Una dottoressa rimane vittima in un tragico incidente in Venezuela, un marito disperato che cerca di superare il lutto subito e diversi segnali di natura soprannaturale che cercano di avvertirlo di qualcosa. Sono questi i tre elementi portanti dell’incredibile film interpretato da Kevin Costner, uscito il 18 febbraio del 2002, dal titolo ‘Dragonfly – Il segno della libellula’.

Un film spiazzante, in cui l’elemento del soprannaturale non è al servizio della paura non è proposta con lo scopo di far saltare dalla poltrona lo spettatore ma per instillare un fortissimo messaggio di speranza. Che oltre la morte c’è sempre la vita. Emily Darrow, questo il nome della dottoressa, si era recata in Venezuela per aiutare alcune popolazioni indigene. Gli stessi autoctoni, una volta che la ritrovano morta nel pullman investito da una frana a causa del violento temporale, fanno si che nasce sua figlia, che ha un piccolo segno a forma proprio di libellula.

Joe Darrow, suo marito, dopo qualche tempo inizia a ricevere degli strani segnali molto probabilmente provenienti dall’aldilà e che, in mondo o nell’altro, cercano di avvertirlo di qualcosa. Diretto da Tom Shadyac e scritto da David Seltzer, Brandon Camp e Mike Thompson, ‘Dragonfly’ è un film ibrido di vari generi, nonostante che ufficialmente ne vengono indicati solamente due.

E’ un’opera cinematografica in cui vengono ben miscelati due generi che sarebbero quasi antipodi tra loro: il fantastico ed il thriller, originando una componente drammatica nella sua essenza. All’epoca Kevin Costner non era più sulla cresta dell’onda; gli anni ’90 per lui erano terminati molto prima che quello stesso decennio lasciasse spazio al nuovo millennio.

Alcuni progetti sul grande schermo non gli permisero di confermare lo straordinario successo ottenuto quasi repentinamente all’inizio del decennio. Con ‘Il Segno della libellula’ e insieme anche ad un altro film tratto sulla Crisi di Cuba, dal titolo evocativo ‘Thirteen days’, la sua carriera sembrava essere pronta per il rilancio definitivo.

In quel ruolo, quasi diverso dal classico stereotipo che aveva mostrato fino a quel momento, riuscì a mostrare alcune doti attoriali che nei precedenti film non erano riuscite a mostrare.

A distanza di venti anni esatti dall’uscita nei cinema non si può dire che ‘Il segno della libellula’ non sia un cattivo film, al contrario. È un piccolo gioiello non sempre valorizzato, non sempre sponsorizzato e mai, poi mai celebrato. Lo sviluppo della trama è molto coinvolgente. Nonostante la forte presenza delle classiche caratteristiche dei due generi citati, il thriller ed il fantastico, non si deve però dimenticare della forte componente drammatica, come già ricordato in precedenza; una componente integratrice della trama.

Una componente che affonda, ulteriormente, in un’altra caratteristica, in un altro elemento che ha sempre trovato spazio nel cinema in diverse forme: la tematica dell’amore. Proposto, in quest’occasione, in modo originale, non convenzionale, sorprendente e, nonostante ciò, non è bastato per essere maggiormente osannato nel tempo dalla critica.

‘Dragonfly’ non è un film del quale sembra aver meritato quella classica sponsorizzazione, nel tempo s’intende, che altre opere cinematografiche godono tutt’oggi. Forse sarebbe bene rivalutarlo con attenzione per non lasciare che finisca nel cassetto dei film dimenticati troppo presto.

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