Era la veterana della Regia Marina durante la Seconda Guerra Mondiale

Varato il 2 agosto 1934 nei Cantieri Ansaldo di Sestri Ponente, il Raimondo Montecuccoli, assieme al gemello Muzio Attendolo, costituivano la classe di incrociatori leggeri del tipo Montecuccoli, una versione migliorata della classe Condottieri, di cui facevano parte il Luigi Cadorna e l’Armando Diaz.

Si trattava di navi progettate e costruite dalla Regia Marina per contrastare la sempre più crescente minaccia rappresentata dai cacciatorpediniere e dagli incrociatori della Marina Francese.

Le due navi rappresentavano un miglioramento dei loro predecessori della classe Luigi Cadorna, essendo dotati di una corazzatura maggiormente protettiva e di un impianto motori più potente, al fine di mantenere un’elevata velocità che, al momento delle prove in mare, raggiungeva i 38,047 nodi.

L’incrociatore era intitolato a Raimondo dei conti di Monteccucoli, militare del Seicento di grande valore, al servizio del Sacro Romano Impero e del Ducato di Modena e Reggio ma anche studioso e poeta di fama.

L’elencazione completa dei suoi titoli dovrebbe pressappoco essere la seguente: conte di Montecuccoli (o Montecuculi), conte dell’Impero, Luogotenente generale e Feldmaresciallo; signore di Hohenegg, Osterburg, Gleiss e Haindorf; presidente dell’Imperial Consiglio Aulico Militare; Gran Maresciallo dell’Artiglieria e Fortificazioni; Governatore della Raab e Colonnello-proprietario di un Reggimento di Cavalleria; Reale Consigliere Segreto; Camerlengo e Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro.

Per quanto riguarda i dati tecnici, la nave possedeva una lunghezza massima di 182,2 (f.t.) – 166,7 (pp) mt nonché una larghezza di 16,6 mt ed un’immersione corrispondente al dislocamento di 4,52 m; inoltre, la nave dislocava 8.875 ton. in condizioni normali e 8.895 ton. a pieno carico.

La nave era altresì dotata di un impianto motore composto da 6 caldaie a nafta Yarrow, 2 gruppi turbine e 3 eliche, Infine, la nave era dotata di un armamento composto da 8 cannoni da 152/53 mm; 6 cannoni antiaerei da 100/47 mm; 8 mitragliere da 37/54 mm; 8 mitragliere da 13,2 mm; 4 tubi lanciasiluri e due idrovolanti IMAM Ro 43.

Dopo l’effettuazione delle prove in mare, la nave è consegnata alla Regia Marina il 30 giugno 1935. Nel corso del periodo prebellico la nave partecipa sia alle operazioni della Guerra di Spagna.

Successivamente al comando del Capitano di vascello Alberto Da Zara, a tutela degli interessi italiani nell’area, in occasione del conflitto sino-giapponese partendo da Napoli il 30 agosto 1937 e giungendo a Shanghai il 15 settembre dopo aver toccato durante la navigazione Porto Said, Aden, Colombo e Singapore e visitando Sydney, dove giunse in occasione delle celebrazioni del 150º anniversario della fondazione dello Stato del Nuovo Galles del Sud.

Nell’occasione il Montecuccoli visitò oltre Sydney i principali porti australiani, quali Hobart, Adelaide, Brisbane e Melbourne. Rientrato a Shanghai continuò ad operare in quelle acque in difesa degli interessi italiani, toccando anche numerosi porti giapponesi, rientrando in Italia nel 1939.

Dopo lo scoppio della II Guerra Mondiale, l’incrociatore Montecuccoli parteciperà a diverse battaglie ed a numerose operazioni di scorta al naviglio mercantile nel corso della “battaglia dei Convolgi”, tanto da risultare, all’esito del conflitto, la nave con il più alto numero di missioni di guerra.

Il Montecuccoli prese parte alla battaglia di Punta Stilo del 9 luglio 1940; al bombardamento dell’isola di Corfù del 18 dicembre 1940. Senza dimenticare l’operazione M42, che successivamente sfocerà nella prima battaglia della Sirte e nelle successive battaglie di Mezzo Giugno (anche conosciuta come battaglia di Pantelleria) e di Mezzo Agosto.

Particolarmente luminoso è lo scontro di Pantelleria, quando la VII Divisione incrociatori – composta dall’Eugenio di Savoia (su cui montava le proprie insegne l’ammiraglio Da Zara) ed il Montecuccoli – assieme ai cacciatorpediniere Alfredo Oriani, Ascari, Premuda, Ugolino Vivaldi e Lanzerotto Malocello, affrontò le navi da guerra britanniche di scorta al convoglio Harpoon.

Ne seguì un duro scontro che diede inizio anche ad una leggenda che tutt’ora avvolge la nave. Secondo alcune fonti (in particolare Giorgio Giorgerini), nel corso della battaglia il Montecuccoli fu colpito da un proiettile nel quadrato ufficiali, con il ferimento di otto uomini dell’equipaggio.

Ad essere danneggiato fu anche una scritta recante un celebre motto di Raimondo Montecuccoli, Centum Oculi, che voleva essere un monito per tenere bene aperti gli occhi, posta in rilievo su una parete del quadrato ufficiali. In particolare, il colpo avrebbe provocato la caduta della lettera O, di tal che il motto sarebbe divenuto Centum Culi.

Tuttavia, secondo altri (Sergio Nesi), la lettera famigerata era permanentemente oscurata con carte dei Baci Perugina su ordine del Tenente di Vascello Giulio Pelli, Ufficiale di Rotta che affidò l’incarico al Guardia Marina Sergio Nesi, per assicurare comparisse la parola “culi”.

La fortuna non assisterà tuttavia il Montecuccoli il giorno di Santa Barbara, 4 dicembre 1942, il quale, mentre era attraccato a Napoli, fu oggetto di bombardamento da parte di B-24 americani, e colpito da una bomba a centro nave e che si infilò nel fumaiolo, provocando danni riparati in sette mesi e i morti furono 44 e i feriti 36.

Ancor meno fortunato sarà il suo gemello Muzio Attendolo, che nel corso del bombardamento fu affondato. Rientrato in servizio, il Montecuccoli prese parte ai tragici eventi dell’8 settembre 1943, rimanendo coinvolto nel corso degli attacchi aerei tedeschi che portarono all’affondamento della Roma ed alla perdita di buona parte dell’equipaggio.

Successivamente all’armistizio la nave prenderà parte ad altre missioni di guerra. Rimasto all’Italia dopo l’armistizio, il Montecuccoli continuò a servire la Marina come nave scuola, prendendo parte a numerose crociere di addestramento, per poi essere definitivamente radiato il 31 maggio 1964.

1) Gli incrociatori italiani 1861-1964. Giorgio Giorgerini ed Augusto Nanni. Ufficio Storico della Marina Militare 1964.

2) Marina Militare Italiana 1946. Aldo Fraccaroli. U. Hoepli di Milano 1946.

3) La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943. Giorgio Giorgerini. Mondadori 1993

4) Un alcione dalle ali spezzate – Il volo. Sergio Nesi.Elleci. 1989

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