Quello della Maddalena è uno dei temi iconografici più complessi ed affascinanti della Storia dell’Arte e si propone con numerose articolazioni figurative nel corso del tempo

La figura di Maria Maddalena è una delle più intriganti ed enigmatiche del racconto evangelico: è difficile coglierne il profilo storico più netto e distinto, anche se, di contro, la sua configurazione psicologica si rivela di immediata opportunità di comprensione, impersonando ella, infatti, l’archetipo della donna che ama in silenzio, che sopporta il sacrificio dell’emarginazione e che non nega mai la propria resa di testimonianza.

Roberto d’Oderisio, Crocifissione

Masaccio, Crocifissione

Nella Storia della Chiesa, la figura di Maria Maddalena è stata oggetto di diversa considerazione nel corso del tempo, finendo, in qualche modo, con l’essere addirittura vittima, talvolta, di una sorta di pregiudizio di misoginia.

L’iconografia ne ha considerato il profilo di grande rilievo che ella ha nel quadro del racconto evangelico, andandone a constatare la presenza in vari contesti specifici della vita e della predicazione di Cristo.

È di difficile configurazione la sua stessa consistenza identitaria, che appare sdoppiarsi in più d’un personaggio evangelico, e la sua personalità, complessivamente, è quella che ritroviamo individuata nella figura femminile che è presente almeno al momento dell’Ultima Cena, come ai piedi della Croce sul Calvario ed al momento dello scoperchiamento del sepolcro di Cristo dopo la Resurrezione.

Beato Angelico, Noli me tangere

Ignoto veneto del ‘600, Unzione dei piedi di Cristo da parte di Maria Maddalena

Ma è Maria Maddalena anche la protagonista del ‘Noli me tangere’ e quella dell’episodio del ‘Chi è senza peccato scagli la prima pietra’. Ed è quella, inoltre, che provvede ad ungere i piedi del suo Signore dopo averli asciugati coi suoi capelli.

Quante ‘Maddalene’ ci sono, allora, nel Vangelo?

Una, nessuna e centomila, pirandellianamente?

O si tratta di una figura di cui si è voluto lasciare intenzionalmente vaga ed incerta la profilatura storica, lasciando avvolgere nelle nebbie dell’incertezza anche altri spessori di ruolo che la sua figura avrebbe avuto non solo durante la vita di Cristo, ma anche nel periodo di tempo che segue la sua morte?

Sappiamo del culto di cui la fecero oggetto i Templari, che la elessero a propria figura di riferimento; e l’iconografia ce la presenta secondo alcuni modelli ricorrenti che variamente si alternano – ma anche si intersecano – durante il corso del tempo.

Significativo e toccante è il profilo figurativo che ne comincia a rendere, nel corso del ‘300, Roberto d’Oderisio nella sua celebre Crocifissione, ove Maria Maddalena compare ai piedi della Croce, ammantata di rosso, coi capelli sciolti in fluidissimi riccioli che le cadono sulle spalle. Il modello iconografico è di straordinario impatto emotivo e lo ritroviamo in un’altra celeberrima Crocifissione, qualche secolo dopo, asciuttamente modellato dalla sensibilità figurativa di Masaccio.

Ma poi, man mano, il tema maddaleniano diventa sempre più concentrato, iconograficamente, nel modello della ‘penitente’, della donna, cioè, che, nel deserto, sembra voler spendere la sua vita in meditazione ed espiazione, spesso sogguardando il teschio in una sorta di invito al ‘memento mori’.

Maestro della Maddalena, sec. XVII, Maddalena in meditazione – Memento mori

Per Caravaggio, invece, la Maddalena avrà un aspetto, piuttosto, di consapevolezza meditativa, che non propriamente penitente: c’è profondità, oseremmo dire, intellettuale nel suo ripiegamento riflessivo ed una consapevolezza della vanità e dei limiti delle cose di cui non bastano gli aspetti esteriori a spiegare le ragioni, delle cui cause sarà bene rivolgersi ad indagare i motivi e le ragioni.

Con Caravaggio, insomma, la Maddalena sembra uscire dalla sfera della mitografia evangelica per entrare nella considerazione di una condizione di archetipo umano, così da animare uno dei lavori caravaggeschi di più alta profilatura intellettuale.

Caravaggio, Maddalena

Il ‘600, però, non è solo il secolo di Caravaggio e la ‘lettura’ pietistica della Maddalena si amplia di ulteriori opportunità di accesso, come quella che ne fornisce, ad esempio, il Lanfranco, mostrandocela trasportata nella gloria del Cielo da una schiera di Angeli che la sollevano in alto.

Nella logica figurativa di Artemisia Gentileschi, la Maddalena assume il significato di una sorta di autoriconoscimento della condizione femminile, una sorta di presa di coscienza della difficoltà della donna, in tutti i modelli di società, fino a poter leggersi l’immagine di questa figura evangelica come una metafora delle sofferenze morali e materiali,  patite, in prima persona, da Artemisia stessa.

G. Lanfranco, Maria Maddalena portata in Cielo dagli Angeli

Artemisia Gentileschi, Maria Maddalena

Esistono ulteriori ‘variazioni’ sul tema iconografico della Maddalena, che meriterebbero di essere analizzate nella partita esemplificazione del loro offrirsi alla fruizione ed alla meditazione, immagini che andrebbero osservate, peraltro non soltanto per individuarvi le differenze di considerazione riservate di volta in volta a questo personaggio evangelico, ma anche per ritrovarvi le condizioni di approccio alla valutazione del ruolo della donna nella società – in modo più ampio e generale – in vari contesti storici ed in varie condizioni ambientali.

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