Proseguiamo il viaggio iniziato la settimana scorsa. Oggi tocca ai cowboy, figura mitizzata non solo dalla storia americana, ma anche attraverso lo stesso cinema proveniente oltreoceano. Una figura realmente esistita, come abbiamo affermato nel precedente articolo, ma che, nel modo in cui è stato raccontato tra le varie opere cinematografiche, appunto, e anche letterarie, non è sempre ha rappresentato la realtà.

Dagli eroi solitari, con la capacità di estrarre la pistola dal fodero alla velocità della luce, all’immagine di colui che accudisce le mandrie il passo non è breve. Anzi, c’è un abisso; merito o purtroppo grazie all’iconografia cinematografica di tutti questi decenni, ripetiamo. Per cowboy s’intende, in maniera molto semplice, ‘ragazzo delle vacche’. Si, come abbiamo detto in precedenza non ci sarebbe nulla di leggendario o quantomeno di eroico.

Venendo meno il secondo elemento, siamo sicuri che la storia stessa di questa figura, seppur non in modalità romanzata, non sia altrettanto leggendaria? Siamo sicuri che lo sia ugualmente. Se i ranch provengono da quella che un tempo era considerata ‘La nuova Spagna’, oggi conosciuto come Messico, è facile intuire, poi, sia i ranch che la figura, per non dire la tradizione, del cowboy entrasse in modo così massiccio nella nuova cultura che stava nascendo: quella americana.

Una tradizione che si stava diffondendo e consolidando maggiormente in due Stati oggetti, inizialmente, del dominio spagnolo: la California e il Texas, entrambi territori del Messico. Il Texas divenne americano nel 1845, mentre la California cinque anni più tardi; un anno dopo l’inizio della corsa all’oro.

Ma in che modo si estese questa tradizione? Gli spagnoli dalla loro terra portarono le loro tradizioni e i loro cavalli, alcuni di essi erano antenati della razza conosciuti come Mustang o Wild. Prima che il Texas diventasse a tutti effetti americano, la Corona Spagnola, prima ancora dell’indipendenza del Messico, iniziò ad offrire ai coloni stranieri il permesso di stabilirsi in quelle terre, con lo scopo di far sviluppare l’agricoltura. Fu proprio lì che alcuni cosiddetti vagabondi o comunque disperati incominciarono a dare il via questo tipo di lavoro.

La prima comunità che venne riconosciuta come tale fu adopera di Stephen Austin e dei suoi amici, provenienti dalla East Coast. Infatti, se vi ricordate, la scorsa settimana avevamo parlato del primo ranch che era stato organizzato in una contea vicino alla embrionale città di New York. Questa prima comunità statunitense, che venne riconosciuta come tale, fu la prima a parlare spagnolo in Messico.

Coloro che ottenevano i permessi in Texas prendevano il nome, in lingua spagnola, di ‘empresario’. Gli stessi, colpiti dalla cultura e dalla tradizione, presero in prestito anche la terminologia, trasformandolo in inglese successivamente. La parola usata per indentificare i cowboy era ‘vacquero’

Difficilmente venivano usati dei ragazzi, a patto che fossero apprendisti. La vita del cowboy era ed è una vita difficile, lontano dal fascino dell’immaginazione con la quale siamo cresciuti. Lo stesso termine, però, non sempre garantiva un’accezione positiva. Se letteralmente la parola significava ‘ragazzo delle vacche’, come abbiamo precisato in precedenza, non sempre la parola, boy in inglese, era intesa in senso positivo. Nei primi tempi con la parola ‘boy’, per chiunque svolgesse tale tipo di lavoro, veniva identificato, collocato o considerato appartenente ad uno status basso della società. Solo qualche tempo più tardi ha assunto maggior valore, maggior rilevanza.

Contrariamente a quanto si pensa, il cowboy, come lavoro, s’intende, non era solamente prerogativa dei bianchi o comunque delle persone libere. Anche gli schiavi, come i neri, e addirittura anche i veri abitanti di quei territori, gli indiani, indossavano il classico cappello dei cowboy. In questi casi, però, avveniva raramente.

Persino quest’ultimo indumento non è mai stato rappresentato in modo esatto in quasi tutta la cinematografia prodotta. Era di vario tipo e, addirittura, alcuni ‘mandriani’ usavano anche il cilindro. Si, proprio così.

Per il momento ci fermiamo qui, precisando che, prima di rinviarvi al prossimo appuntamento, vogliamo dirvi che non ci siamo dimenticati che il mese di novembre è quello dedicato ai nativi d’America. La prossima settimana parleremo anche di loro, senza dimenticare anche un ulteriore appuntamento per il 30 novembre in cui continueremo ad analizzare la figura dei cowboy con un’altra, con la quale è sempre stata fusa o addirittura confusa. Lo scoprirete martedì 30 novembre.

FONTE FOTO WIKIPEDIA: “The Herd Quitter.” Oil C.M. Russell, Montana Historical Society MacKay Collection, Helena, MT – PUBBLICO DOMINIO

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