L’offensiva russa non si placa, l’offensiva russa sembra inarrestabile. Notizia di qualche ora fa: a quanto pare un convoglio umanitario, a Kiev, sarebbe stato sequestrato dai militari. Eppure, le voci sulle difficoltà di Putin diventano sempre più insistenti. La resistenza ucraina non trova alcun motivo per gettare la spugna, una non arrendevolezza dimostrata anche dalla parola accorate di Zelensky al nostro parlamento italiano di ieri.

Dodici minuti di frasi, di parole, che hanno invitato il nostro consesso ad una reazione più chiara e decisa. Si, è vero: il premier ucraino ha sollecitato l’applicazione di nuove sanzioni, ha fatto leva sulle sue città bombardate, in particolar modo quella di Mariupol, riferendosi alla nostra Genova.

“Noi siamo al limite della sopravvivenza. Kiev ha vissuto guerre feroci nella sua storia, ha bisogno di vivere nella pace stabile come ne ha bisogno Roma e ogni altra città. Qui ogni giorno cadono bombe e missili, qui intorno ci sono soldati russi che uccidono, distruggono, torturano e portano via i nostri beni. Lo avevano fatto i nazisti l’ultima volta in Europa”.

Queste sono solamente alcuni concetti del suo discorso e anche in questo caso si è fatto riferimento a Hitler. È stato tirato in ballo spesso in questo mese. D’altronde fu l’ultimo folle, prima di Putin, che fece ripiombare il vecchio continente nella tragedia della guerra. Quello stesso timore che attanaglia, ancora, tutti noi.

Zelenky ha anche rincarato la dose: ha parlato di soluzione finale, un altro riferimento che non è andato giù a molti. La Russia, in questo senso, smentisce di continuo le voci che girano su di essa, che non avrebbe alcuna volontà di occupare l’Ucraina e che vuole demilitarizzare e denazificare il territorio.

Il Premier Draghi, dopo l’intervento del suo omologo, ha anche lui proferito parola. Nel suo discorso ha affermato che l’Italia non girerà la faccia dall’altra parte, continuerà ad inviare aiuti. Sostenendo, persino, che la stessa Ucraina debba far parte dell’Unione Europea. Una presa di posizione netta e senza troppi giri di parole.

Nel mentre le relazioni tra Stati Uniti e Russia diventano sempre più incrinate. Il motivo riguarderebbe sempre quella possibilità, si spera altrettanto remota, dell’utilizzo delle armi chimiche da parte di Putin. Accuse mosse di contro anche dall’ex agente del Kgb agli americani.

Forse ciò che infastidisce di più di questo conflitto, oltre le vittime innocenti, è che la guerra si sia spostata nella cosiddetta propaganda, alimentando e spaccando sempre più i vari schieramenti. Dividendoli troppo tra i pacifisti e i guerrafondai e intanto Putin non mostra alcuna volontà di fermarsi e gli ucraini, almeno fino a questo momento, non hanno alcuna intenzione di cedere alle richieste del leader russo.

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