Il celebre cantante è stato omaggiato ad una mostra in suo onore lo scorso ottobre

“Caro Buscaglione nel nostro mestiere ci si imbatte sempre e soltanto in due tipologie professionali: gli attori e gli artisti. La differenza è semplice: attori si diventa mentre artisti si nasce. Ebbene caro Buscaglione io e lei siamo due artisti”. (Totò)

Durante gli anni ‘50 in Italia si assiste a diversi cambiamenti nel campo musicale. Fa il suo ingresso nella discografia la Rca, viene introdotto il 45 giri più leggero rispetto al 78 giri. La televisione nasce nel 1954 sono pochi a possederla circa 24 mila e molti la guardano nei locali pubblici. L’anno successivo fa la sua prima apparizione il juke-box che grazie al 45 giri permette di ascoltare fino a duecento dischi, utilizzato nei luoghi chiassosi e riscuoterà grande successo con le voci degli urlatori e la nascita del rock’n’roll.

Visto il grande interesse per la musica “del tempo” da parte degli italiani, nel 1957 in televisione inizia “Il Musichiere”, con testi di Garinei e Giovannini, che diventa anche una rivista cartacea con allegati i dischi di plastica con brani dei cantanti.

Questa serie di avvenimenti ha determinato un decollo della discografia, dai tre milioni di dischi venduti in Italia nel ‘51 ai sedici milioni di dischi acquistati nel ‘58.

In questo periodo florido di rinnovamento musicale si inserisce Fred Buscaglione, con il suo aspetto da duro, alla Clark Gable, la voce rauca e la sigaretta all’angolo della bocca e diventa l’interprete ideale della canzone alla “bulli e pupe” in cui per la prima volta è l’uomo ad essere succube della donna emancipata.

Lo scorso anno è stato il centenario dalla nascita dell’artista (causa covid), si è voluto omaggiare Fred Buscaglione durante la festa del cinema di Roma (al museo Maxxi dal 13 al 23 ottobre) è stata allestita una mostra fotografica itinerante del cantante, che proseguirà a Torino (sua città natale) e poi all’estero. Inoltre, la casa di produzione Maga Pictures girerà un film sulla vita del “Grande Fred”.

Ferdinando Buscaglione in arte Fred nasce il 23 novembre 1921 a Torino. Una formazione musicale duplice la sua: da un lato gli studi presso il Conservatorio Verdi dall’altro un apprendistato, ancora adolescente, come contrabbassista in orchestrine jazz nei locali notturni della città. L’inizio della sua carriera di cantante si deve all’amico nonché avvocato Leo Chiosso che spingerà Fred ad interpretare lo stesso personaggio confezionato nei loro testi.

Un personaggio che mette a macchietta i luoghi comuni sul “vero uomo” americano, un po’ Clarck Gable un po’ Humphrey Bogart, un duro dal cuore tenero assai sensibile alle maggiorate. Leo Chiosso intanto insiste perché Fred incida le canzoni che hanno scritto insieme, dopo aver ascoltato “Tchumbala-Bey” Gino Latilla gli inserisce nel mondo discografico.

I giovani apprezzano la ventata di novità del duo, premiando le loro canzoni e a formare il “mito Buscaglione”. Durante un ingaggio al Cecile di Lugano Fred incontra la donna della sua vita, che diventerà sua moglie, Fatima Ben Embarek, acrobata e contorsionista di origine marocchina, con particolari qualità canore, i due coniugi spesso si sono esibiti assieme.

Nella discografia di Fred bisogna ricordare le più note: Che bambola! (1956), Teresa non sparare (1957), Eri piccola così (1958).

Che bambola! è uno swing, la prima vera criminal song all’italiana. Qui i ruoli sono capovolti, è la donna che domina la situazione e che “lo incolla ad un lampion” dimostrando di non apprezzare il suo corteggiamento: Ehi, ehi, ehi, le grido, piccola, / dai, dai, dai, non far la stupida, / sai, sai, sai, io son volubile, / se non mi baci subito / tu perdi un’occasion” / Lei si volta, poi mi squadra come fossi uno straccion, / poi si mette bene in guardia come Rocky, il gran campion, /finta il destro e di sinistro lei mi incolla ad un lampion. / (fischio) … Che sventola!

