Un po’ cinema, un po’ anni ’80 e un po’ musica. In questo articolo che rappresenta la prosecuzione della ripresa della rubrica ‘Forever 80s’ c’è un po’ di tutto. Se mercoledì avevamo affrontato l’arte, un tema mai analizzato per quanto riguarda quel decennio, in questa occasione torniamo a parlare di temi più soft. Ci proviamo, nonostante la situazione internazionale non promette nulla di buono.

In più di un’occasione vi avevamo parlato dell’arrivo, sul grande schermo, del seguito del film cult ‘Top Gun’ del 1986. Di quello che doveva rimanere, forse, l’unico capitolo in molti è rimasta impressa nella memoria l’iconica colonna sonora intonata dal gruppo statunitense Berlin: Take my breath away.

Pubblicata, precisamente, il 15 giugno dello stesso anno e compresa nell’album ‘Count Three & Pray’, la canzone venne composta dal fuoriclasse Giorgio Moroder insieme a Tom Whitlock. L’incredibile successo, però, non permise solo di conquistare, nella notte degli Oscar del 1987, l’ambita statuetta d’oro come migliore canzone originale; senza dimenticare anche il premio anticipatore di tale riconoscimento, ovvero il Golden Globe.

Contemporaneamente, ‘Take my breath away’, provocò una rottura insanabile fra i membri della band. Terri Nunn, la cantante del gruppo, ebbe diverse discussioni in merito a ciò con il fondatore del complesso musicale, John Crawford. La motivazione era molto semplice: il suo risentimento venne originato dal modo in cui giunse il successo.

Lo stile musicale dei Berlin spaziava dal classico pop, dal synth pop e dalla new wave. Eppure, ‘Take my breath away’ è un singolo appartenente al secondo genere musicale indicato. Per Terri Nunn ciò non era sufficiente: la canzone non fu scritta dal gruppo e che non c’entrava nulla con loro.

Parole dure, parole lasciavano intendere, molto probabilmente, una sorta di tradimento per quello che in realtà doveva essere il percorso suo e della band medesima. Band che poi venne successivamente rifondata sempre da Terri Nunn nel 1999 ma con nuovi membri.

Il singolo è diventato fin da subito un vero e proprio evergreen. Nell’ascoltarlo è impossibile non ricordare le immagini del film diretto da Tony Scott. Una pellicola, come si diceva un tempo, che lanciò definitivamente la carriera di un giovanissimo Tom Cruise e che non si è mai fermata in tutti questi anni.

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