Con il brano ‘Soul Driver’ apriamo il secondo articolo, tutto interamente dedicato all’album ‘Human Touch’. Se per la maggior parte non è, di fatto, da considerare fra gli album leggendari, e quindi non andrebbe neanche inserito in questa rubrica, è comunque da individuare come una parentesi a sé della carriera del Boss, insieme ad un altro long play uscito contemporaneamente: ‘Lucky town’.

Cosa in realtà non funzionò. Difficile a dirsi, difficile trovare il pelo nell’uovo quando si parla di Springsteen. Eppure, in questo caso, trovarlo è d’obbligo. Non si può essere sempre positivi nei giudizi, anche quando tutto sembra essere ogni cosa al suo posto; anche quando le canzoni, alla fine, sembrano gradevoli, nonostante non siano da annoverare tra i capolavori di Bruce, tranne che per la prima, quella appunto che è anche il titolo del disco e lo apre.

La sensazione è che le altre undici canzoni siano più commerciali e meno autoriali rispetto alle altre pubblicate prima del 1992. Meno ‘Springsteeniane’ e più legate alle logiche del mercato musicale di quei tempi. Eppure, canzoni come la romantica ballata di ‘With every wish’, l’energica ‘Roll of dice’ e la potente ‘All or nothin it all’ e il quasi gospel di ‘Man’s Job’ non sono, però, da scartare a priori. Senza dimenticare la tenerissima ‘Pony Boy’ e l’altra ballata ‘I wish I were blind’. La più debole di tutti è proprio l’ultima: The long goodbye.

Sei canzoni, più quella di apertura, che salvano, a metà, un disco che sì, si può dire, poteva essere realizzato meglio. Poteva presentare brani forse più vicino al classico Bruce. Tutto, però, è dipeso dalle dichiarazioni di quest’ultimo rilasciate tempo dopo: “Human Touch e Lucky Town uscirono in un momento in cui, per trovare quello di cui avevo realmente bisogno, dovevo lasciare che tutto scorresse: cambiare, provare nuove soluzioni, commettere errori…vivere”.

Appunto, ‘commettere errori’ e persino uno come Bruce Springsteen capita commetterli. Tutto sommato ‘Human Touch’ è un disco gradevole da ascoltare, con due ballate da non sottovalutare e brani rockeggianti al punto giusto che non rovinano, comunque, l’ascolto. Nonostante tutto, ‘Human Touch’ ha ottenuto diversi premi. I classici dischi d’oro e di platino, a dimostrazione e testimonianza che questo album, a tutti gli effetti, non è completamente sbagliato nonostante si è dovuto cercare il pelo nell’uovo.

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