‘Teresa non sparare’ è una canzone che si ispira a un fatto di cronaca nera (una sorta di reportage giornalistico dell’epoca), una moglie che aveva sparato al marito dopo averlo sorpreso con l’amante. Il brano parte con Fred Buscaglione in versione strillone, il testo: Teresa, / ti prego, / non scherzare col fucile, / per la rabbia la tua bile può scoppiar! / Teresa, / ti prego, / io non son certo un vile, / ma se tocchi quel fucile può sparar! / È stata una follia, / l’ho incontrata per la via, / disse “vieni a casa mia” / cosa mai potevo far?

In “Eri piccola così” la protagonista è un’altra “femme fatale” per di più anche assassina. IL brano di maggior successo del cantante è un vero dramma della gelosia, un provocatorio racconto dal punto di vista dell’uomo che non accetta di essere lasciato dalla propria donna, la quale difende la propria libertà sparandogli, tutto reimpostato in chiave parodistica.

La canzone parte con una rullata di batteria sul ritmo della quale entrano basso e pianoforte, come base ritmica, e poi tromba e sax che cominciano a inseguirsi. Il brano diventa famoso anche per il gesto di Buscaglione con l’indice e il pollice per indicare le dimensioni della protagonista.

Il linguaggio è sempre quello da “duro”: Poi un giorno / m’hai piantato / per un tipo / svaporato… / T’ho cercata – t’ho scovata, /l’ho guardato – s’è squagliato / quattro schiaffi t’ho servito / tu mi hai detto “disgraziato” / la pistola m’hai puntato / ed un colpo m’hai sparato / e spara (bang) / spara (bang) /spara (bang) (colpo di tosse) / e pensare che eri piccola / ma piccola, / tanto piccola / così.

Tra le canzoni scritte da Fred Buscaglione assieme a Leo Chiosso ce n’è una in particolare che pur non rientrando nell’ambito della criminal song è rappresentativa della società di quell’epoca. Si tratta di Porfirio Villarosa (1956). Il personaggio è realmente esistito e si chiamava Porfirio Rubirosa. A quanto pare era un avventuriero dominicano diventato famoso per le sue storie d’amore con numerose attrici come Ava Gardner e Zsa-Zsa Gabor.

https://www.youtube.com/watch?v=s5BdiuHEuRs

Il paroliere Leo Chiosso prese il personaggio, lo trasferì a Torino cambiandogli il cognome in Villarosa, Il risultato fu un testo che cantava le epiche gesta di un manovale. Alcune strofe della canzone sono scritte in uno spagnolo italianizzato che richiama l’atteggiamento del playboy di bassa estrazione sociale che cerca di fare il conquistatore: “Esta è la canción de Porfirio Villarosa / che faceva el manoval alla Viscosa / PORFIRIO!

Fred Buscaglione personaggio eclettico e moderno nel 1959 viene contatto da produzione cinematografiche nei film: Poveri milionari di Dino Risi, I ladri regia di Lucio Fulci, Guardatele ma non toccatele regia di Mario Mattoli, Noi siamo due evasi, regia di Giorgio Simonelli, Il moralista regia di Giorgio Bianchi, I ragazzi del Juke-Box di Lucio Fulci, La duchessa di Santa

Lucia, regia di Roberto Bianchi Montero, La cento chilometri regia di Giulio Petroni, Noi duri, regia di Camillo Mastrocinque(1960), Tu che ne dici?, regia di Silvio Amadio(1960).

Il “personaggio” Buscaglione si impone come un vero e proprio “cult”, capace di promuovere imitazioni e modi di fare, comportamenti e “status symbol”, ad esempio andando in giro con una Thunderbild rosa confetto hollywoodiana, in un Paese, l’Italia, in cui dominavano le Topolino e le Seicento. Ed è proprio a bordo di quella macchina che perde la vita, si schianta alle 6.30 di un freddo mercoledì di febbraio (3 febbraio 1960), contro un camion carico di tufo in una strada del quartiere romano dei Parioli. Una morte tragica e prematura che ha proiettato Fred Buscaglione direttamente nel mito.

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