E’ possibile che una canzone venga usata per sbaglio durante una campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti d’America dal diretto interessato e, nonostante tutto, la stessa persona vince le elezioni confermandosi nuovamente Presidente?

Succede, specie se vi chiamate Ronald Reagan. Era l’anno 1984 ed era il periodo delle elezioni americane. Il Presidente Reagan, dopo un buon primo mandato, cercava la riconferma nei confronti del suo avversario di turno: l’italoamericano Walter Mondale.

Il Presidente ancora in carica, per la sua campagna elettorale, scelse un brano che proprio in quell’anno andava per la maggiore e non solo nei cinquanta stati, ma anche in tutto il mondo. Una canzone, un pezzo musicale, un singolo che poteva provocare equivoci proprio a causa del titolo: Born in the Usa. Un titolo indiscutibilmente patriottico ma che non si riferiva solamente all’amor di patria, per così dire.

Reagan, basandosi solamente sul nome della canzone che attribuiva anche il titolo all’album, la scelse senza sapere effettivamente quale fosse il significato del testo e a chi, colui che l’aveva scritta ed incisa, si riferisse. Come tutti sanno ‘Born In The Usa’ è la canzone più famosa di Bruce Springsteen. In quel lontano 1984 con questo suo lavoro, il Boss della musica mondiale, trovò la definitiva consacrazione.

Molto probabilmente neanche lui si aspetta che l’allora Presidente Ronald Reagan lo onorasse con tale scelta che, da quello che poi emerse, non fu proprio gradita al rocker a stelle e strisce. Non è un caso, comunque, che abbiamo scelto di parlare di questa canzone in questo lunedì 4 luglio 2022, giorno in cui negli Stati Uniti d’America si celebra l’Indipendenza conquistata contro l’Impero britannico. Non solo, quindi, per la ‘Canzone del Lunedì’.

Nei versi scritti da Bruce Springsteen emerge, soprattutto, una denuncia sociale relativa a come vennero trattati i militari americani che tornavano dal Viet-Nam, una ferita molto aperta in quegli anni e non solo. Soprattutto, raccontava di chi partiva per quella guerra rischiando di non tornare affatto o di tornare con gravi problemi mentali e fisici. La canzone è dedicata a tutti gli amici di Springsteen che partirono per il fronte e che alcuni di loro non fecero ritorno, compreso anche suo fratello.

Scritta nel lontano 1981, la canzone avrebbe dovuto essere inserita nel suo album precedente: ‘Nebraska’. Proprio l’anno successivo, esattamente nel mese di marzo, Springsteen la suonò nuovamente con un sound differente, convincendosi che non era quello il momento giusto per pubblicarla all’interno del long play del 1982. E’ inutile ricordare che fu disco di platino negli Stati Uniti d’America.

Per un puro caso non può rientrare nella rubrica ‘Canzoni estive’. Essendo l’intero long play uscito il 4 giugno del 1984, ‘Born in The Usa’, come singolo, uscì il 30 ottobre dello stesso anno.

Prima di lasciarvi alla visione del video, condiviso da Youtube, ci sarebbero altre due informazioni da non dimenticare. La prima riguarda il genere della canzone. Certo, si tratta pur sempre di rock, ma di quel sottogenere apparso negli Usa introno agli settanta e diventato famoso negli anni ’80: Heartland rock. Secondo: è classificata alla posizione numero 275 della particolare classifica, stilata dalla rivista Rolling Stone, delle migliori 500 canzoni di tutti i tempi.

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