Lo scorso 17 maggio siamo stati profetici e infatti, dopo Buffalo, è successo di nuovo e, aggiungiamo, molto presto accadrà ancora. Un’altra strage si è consumata l’altro ieri dove sono morti 19 bambini. Questa volta è accaduto a Uvalda, in Texas. Sempre lo scorso 17 maggio affermammo che molti danno la colpa ad una società strutturata in maniera negativa, altri alla mancanza di controlli. Per alcuni, invece, sarebbe da riformare nella mentalità, ma alla base sussiste un principio di libertà che, innegabilmente, è difficile da abbattere o comunque da ridimensionare.

Che gli Stati Uniti d’America sono un Paese particolare ormai è risaputo da molto tempo; che in questo inizio di millennio stanno emergendo più difetti che pregi anche questo è innegabile, però ogni qualvolta accade ciò che è successo a Buffalo ecco riesplodere le polemiche in merito al secondo emendamento della Costituzione americana.

Il tema, d’altronde, lo affrontammo un paio di anni fa, quando ci trovammo a sviluppare la recensione del particolare libro sull’argomento di Stephen King. Un piccolo saggio in cui, il Re del Brivido, affrontò la questione senza troppi giri di parole e in un modo diretto, in base anche con la nostra recensione, che condividemmo in pieno.

Un testo che vale ancora la pena di leggere e di tener presente tutte le volte che purtroppo si presentano fatti del genere. D’altronde il problema starebbe a monte: a partire dal 1791 quando venne pubblicato tale testo: Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto. Un diritto, questo, al pari di quello di voto e di quello di espressione.

Lo scopo dell’emendamento era quello di poter permettere all’allora neo-popolo americano di difendersi da attacchi esterni, dopo esser stati sotto il dominio britannico per un po’ di tempo, senza dimenticare anche quello spagnolo. Un emendamento che, in questi ultimi anni, è entrato nell’occhio del ciclone a causa di una serie di tragedie che, molto probabilmente, si potevano evitare.

Tragedie fatte di massacri di giovani vite spezzate a causa della follia umana che, in alcune occasioni, non riesce ad essere controllata. Molti danno colpa alle troppe armi che circolano negli Stati Uniti. Altri, invece, si lamentano per i non controlli proprio sulle armi, ed è qui che si alimenta il dilemma.

Tutto ruoterebbe intorno a questa parolina che di magico, per l’americano medio, non ha proprio nulla. Il loro concetto di libertà è totalmente differente rispetto al nostro. Non apprezzano, per esempio, l’eccessiva ingerenza del Governo. Si pensi quando c’è bisogno di alzare le tasse o altre situazioni particolari. Per loro il concetto di libertà è talmente ampio che, in più di un’occasione, lo hanno portato all’esasperazione. Anche nel difendere alcuni principi che siano o meno giusti.

Quello che è successo a Uvalda è solamente l’ultimo degli episodi di sangue che sta caratterizzando la storia moderna americana. Gesti folli da parte dei cosiddetti mass murders, che si sono moltiplicati a dismisura e che, purtroppo, non rappresentano più solo dei semplici gesti isolati. Sono atti che devono essere analizzati alla radice, nel profondo della società statunitense e non è solamente riconducibile, in maniera semplice, all’emendamento numero 2 della costituzione.

Il punto, molto probabilmente e forse sembreremmo anche noi troppo superficiali con questa possibile soluzione che avanziamo in queste righe virtuali, non è tanto limitare l’accesso alle armi, quanto controllare le persone pericolose o che hanno ricevuto diverse segnalazioni a non potersi avvicinare alle stesse. E’ vero sembra un controsenso.

Eppure, se esiste una libertà, giusta o sbagliata che sia, e che oramai rappresenta di fatto un’istituzione per un’intera collettività è impossibile sradicarla del tutto. Dare colpa solamente alle armi è molto semplicistico. Le armi per causare perdite umane devono essere fruite dagli stessi uomini. Quindi, sarebbe più saggio monitorare alcuni atteggiamenti, comportamenti, alcuni segnali di alcune persone.

Se prima certe stragi erano solamente riconducibili alla pazzia di alcuni soggetti, oggi questi atti devono essere ricondotti ad un ben più radicata sofferenza economico sociale. La paura di perdita del lavoro, la paura di non essere rispettati o la paura del prossimo in generale.

Ciò che si vuole dire è che se esistono delle libertà le stesse non possono essere soppresse o limitate a causa di qualcuno che non riesce a mantenere i nervi saldi, e ci siamo andati leggeri con questa frase. Al contrario, bisogna difendere coloro che le acquistano per difendersi e che sperano, mai e poi mai, di doverle usare, da coloro che sperano di farlo e che sono già, per conto loro, delle ‘armi cariche’ di insoddisfazione, angosce e non solo.

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