27 gennaio, Giorno della Memoria. Una data su cui la riflessione deve essere colta senza troppi discorsi, senza troppe parole. In alcuni momenti è anche bene fare silenzio e riflettere, appunto, evitando di sviluppare articoli che hanno il sapor della retorica più becera e, perché no, strumentalizzata da qualche potere interessato per mettersi solamente in mostra e nulla più. Se questo giorno di gennaio è conosciuto come quello ‘della memoria’ un motivo c’è.

Quando è stato istituito, il 1° novembre del 2005 con la risoluzione 60/7 da parte dell’Assemblea plenaria delle Nazioni Unite, lo scopo era quello di non sparlare, di alimentare chiacchiere vuote ma di ricordare in silenzio e ci sono diversi modi per farlo: ascoltando una canzone, vedendo un documentario, perché anche uno dei tanti film, per dire anche leggere un libro. Diversi scrittori, attraverso i loro romanzi e i loro saggi saggi, si sono cimentati affrontando questa particolare e triste tematica storica.

Alcuni di questi testi sono diventati, allo stesso tempo, storia della letteratura stessa, raccontando, a sua volta, una delle pagine più tragiche dell’umanità: l’Olocausto o meglio la Shoah. Questa volta la rubrica ‘Angolo Letterario’ non poteva rimanere in silenzio senza almeno indicare, titolo più o titolo meno, i grandi libri che in tutti questi decenni, in questi quasi ottanta anni che si è scoperta l’infamia dei campi di concentramento, che sono stati pubblicati. Come spesso è accaduto in altre occasioni non sarà impossibile indicarli tutti e quelli che troverete menzionati non vuol dire che sono più importanti di altri. In questi casi non esiste una classifica.

Appare naturale, per non dire doveroso, citare, molto probabilmente, il libro che più tutti racconta quanto stava accadendo, attraverso uno delle forme di scrittura più innocenti del mondo: il diario personale. ‘Il diario di Anna Frank’ più che un esempio è più unico che raro. La ragazzina tedesca, di origine ebrea, e che fuggì ad Amsterdam per salvarsi dalla follia di Hitler, è ormai un classico da tenere presente per ogni tipo di generazione. La sua sfortuna fu quella di morire tra il febbraio ed il marzo del 1945. Ancora qualche mese e il secondo conflitto mondiale sarebbe di lì a poco terminato.

Una beffa tremenda che è stata raccontata più volte. Anche l’autore, nonché produttore cinematografico, Willy Lindwer si è cimentato nell’impegnativo romanzo ‘Gli ultimi sette mesi di Anna Frank’ in cui, mediante le testimonianze di sette donne, riscostruisce cosa, in realtà, sia accaduto alla sfortunata ragazzina negli ultimi mesi della sua esistenza. E’ notizia di qualche giorno fa che sarebbe stato individuato chi tradì la famiglia della ragazza per favorire i nazisti.

Altro romanzo, altro capolavoro, altro libro che ha segnato anche la letteratura su tale tema è quello di Primo Levi: Se questo è un uomo. Un titolo, semplice e diretto, che cristallizza un’espressione di sorpresa negativa, che racchiude lo sdegno, per dire anche la delusione e la rabbia, di tutto quello che accadeva nei campi di concentramento.

In questo interminabile elenco non possono mancare opere letterarie che hanno trovato, qualche anno più tardi, fortuna anche al cinema. Opere che hanno raccontato la crudeltà attraverso gli occhi di due bambini che s’incontrano quasi ogni giorno. A dividerli il filo spinato di un campo di concentramento. La straziante storia è quella de: Il bambino con il pigiama a righe.

Altra interessante opera che negli ultimi anni ha attirato ancor di più l’attenzione di molti, soprattutto grazie ad una nota serie televisiva, è ‘Il cacciatore di nazisti’. La serie che si è ispirata ha visto uno dei volti leggendari del cinema mondiale: Al Pacino; ovvero ‘The Hunters’. Una versione più o meno romanzata del reale cacciatore di nazisti esistito veramente, ovvero: Simon Wiesenthal.

Altri testi da ricordare sono: Il libro dei nomi perduti di Kristin Harmel; La notte di Elie Wisel; La ragazza tedesca di Armando Lucas Correa; La figlia dello straniero di Joyce Carol Oates; Le gemelle di Auschwitz di Eva Mozes Kor; Fino a quando la mia stella brillerà, scritto da: Daniela Palumbo e Lilliana Segre; Io non ho paura di Nicola Ammaniti e così via.

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