Il famoso regista francese ha partecipato all’incontro con il pubblico avvenuto ieri

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“La sceneggiatura è ciò che mi coinvolge in modo assoluto, adoro Kubrick ma se devo essere sincero è stata mia madre la mia prima fonte d’ispirazione. Penso che ogni artista abbia un proprio stile e marchio di riconoscimento”.

A diciannove anni si trasferisce ad Hollywood per imparare le tecniche del cinema americano. Quest’esperienza lo forma profondamente e viene considerato il regista francese più “americano” degli anni ’90. Luc dice “giro in cinemascope e quindi per girare a New York è stato molto difficile”.

Besson già ai suoi esordi dimostra di saper coniugare felicemente la spettacolarità hollywoodiana con le sottigliezze del cinema europeo. Lo dimostra anche con altre prove, in cui emerge tutta la sua capacità di inventare mondi originali con film come: “Subway” (1985), interpretato da Christopher Lambert e Isabelle Adjani, la cui storia d’amore è ambientata nei cunicoli della metropolitana e che lo stesso regista trasforma in uno spazio fantascientifico; “Il Grande Blu” (1988), dove Besson può finalmente esprimere in immagini il suo grande amore per gli abissi marini.

Il film, però, viene stroncato dai critici a Cannes, anche se ottiene un grande successo presso il pubblico, ma ha un difficile percorso perché in Italia: l’uscita viene bloccata per la causa intentata da Enzo Maiorca, che si ritiene leso dalla rappresentazione negativa del suo personaggio. Il grande successo arriva però nel 1990 con “Nikita”, interpretato da Anne Parillaud e Jean Reno.

Ospite alla festa del cinema di Roma è stato esaustivo nel rispondere alle domande di giornalisti e fan. Ha affermato di sentirsi libero nel creare nuovi mondi. “Mi capita spesso di parlare con scienziati e nemmeno loro possono sapere cosa chi sia dietro un buco nero. Qui entro in gioco io perché posso spaziare con la fantasia”. “Per il cinema è molto costoso Lucy, è stato uno dei film più cari mai realizzati in Francia”.

Un film che si struttura come un puzzle narrativo e visivo di cui si può cogliere la reale sostanza solo guardando in profondità.

“La donna mi affascina, è più determinata e forte rispetto all’uomo”. In molte opere Besson sceglie personaggi femminili coinvolti in esperienze che ne mutano profondamente la vita, ciò è testimoniato dalla sua filmografia. Sappiamo quanto sono lontane tra loro, nel tempo e nell’azione, Nikita e la Aung San Suu Kyi di The Lady ma al contempo vicine per capacità di resistenza, di forza d’animo, di sguardo verso possibili mutamenti che i maschi faticano a sostenere.

Lucy, ingenua ragazza che studia a Taipei, viene rapita da malavitosi che vogliono utilizzarla come corriere dopo averle inserito nell’addome una speciale sacca contenente una nuova droga. In seguito a un pestaggio la sacca si rompe facendole sciogliere nell’organismo la sostanza che sviluppa al massimo le sue facoltà cerebrali, conferendole incredibili poteri mentali e fisici.

La Johansson veste i panni della nuova eroina di Besson sulle orme di Anne Parillaud (protagonista di Nikita). Besson ha detto lavorare con la Johanson richiede impegno è una professionista e vuole sapere tutto riguardo al personaggio che deve interpretare. “Io scrivo ogni cosa, nulla è lasciata al caso, perciò, quando Scarlett si è avvicinata a me ho consegnato 30 pagine sulla storia dettagliata di Lucy, poi se vuoi conoscere i tuoi genitori ho altre 60 pagine”.

“Tra la regia, la sceneggiatura e la produzione ciò che mi coinvolge di più è la scrittura, forse perché ho iniziato a 16 anni a scrivere il Quinto elemento. Certamente è allenamento all’epoca non ero ancora pronto e ho cestinato tutto per poi riscriverlo rigettarlo di nuovo e poi finalmente ho scritto 400 pagine ed erano buone. Forse non sono un bravo scrittore” ride.

“Ogni giorno mi alzo alle 4 di mattino e scrivo fino alla colazione con i miei figli, poi esco, osservo ciò che mi circonda e cerco di prendere ispirazione. Non abuso mai del mio tempo, non serve stare tutto il giorno davanti al computer per poi non scrivere nulla di interessante, a me bastano quattro ore, più che soddisfacente”.

“Il mio prossimo film sarà girato interamente con il cellulare; quindi, consiglio a tutti i giovani ragazzi che desiderano realizzare i lori sogni nel campo cinematografico di utilizzare tutti i dispositivi che si ha a disposizione (cellulare, internet, youtube, pc ecc.) e iniziare senza rimandare e sperare che qualcuno si accorga di te. Nel cinema non funziona così nessuno investe per te, cosa che non accade per altri settori come lo sport”.

“Guardando i miei figli sono fiducioso e pieno di speranza verso il futuro”.

FOTO E VIDEO DI SERENA LAMOLINARA

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