Il momento tanto atteso ormai è arrivato. Dalla prossima settimana inizieranno le elezioni per eleggere il nuovo Capo dello Stato. Chi sarà, dunque, il nuovo successore di Sergio Mattarella? Ricordando che proprio quest’ultimo, già a partire negli ultimi mesi, abbia manifestato la chiara intenzione di tirarsi fuori dalla corsa per un secondo mandato che, a quanto pare, non darebbe fastidio a nessuno, dimostrando, poi, di non giovare alla ‘salute della nazione’; come è stato specificato dal diretto interessato prima della fine del 2021.

I nomi, quelli veri, quelli papabili per essere il tredicesimo Nostro Presidente, in verità, ci sono ma pare non essere sicuri. Nonostante l’insistenza su Silvio Berlusconi, a quanto pare nessuno ancora ha realmente esternato un proprio candidato. Certo, si parla della Cartabia, di Franceschini, addirittura si era ipotizzato sulle possibilità di Massimo D’Alema rientrato nel Pd con una coda molto polemica. Si è fatto anche il nome di Dario Franceschini ma sembra solo una labile suggestione. Come un’altra e super e debole suggestione sarebbe anche quella di Letta al Quirinale, no non Enrico ma suo zio Gianni Letta. Anche se quest’ultimo ha anche affermato di non essere lui la carta segreta

Quindi a pochissimi giorni dal tanto atteso 24 gennaio sembra che non ci sia veramente nessun candidato effettivo. Solamente nomi lanciati a caso, figure di spicco di partito e niente di più. Nonostante tutto, specialmente nelle ultime ore, qualcosa sembra muoversi all’orizzonte: il nuovo Presidente della Repubblica deve appartenere ad un profilo superpartes. Insomma, nessuna appartenenza con i partiti politici coinvolti nelle votazioni. Sarà proprio così? Oppure una delle personalità elencate fino adesso la spunterà a sorpresa?

Ci sarà comunque da aspettare il prossimo lunedì 24 gennaio, quando il Parlamento, in seduta plenaria, inizierà la prima giornata di voto. I tempi per eleggere il successore di Mattarella dovrebbero durare, se tutto va bene, due settimane; almeno così è stato annunciato. Anche se gli accordi fra le forze politiche potrebbero trovare una svolta ancor più positiva ci vorrebbero solamente anche pochi giorni, per non dire anche poche ore. Ciò non vuole dire che già da lunedì o comunque nella stessa prossima settimana avremmo già il successore di Mattarella. Nulla è ancora scontato in questa partita che si sta giocando verso il Colle più alto delle istituzioni italiane.

A questo punto invece di soffermarsi sulle solite chiacchiere relative ai classici giochi di potere che, purtroppo, investono anche questo nostro ed importante evento istituzionale; sarebbe meglio ricordare come viene eletto il Presidente della Repubblica.

Abbiamo detto, giustamente, che la prassi richiede la presenza del Parlamento in seduto comune all’articolo 83 della Costituzione. Non finisce qui, però: perché oltre ai 630 deputati e i 315 senatori, bisogna annoverare i 58 delegati dei Consigli Regionali. A sua volta ogni Consiglio Regionale elegge tre delegati, tranne la Valle d’Aosta che ne elegge solamente uno. I tre delegati cosa rappresentano? Due di loro fanno parte della maggioranza, mentre uno della minoranza.

Con questa composizione prende forma il collegio elettorale costituito da ben 1009 cosiddetti ‘Grandi Elettori’, come recita l’articolo 83 della Nostra Carta costituzionale. Sempre in base all’articolo 83 l’elezione del Capo dello Stato avviene per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.

La durata del Capo dello Stato è di sette anni. Sergio Mattarella, quando venne eletto nel 2015 la data del calendario segnò 31 gennaio, ma il suo mandato in via ufficiale scadrà il prossimo giovedì 3 febbraio, per questo si presume che il nuovo Presidente debba essere eletto proprio entro quel giorno e così si andrebbe oltre alle due settimane come menzionate in precedenza.

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