Con Robert Duvall, Sean Penn e Maria Conchita Alonso, il film uscì il 15 aprile del 1988

Due agenti di pattuglia per le strade di Los Angeles. Uno esperto e l’altro da svezzare; il classico novellino che si crede di essere un duro solo perché l’età, e forse anche l’inesperienza, lo indirizza verso quel tipo di atteggiamento da adottare, per non dire da ostentare. Uno più diplomatico, vecchia scuola; l’altro più irruente, anche troppo. Al limite del pregiudizio che in realtà non ha visto che esce con una affascinante donna appartenente ad una delle minoranze presenti sul territorio della città degli angeli.

I due agenti cercano di far coesistere i loro caratteri e i loro modo di essere, di fare coppia; ma le differenze sul modo di agire per le strade, in special modo per ostacolare le gangs criminali, sono troppo eloquenti ed emergeranno quasi nell’immediato.

Attraverso queste lunghissime premesse si fonda la trama del film poliziesco/drammatico ‘Colors’, conosciuto anche, da noi, con il sottotitolo di ‘Colori di Guerra’. Diretto da Dennis Hopper, non nuovo ad un’esperienza dietro la macchina da presa, il film vuole essere uno spaccato, più o meno crudo, più o meno approfondito, della realtà imperante, in quegli anni, nell’area urbana di Watts. Uno dei quartieri più malfamati della città di Los Angeles.

Ad interpretare i due poliziotti di pattuglia, facenti parte della squadra speciale conosciuta con l’acronimo di ‘Crash’, furono gli attori Robert Duvall, il veterano appunto, ed un giovanissimo Sean Penn, rispettivamente nei ruoli di: Bob Hodges e Danny McGavin. Scritto da Micheal Schiffer la pellicola sconfina in vari generi e non solo in quelli che abbiamo menzionato poc’anzi. È quasi un perfetto mix di dramma, di azione, di thriller a sfondo poliziesco.

Sarebbe più giusto dire, scusandoci per ripetere lo stesso termine, una storia di base poliziesca contraddistinta dagli ulteriori elementi indicati la quale, inizialmente, avrebbe dovuto essere ambientata nella città di Chicago. Era questo che prevedeva una prima versione della sceneggiatura, scritta inizialmente da Richard Di Lello, fu poi lo stesso regista a voler modificare l’ambientazione e non fondandosi solo ed esclusivamente sullo spaccio di droga, portando, dunque, l’azione sulla strada.

Oltre ai due attori già citati appare giusto ricordare anche la presenza dell’attrice, ispano-americana, Maria Conchita Alonso, nei panni di Louisa Gomez, la cameriera della tavola calda della zona e che per un po’ uscirà con McGavin. Non solo, fra gli attori che appaiono anche due giovanissimi Damon Wayans e Don Cheadle, nella parte di due componenti di una delle gangs operante in quella zona malfamata.

Il film, nella sua essenza, vuole essere un vero e proprio pugno nello stomaco rivolto a tutti coloro che molto probabilmente, non solo all’epoca, ancora oggi non si rendono conto di cosa succede in quelle strade dimenticate non solo da Dio, ma anche dalla polizia stessa. La presenza della divisione speciale non basta da sola.

Il dualismo tra i due protagonisti sfocia, quasi inevitabilmente, in uno scontro fra i due. I metodi del giovane rischiano di cancellare ogni possibilità di dialogo tra le forze dell’ordine, gli onesti cittadini che vivono in mezzo alle bande e le gangs medesime. Un film per certi versi scomodo che, nel corso degli anni e a nostro avviso, non è stato ricordato nel modo giusto o, quantomeno, non è stato ricordato affatto.

Un’opera cinematografica tipicamente commerciale ma che affonda molto bene le proprie radici su una questione prettamente sociale, lanciando diversi messaggi: sia impliciti che espliciti. Per una morale che non è solamente oggettiva ma anche soggettiva.

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