henna’, nel 1993; ‘Canzoni’, nel 1996. In questo caso potrebbe essere anche intesa come una mera raccolta anche di vecchi successi. Ma in fondo, alcune canzoni di Lucio Dalla tra i vari album pubblicati nella sua lunga carriera sono sempre stati ripubblicati.

Nel 1996 stravince con ‘Canzone’, brano che diventa, rispetto ad ‘Attenti al lupo’, un tormentone ulteriormente esplosivo. Quattro mesi in classifica, dal 31 agosto del 1996 fino al dicembre dello stesso anno. Gli anni ’90 terminano con ‘Ciao’ nel 1999, attraverso il quale il cantante bolognese saluta il secolo che sta per finire, lasciando spazio al nuovo millennio.

Con l’arrivo degli anni duemila ci saranno solamente altri quattro album poi la sua produzione artistica terminerà. Almeno ufficialmente per lasciare spazio a tante altre raccolte, definitive in questo caso. ‘Luna Matana’, ‘Lucio’, ‘Il contrario di me’ e ‘Angoli nel cielo’ rappresentano, quasi nella sostanza, un po’ il suo canto del cigno.

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